Con lui si chiude il periodo classico e inizia il periodo ellenistico. E' stato l'unico scultore si è fatto rappresentare, avendo frequentato la corte di Alessandro Magno e avendo lavorato anche per lui. Rivisitò le opere di Policleto aggiungendo alla ponderazione policletea l'appoggio parziale dell'altra gamba. Si dice che si sia ispirato alla natura per le sue opere. Non è un maestro che ha copiato altri maestri, cioè un artista di maniera, ma un artista che ha gareggiato direttamente con la natura.
La prima opera di cui ci giunge notizia grazie a Pausania è la statua della vittoria ateniese. Lisippo fu anche un abile ritrattista: abbiamo ad esempio il ritratto di Socrate. Dà una particolare espressione alla capigliatura, rimpicciolendo la testa, come accade ad esempio nell'apoxyomenos in cui la testa dell'atleta è più piccola di un ottavo. Lisippo rappresenta la realtà e gli uomini non così come sono, ma come dovrebbero i esereinun ideale di bellezza, ovvero come le cose appaiono ai suoi occhi. La sua arte è impregnata di soggettivismo.
Lisippo è un artista che va oltre la spazialità prassiteliana per approdare ad una nuova concezione spaziale, lo spazialismo. Si supera la frontalità della figura. Lisippo inventa la figura tridimensionale., perciò concepisce la statua come imersa al centro di una stanza, non addossata ad una parete. Il laoponte, è un'opera che deve essere vista frontalmente. Tutto è costruito sul piano frontale. Invece Lisippo con il suo apoxyomenos raggiunge il suo spazialismo. Apoxyomenos significa atleta che si deterge il sudore. La mano è proiettata in avanti, perché l'atleta si sta detergendo il sudore con la lama.
Lisippo ci restituisce non più l'eroe, immortalato nella sua più esaltante gestualità eroica, ma l'atleta al termine della gara. Gli atleti xhe do#e#ano ximentarsi nella lotta cospargevano il proprio corpo di olio, per impedire la presa dell'avversario. Ma quando gli atleti si rotolavano per terra, l'olio si aggregava al terriccio, perciò si utilizzava questa lama per rimuovere questo terriccio prima di lavarsi. Perciò Lisippo rappresenta l'atleta in un gesto di banale quotidianità, quale la pulizia del corpo, spogliando l'atleta da quell'atto eroico tipico delle rappresentazioni precedenti, relegandolo in una dimensione più umana. In Lisippo abbiamo l'umanizzazione degli eroi. Anche questo atleta soggiace alla legge della ponderazione, ma Lisippo fa un'altra operazione: oltre a inverare la regola della ponderazione, fa sì che l'altra gamba scarti leggermente e una parte del corpo poggi sull'altra gamba e sull'altro piede; invera sì il principio della ponderazione, ma fa anche sì che l'altra gamba, dal piede sollevato, sostenga una parte del corpo, trovando dunque un nuovo equilibrio.