Cesare, De bello civili: Libro 02; 01 - 22, pag 3

Cesare, De bello civili: Libro 02; 01 - 22

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 02; 01 - 22
Celeriter res administratur; diuturni laboris detrimentum sollertia et virtute militum brevi reconciliatur

Portae, quibus locis videtur, eruptionis causa in muro relinquuntur
Il lavoro viene condotto velocemente; la perdita di un lavoro costato lungo tempo viene in poco tempo sanata dalla velocità e dal valore dei soldati

Vengono lasciate nel muro, là dove pareva opportuno, delle porte per potere fare delle sortite
[16] Quod ubi hostes viderunt, ea, quae vix longinquo spatio refici non posse sperassent, paucorum dierum opera et labore ita refecta, ut nullus perfidiae neque eruptioni locus esset nec quicquam omnino relinqueretur, qua aut telis militibus aut igni operibus noceri posset, eodemque exemplo sentiunt totam urbem, qua sit aditus ab terra, muro turribusque circumiri posse, sic ut ipsis consistendi in suis munitionibus locus non esset, cum paene inaedificata muris ab exercitu nostro moenia viderentur ac telum manu coniceretur, suorumque tormentorum usum, quibus ipsi magna speravissent, spatio propinquitatis interire parique condicione ex muro ac turribus bellandi data se virtute nostris adaequare non posse intellegunt, ad easdem deditionis condiciones recurrunt 16 I nemici si accorsero che con un duro lavoro in pochi giorni erano state ricostruite quelle opere che essi speravano non potessero essere rifatte se non in un lungo tempo, sicché non vi era per loro occasione di inganno o sortita e non rimaneva alcun punto attraverso cui arrecare danno ai soldati con le armi o ai lavori con il fuoco; Parimenti comprendono che tutta quanta la città, dalla parte di terra, poteva essere accerchiata dal muro e dalle torri, sicché non sarebbe stato loro possibile resistere a piè fermo sulle loro stesse fortificazioni: il nostro esercito infatti sembrava quasi costruire le mura del terrapieno appoggiate alle mura della città così che i proiettili potevano essere scagliati a mano, mentre per il poco spazio non potevano usare le loro macchine da guerra, in cui avevano posto grande speranza; Quando comprendono che sul muro e sulle torri il combattimento può essere condotto nelle stesse condizioni e che essi non possono eguagliare i nostri in valore, ricorrono alle medesime condizioni di resa della volta precedente
[17] M Varro in ulteriore Hispania initio cognitis eis rebus, quae sunt in Italia gestae, diffidens Pompeianis rebus amicissime de Caesare loquebatur: pracoccupatum sese legatione ab Cn Pompeio teneri obstrictum fide; necessitudinem quidem sibi nihilo minorem cum Caesare intercedere, neque se ignorare, quod esset officium legati, qui fiduciariam operam obtineret, quae vires suae, quae voluntas erga Caesarem totius provinciae

Haec omnibus ferebat sermonibus neque se in ullam partem movebat
17 Nella Spagna Ulteriore Marco Varrone, in un primo tempo, venuto a conoscenza degli avvenimenti verificatisi in Italia e diffidando del successo di Pompeo parlava di Cesare molto favorevolmente: diceva di essere impegnato con Pompeo, che lo aveva nominato luogotenente e di essere quindi costretto a mantenersi fedele; Ciò nonostante non meno stretto era il suo rapporto di amicizia con Cesare ed egli non ignorava quale è il dovere di un luogotenente con un incarico di fiducia; sapeva quali erano le sue forze e quale la disposizione d'animo verso Cesare in tutta la provincia

Riprendeva queste argomentazioni in tutti i suoi discorsi, senza propendere verso alcun partito

Maybe you might be interested

Cesare, De bello civili: Libro 03; 101-112
Cesare, De bello civili: Libro 03; 101-112

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 101-112

Postea vero, cum Caesarem ad Massiliam detineri cognovit, copias Petreii cum exercitu Afranii esse coniunctas, magna auxilia convenisse, magna esse in spe atque exspectari et consentire omnem citeriorem provinciam, quaeque postea acciderant, de angustiis ad Ilerdam rei fumentariae, accepit, atque haec ad eum latius atque inflatius Afranius perscribebat, se quoque ad motus fortunae movere coepit

