Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 02, pag 2

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 07 - Parte 02
init Campi quoque repraesentata condicio ambitiosam ingredientis uiam ad fortius sustinendos parum prosperos comitiorum euentus utiliter instruxerit, quia propositis ante oculos clarissimorum uirorum repulsis ut non minore cum spe honores, ita prudentiore cum animi iudicio petent meminerintque nefas non esse aliquid ab omnibus uni negari, cum saepe numero singuli cunctorum uoluntatibus resistere fas esse duxerint, scientes etiam patientia quaeri debere quod gratia impetrari nequierit

Q Aelius Tubero a Q Fabio Maximo epulum populo nomine P Africani patrui sui dante rogatus ut triclinium sterneret lectulos Punicanos pellibus haedinis strauit et pro argenteis uasis Samia exposuit
() Anche la viva rappresentazione delle battaglie elettorali sarà utile, per coloro che intraprendono la carriera pubblica, a permettere di affrontare con più coraggio gli sfavorevoli risultati dei comizi, perché essi, considerate le sconfitte politiche subite da uomini illustri, presenteranno le loro candidature, come con non minore speranza di riuscita, così con maggiore esperienza e miglior consiglio e ricorderanno che è ben lecito a tutti negare qualcosa ad un solo, quando spesso i singoli hanno reputato lecito opporsi alla volontà di tutti, e sapendo altresì che bisogna cercar dì ottenere con la pazienza quel che non si può raggiungere col favore degli altri

() Quinto Elio Tuberone, pregato da Quinto Fabio Massimo, che offriva al popolo un banchetto in nome dello zio paterno Publio Africano, di apparecchiare adeguatamente la mensa, copri i letti tricliniari di tipo cartaginese con pelli di capretto e adoperò vasellame di Samo invece che d'argento
cuius rei deformitas sic homines offendit, ut, cum alioqui uir egregius haberetur comitiisque praetoriis candidatus in campum L Paulo auo et P Africano auunculo nixus descendisset, repulsa inde abiret notatus: nam ut priuatim semper continentiam probabant, ita publice maxima cura splendoris habita est

quocirca urbs non unius conuiuii numerum, sed totam se in illis pelliculis iacuisse credens ruborem epuli suffragiis suis uindicauit
Quest'onta turbò l'opinione pubblica al punto che Tuberone, pur essendo ritenuto per ogni altro riguardo persona egregia ed essendo sceso nella lizza elettorale per la pretura con l'appoggio del nonno Lucio Paolo e dello zio materno Publio Africano, ne uscì con un insuccesso: perché i nostri avi, come sempre lodavano la continenza in privato, così tenevano moltissimo alla sontuosità in pubblico

Perciò i cittadini, quasi che su quelle modeste e piccole pelli fossero giaciuti non i commensali di un solo banchetto, ma tutti loro, vendicarono col voto contrario la vergogna di quel banchetto
P autem Scipio Nasica togatae potentiae clarissimum lumen, qui consul Iugurthae bellum indixit, qui matrem Idaeam e Phrygiis sedibus ad nostras aras focosque migrantem sanctissimis manibus excepit, qui multas et pestiferas seditiones auctoritatis suae robore oppressit, quo principe senatus per aliquot annos gloriatus est, cum aedilitatem curulem adulescens peteret manumque cuiusdam rustico opere duratam more candidatorum tenacius adprehendisset, ioci gratia interrogauit eum num manibus solitus esset ambulare

quod dictum a circumstantibus exceptum ad populum manauit causamque repulsae Scipioni attulit: omnes namque rusticae tribus paupertatem sibi ab eo exprobratam iudicantes iram suam aduersus contumeliosam eius urbanitatem destrinxerunt
() Publio Scipione Nasica, splendido astro del potere politico, che da console dichiarò guerra a Giugurta, che ricevette nelle sue venerate mani il sìmulacro della Madre Idea migrante dalla Frigia alle nostre are e ai nostri focolari, che con la forza del suo prestigio soffocò molte e pericolose sedizioni, che il senato si gloriò di avere per alcuni anni quale suo principale esponente, si presentava, giovine, candidato all'edilità curule; tuttavia gli avvenne che, stretta fortuitamente come sogliono fare i candidati la destra di un tale indurita dai lavori agresti, gli chiese scherzosamente se avesse l'abitudine di camminare sulle mani

