Domenichino si cimenta in una raffigurazione al femminile dell'Eneide di Virgilio. Nel poema, dei guerrieri si confrontavano nella gara con l'arco. Ripresa nel momento della caccia, Diana solleva in segno arco e faretra in segno di vittoria. E' circondata da ninfee. Una di loro ha appena scagliato la freccia e colpito un volatile che sta cadendo a terra. Le ninfee che assistono, seguono con entusiasmo il felice epilogo della caccia. Alcune sono semplici osservatrici, altre danno consigli oppure riforniscono di frecce le cacciatrici di turno che vogliono usare l'arco.
Un levriero, tenuto a fatica, sta praticamente su due zampe, smanioso di essere liberato per poter recuperare la preda. L'altro cane vicino a lui, sembra non condividere tutto questo entusiasmo e si gode il suo ozio.
Una ninfea ha appena terminato il bagno e non è interessata a guardare la conclusione della scena. Ci da le spalle e sembra più interessata ad asciugarsi. Il volatile non è l'unica preda della giornata, dato che in profondità possiamo notare altre due fanciulle che portano a spalla un cerbiatto legato alle gambe a testa in giù. La sua carne sia per quantità che qualità sarà più apprezzata di quella del volatile.
Altre due ninfee stanno facendo il bagno, una di loro guarda verso l'osservatore. Non si vergogna del suo essere nuda e non si nasconde, anzi curiosa tiene lo sguardo verso di noi. L'amica, al suo fianco, intanto cerca di richiamare la sua attenzione, e con il braccio indica il punto in cui le consiglia di voltarsi a guardare.
C'è gioia, armonia e tanti sorrisi. così Domenichino vuole trasmetterci la sua visione
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