[18] Delectum habuit tota provincia, legionibus completis duabus cohortes circiter XXX alarias addidit

Frumenti magnum numerum coegit, quod Massiliensibus, item quod Afranio Petreioque mitteret

Naves longas X Gaditanis ut facerent imperavit, complures praeterea Hispali faciendas curavit
Ma quando in seguito seppe che Cesare si tratteneva presso Marsiglia, che le truppe di Petreio si erano congiunte con l'esercito di Afranio, che si erano radunate grandi forze ausiliarie, nella speranza e nell'attesa di molte altre, che tutta la provincia citeriore era dalla loro parte, e quando poi venne a sapere ciò che era capitato a Ilerda per mancanza di vettovaglie, notizie queste inviategli per iscritto da Afranio che le aveva gonfiate ed esagerate, anch'egli cominciò a muoversi dove muoveva la Fortuna

18 In tutta la provincia fece reclutamenti; completate due legioni, aggiunse a esse circa trenta coorti di milizie ausiliarie

Raccolse una grande quantità di frumento da inviare ai Marsigliesi e parimenti ad Afranio e Petreio

Ordinò ai Gaditani di costruire dieci navi da guerra, inoltre ne fece costruire molte altre a Ispali
Pecuniam omnem omniaque ornamenta ex fano Herculis in oppidum Gades contulit; eo sex cohortes praesidii causa ex provincia misit Gaiumque Gallonium, equitem Romanum, familiarem Domitii, qui eo procurandae hereditatis causa venerat missus a Domitio, oppido Gadibus praefecit; arma omnia privata ac publica in domum Gallonii contulit

Ipse habuit graves in Caesarem contiones

Saepe ex tribunali praedicavit adversa Caesarem proelia fecisse, magnum numerum ab eo militum ad Afranium perfugisse: haec se certis nuntiis, certis auctoribus comperisse

Quibus rebus perterritos cives Romanos eius provinciae sibi ad rem publicam administrandam HS | CLXXX | et argenti pondo XX milia, tritici modium CXX milia polliceri coegit
Fece portare dal tempio di Ercole nella città di Gades tutto il denaro e tutti gli oggetti preziosi; mandò colà di presidio dalla provincia sei coorti e mise a capo della città di Gades Gaio Gallonio, cavaliere romano amico di Domizio, che qui era giunto mandato da Domizio come procuratore in una questione di eredità; fece radunare tutte le armi pubbliche e private nella casa di Gallonio

Egli stesso pronunciò parole dure contro Cesare

Spesso dal palco affermò che Cesare aveva subito sconfitte, che un gran numero di suoi soldati erano passati dalla parte di Afranio; e che egli era venuto a sapere ciò da messaggeri sicuri, da fonti sicure

Costrinse i cittadini romani della sua provincia, atterriti da queste notizie, a promettere, per la pubblica amministrazione, diciotto milioni di sesterzi, ventimila libbre d'argento e centoventi moggi di grano

Maybe you might be interested

Cesare, De bello civili: Libro 03; 61-70
Cesare, De bello civili: Libro 03; 61-70

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 61-70

Quas Caesari esse amicas civitates arbitrabatur, his graviora onera iniungebat praesidiaque eo deducebat et iudicia in privatos reddebat qui verba atque orationem adversus rem publicam habuissent: eorum bona in publicum addicebat, Provinciam omnem in sua et Pompei verba iusiurandum adigebat

Cognitis eis rebus, quae sunt gestae in citeriore Hispania, bellum parabat

Ratio autem haec erat belli, ut se cum II legionibus Gades conferret, naves frumentumque omne ibi contineret; provinciam enim omnem Caesaris rebus favere cognoverat

In insula frumento navibusque comparatis bellum duci non difficile existimabat

Caesar, etsi multis necessariisque rebus in Italiam revocabatur, tamen constituerat nullam partem belli in Hispaniis relinquere, quod magna esse Pompei beneficia et magnas clientelas in citeriore provincia sciebat
Imponeva oneri più pesanti alle città che credeva essere amiche di Cesare e vi mandava presidi e autorizzava processi contro i privati che avevano pronunciato parole o discorsi contro lo stato e confiscava i loro beni; Costringeva tutta la provincia a giurare fedeltà a lui e a Pompeo

