Cesare, De bello civili: Libro 02; 01 - 22, pag 4

Cesare, De bello civili: Libro 02; 01 - 22

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 02; 01 - 22
Provinciae Q Cassium praeficit; huic III legiones attribuit

Ipse eis navibus, quas M Varro quasque Gaditani iussu Varronis fecerant, Tarraconem paucis diebus pervenit

Ibi totius fere citerioris provinciae legationes Caesaris adventum exspectabant

Eadem ratione privatim ac publice quibusdam civitatibus habitis honoribus Tarracone discedit pedibusque Narbonem atque inde Massiliam perverit, Ibi legem de dictatore latam seseque dictatorem dictum a M Lepido praetore cognoscit
Mette a capo della provincia Quinto Cassio; gli assegna quattro legioni

Egli stesso con quelle navi che M Varrone aveva fatto costruire e con quelle che, per comando di Varrone, gli abitanti di Gades avevano costruito, giunge in pochi giorni a Tarragona

Qui legazioni di quasi tutta la provincia citeriore attendevano il suo arrivo

Con lo stesso criterio attribuiti onori e ricompense, privatamente e pubblicamente, ad alcune città, parte da Tarragona e giunge, via terra, a Narbona e di qui a Marsiglia; Qui viene a sapere che era stata promulgata una legge per la nomina di un dittatore e che egli stesso era stato eletto dittatore dal pretore Marco Lepido
[22] Massilienses omnibus defessi malis, rei frumentariae ad summam inopiam adducti, bis navali proelio superati, crebris eruptionibus fusi, gravi etiam pestilentia conflictati ex diutina conclusione et mutatione victus (panico enim vetere atque hordeo corrupto omnes alebantur, quod ad huiusmodi casus antiquitus paratum in publicum contulerant) deiecta turri, labefacta magna parte muri, auxiliis provinciarum et exercituum desperatis, quos in Caesaris potestatem venisse cognoverant, sese dedere sine fraude constituunt

Sed paucis ante diebus L Domitius cognita Massiliensium voluntate navibus III comparatis, ex quibus duas familiaribus suis attribuerat, unam ipse conscenderat nactus turbidam tempestatem profectus est

Hunc conspicatae naves, quae iussu Bruti consuetudine cotidiana ad portum excubabant, sublatis ancoris sequi coeperunt
22 I Marsigliesi, sfiniti da ogni genere di mali, ridotti all'estrema penuria di viveri, sconfitti due volte in battaglie navali, sconfitti in frequenti sortite, travagliati anche da una grave pestilenza dovuta al lungo assedio e al cambiamento in peggio del vitto (tutti infatti si nutrivano di panìco raffermo e di orzo guasto che avevano raccolto da tempo per una situazione del genere e portato nei magazzini pubblici), diroccata una torre, crollata gran parte delle mura, perduta ogni speranza di aiuto da parte di province o di eserciti, che avevano saputo essere caduti in potere di Cesare, decidono di arrendersi lealmente

Ma, pochi giorni prima, L Domizio, venuto a conoscenza dell'intenzione dei Marsigliesi, allestite tre navi, due delle quali aveva assegnato a suoi familiari, mentre egli stesso era salito sulla terza, partì approfittando del tempo burrascoso

Quando le navi, che per ordine di Bruto facevano quotidiana guardia presso il porto, lo videro, levate le ancore cominciarono a inseguirlo
Ex his unum ipsius navigium contendit et fugere perseveravit auxilioque tempestatis ex conspectu abiit, duo perterrita concursu nostrarum navium sese in portum receperunt

Massilienses arma tormentaque ex oppido, ut est imperatum, proferunt, naves ex portu navalibusque educunt, pecuniam ex publico tradunt

Quibus rebus confectis Caesar magis eos pro nomine et vetustate, quam pro meritis in se civitatis conservans duas ibi legiones praesidio relinquit, ceteras in Italiam mittit; ipse ad urbem proficiscitur

Delle tre navi solo quella di Domizio accelerò e continuò a fuggire e col favore della burrasca si sottrasse alla vista, mentre le altre due navi, atterrite dall'accorrere delle nostre, si rifugiarono nel porto

Gli abitanti di Marsiglia portano fuori dalla città, come era stato comandato, armi e macchine da guerra, fanno uscire le navi dal porto e dai cantieri, consegnano il denaro dell'erario pubblico

Fatto ciò, Cesare, risparmiando quei cittadini più per la fama e l'antica origine che per i meriti della città nei suoi riguardi, lascia qui due legioni di presidio, manda tutte le altre in Italia; egli stesso parte alla volta di Roma

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