Venuto a sapere di ciò che era avvenuto nella Spagna Citeriore, si preparava alla guerra

Il suo piano di guerra era il seguente: recarsi con due legioni a Gades, concentrare là le navi e tutto il frumento; aveva saputo infatti che l'intera provincia era favorevole a Cesare

Una volta raccolti nell'isola frumento e navi, riteneva non difficile tirare in lungo la guerra

Cesare, sebbene richiamato in Italia da molte questioni urgenti, aveva tuttavia stabilito di non lasciare in Spagna nessun focolaio di guerra, poiché sapeva che nella provincia citeriore grandi erano i benefizi di Pompeo e molti erano i suoi clienti
[19] Itaque duabus legionibus missis in ulteriorem Hispaniam cum Q Cassio, tribuno plebis, ipse DC cum equitibus magnis itineribus progreditur edictumque praemittit, ad quam diem magistratus principesque omnium civitatum sibi esse praesto Cordubae vellet

Quo edicto tota provincia pervulgato nulla fuit civitas, quin ad id tempus partem senatus Cordubam mitteret, non civis Romanus paulo notior, quin ad diem conveniret

Simul ipse Cordubae conventus per se portas Varroni clausit, custodias vigiliasque in turribus muroque disposuit, cohortes duas, quae colonicae appellabantur, cum eo casu venissent, tuendi oppidi causa apud se retinuit

Eisdem diebus Carmo nenses, quae est longe firmissima totius provinciae civitas, deductis tribus in arcem oppidi cobortibus a Varrone praesidio, per se cohortes eiecit portasque praeclusit
19 Pertanto mandate nella Spagna Ulteriore due legioni con Quinto Cassio, tribuno della plebe, egli stesso con seicento cavalieri avanza a marce forzate e si fa precedere da un editto, fissando il giorno in cui voleva che i magistrati e i capi di tutte le città gli si presentassero a Cordova

Dopo la promulgazione di questo editto in tutta la provincia non vi fu città che non mandasse a Cordova, alla data stabilita, una rappresentanza del senato, non vi fu cittadino romano di una certa importanza che non vi giungesse nel giorno fissato

Contemporaneamente la stessa colonia di Cordova, di propria iniziativa, chiuse le porte a Varrone, dispose sulle torri e sulle mura sentinelle e corpi di guardia e trattenne presso di sé per la difesa della città le due coorti che erano dette coloniali, giunte colà per caso

Nel medesimo tempo gli abitanti di Carmona, di gran lunga la città più potente di tutta la provincia, di propria iniziativa cacciarono le tre coorti, mandate da Varrone a presidiare la rocca della città, e chiusero le porte

Maybe you might be interested

Cesare, De bello civili: Libro 03, 21-30
Cesare, De bello civili: Libro 03, 21-30

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03, 21-30

[20] Hoc vero magis properare Varro, ut cum legionibus quam primum Gades contenderet, ne itinere aut traiectu intercluderetur: tanta ac tam secunda in Caesarem voluntas provinciae reperiebatur

Progresso ei paulo longius litterae Gadibus redduntur: simulatque sit cognitum de edicto Caesaris, consensisse Gaditanos principes eum tribunis cohortium, quae essent ibi in praesidio, ut Gallonium ex oppido expellerent, urbem insulamque Caesari servarent

Hoc inito consilio denuntiavisse Gallonio, ut sua sponte, dum sine periculo liceret, excederet Gadibus; si id non fecisset, sibi consilium capturos

Hoc timore adductum Gallonium Gadibus excessisse
20 Per questi motivi Varrone si affrettava a giungere quanto prima con le legioni a Gades perché la via di terra e il passaggio di mare non gli venissero bloccati; tanto e così benevolo favore nei confronti di Cesare si poteva constatare nella provincia

Aveva fatto poca strada quando gli viene recapitata una lettera proveniente da Gades per informarlo che, non appena si era avuta conoscenza dell'editto di Cesare, i notabili di Gades si erano accordati con i tribuni delle coorti che erano lì di guarnigione per scacciare dalla città Gallonio e salvaguardare città e isola per Cesare

Presa questa decisione, intimarono a Gallonio di lasciare Gades spontaneamente finché gli era concesso di farlo senza pericolo; ma se egli non l'avesse fatto, avrebbero preso le opportune decisioni

Spinto da questo timore Gallonio lasciò Gades
His cognitis rebus altera ex duabus legionibus, quae vernacula appellabatur, ex castris Varronis adstante et inspectante ipso signa sustulit seseque Hispalim recepit atque in foro et porticibus sine maleficio consedit

Quod factum adeo eius conventus cives Romani comprobaverunt, ut domum ad se quisque hospitio cupidissime reciperet

Quibus rebus perterritus Varro, cum itinere converso sese Italicam venturum praemisisset, certior ab suis factus est praeclusas esse portas

Tum vero omni interclusus itinere ad Caesarem mittit, paratum se esse legionem, cui iusserit, tradere

Ille ad eum Sextum Caesarem mittit atque huic tradi iubet

Tradita legione Varro Cordubam ad Caesarem venit; relatis ad eum publicis cum fide rationibus quod penes eum est pecuniae tradit et, quid ubique habeat frumenti et navium, ostendit
Venuta a conoscenza di ciò, una delle due legioni che erano dette provinciali, disertò dal campo di Varrone, in sua presenza e sotto i suoi occhi, e ritornò a Ispali e, senza arrecare danno, sostò nel foro e sotto i portici

E i cittadini romani di quella colonia approvarono a tal punto quel gesto che ciascuno accolse ospitalmente e con gran piacere presso di sé i legionari

Varrone, atterrito da questi fatti, cambiò direzione di marcia e mandò a dire che sarebbe andato a Italica, ma dai suoi fu informato che gli erano state chiuse le porte

Allora invero, preclusa ogni strada, manda a dire a Cesare di essere pronto a consegnare la legione a chi egli ordinava

Cesare gli manda Sesto Cesare e gli ordina di consegnarla a lui

Consegnata la legione, Varrone giunge a Cordova presso Cesare; dopo avere reso lealmente i conti della pubblica amministrazione, gli consegna il denaro che aveva con sé e gli mostra quanto frumento e navi possedeva e dove erano

Maybe you might be interested

Cesare, De bello civili: Libro 01, 11-20
Cesare, De bello civili: Libro 01, 11-20

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 01, 11-20

[21] Caesar contione habita Cordubae omnibus generatim gratias agit: civibus Romanis, quod oppidum in sua potestate studuissent habere; Hispanis, quod praesidia expulissent; Gaditanis, quod conatus adversariorum infregissent seseque in libertatem vindicassent; tribunis militum centurionibusque, qui eo praesidii causa venerant, quod eorum consilia sua virtute confirmassent

Pecunias, quas erant in publicum Varroni cives Romani polliciti, remittit; bona restituit eis, quos liberius locutos hanc poenam tulisse cognoverat

Tributis quibusdam populis publicis privatisque praemiis reliquos in posterum bona spe complet biduumque Cordubae commoratus Gades proficiscitur; pecunias monumentaque, quae ex fano Herculis collata erant in privatam domum, referri in templum iubet
21 Convocata in Cordova un'assemblea, Cesare porge a tutti un ringraziamento distinto per singole categorie: ai cittadini romani, poiché si erano impegnati a tenere la città in loro potere, agli Spagnoli, poiché avevano scacciato la guarnigione, agli abitanti di Gades, poiché avevano annientato gli sforzi dei nemici e avevano riacquistato la libertà; ai tribuni dei soldati e ai centurioni, che erano giunti colà per la difesa, poiché avevano appoggiato col loro valore le decisioni di quella gente

Condona il denaro che i cittadini romani avevano promesso a Varrone per l'erario; restituisce i beni a coloro ai quali erano stati confiscati, come era venuto a sapere, per avere parlato troppo liberamente

Ad alcune popolazioni consegna premi da destinare alla cosa pubblica e a privati e colma gli animi delle altre popolazioni di speranza per il futuro; fermatosi due giorni a Cordova, si dirige a Gades; ordina che siano riportati nel tempio il denaro e gli oggetti preziosi che dal tempio di Ercole erano stati portati in casa privata