La battuta, raccolta dai circostanti, venne a conoscenza del popolo e causò la bocciatura elettorale di Scipione: perché tutti gli iscritti alle tribù rustiche, ritenendo che in quel modo venisse rinfacciata la loro povertà, si coalizzarono nella collera contro quella sua maniera offensiva di fare dello spirito

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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 08 - Parte 01

igitur ciuitas nostra nobilium iuuenum ingenia ab insolentia reuocando magnos et utiles ciues fecit honoribusque non patiendo eos a scurris peti debitum auctoritatis pondus adiecit

Nullus error talis in L Aemilio Paulo conspectus est, sed tamen aliquotiens frustra consulatum petiit, idemque, cum iam campum repulsis suis fatigasset, bis consul et censor factus amplissimum etiam dignitatis gradum obtinuit

cuius uirtutem iniuriae non fregerunt, sed acuerunt, quoniam quidem ipsa nota accensam cupiditatem summi honoris ardentiorem ad comitia detulit, ut populum, quia nobilitatis splendore et animi bonis mouerenon potuerat, pertinacia uinceret

Q autem Caecilium Metellum pauci et maesti amici consulatus repulsa adflictum tristitia ac rubore plenum domum reduxerunt
Pertanto il nostro popolo, distogliendo dall'insolenza i giovani della nobiltà, ne fece dei cittadini grandi e utili e, non permettendo che alle cariche pubbliche aspirassero persone facili alle battute procaci, aggiunsero ad esse la dovuta gravità

() Nessun errore del genere poté notarsi in Lucio Emilio Paolo: e tuttavia egli invano aspirò più volte alla carica di console e, pur dopo aver stancato il campo Marzio con le sue ripulse elettorali, eletto due volte console e censore, raggiunse la più alta dignità politica

La sua virtù fu non fiaccata, ma eccitata dalle ripulse, perché fece sì ch'egli si ripresentasse ai comizi consolare con un impegno ancor maggiore che derivava proprio dal poco onorevole insuccesso precedente per vincere con la perseveranza quel popolo che non gli era riuscito di cattivarsi con lo splendore della sua nobiltà e con le sue doti morali

() Quinto Cecilio Metello fu accompagnato a casa sua da pochi e addolorati amici, afflitto e rosso de vergogna per l'insuccesso elettorale
eundem de Pseudophilippo triumphantem uniuersus senatus laetum et alacrem in Capitolium prosecutus est

Achaici etiam belli, cui summam manum L Mummius adiecit, maxima pars ab hoc uiro profligata est

eine ergo populus consulatum negare potuit, cui mox duas clarissimas prouincias aut daturus erat aut debiturus, Achaiam et Macedoniam

et quidem hoc facto meliore eo ciue usus est: intellexit enim quam industrie sibi gerendus esset consulatus, quem tanto labore impetrari senserat

Quid tam excellens, quid tam opulentum quam L Sulla

diuitias, imperia largitus est, leges uetustas abrogauit, nouas tulit
ma lui stesso, lieto ed alacre, fu accompagnato dai senatori tutti fino al Campidoglio nel corso del trionfo che celebrò per la vittoria sul falso Filippo

Egli decise, in gran parte, dell'esito della guerra contro la lega Achea, cui Lucio Mummio si limitò a dare l'ultima mano

Avrebbe forse potuto il popolo negare il consolato a colui, al quale di le a poco o avrebbe dato o avrebbe dovuto le due più splendide province dell'Acaia e della Macedonia

Eppure quella ripulsa diede al popolo un cittadino migliore: perché Metello capì con quanto alacre impegno dovesse esercitare quel consolato, la cui conquista gli era costata tante fatiche

() Chi fu più in alto, chi più potente di Lucio Silla

Egli distribuì ricchezze e cariche, abrogò vecchie leggi, ne fece approvare di nuove

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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 05 - Parte 01

hic quoque in eo campo, cuius postea dominus extitit, repulsa praeturae suggillatus est, omnia loca petiti honoris, si quis modo deorum formam et imaginem futurae eius potentiae populo Romano repraesentasset, impetraturus

Sed ut comitiorum maximum crimen referam, M Porcius Cato, plus moribus suis praeturae decoris adiecturus quam praetexto eius splendoris ipse laturus, consequi illam a populo aliquando non potuit

proxima dementiae suffragia, quae quidem satis graues poenas erroris sui pependerunt, quoniam quem honorem Catoni negauerant Vatinio dare coacti sunt

ergo, si uere aestimare uolumus, non Catoni tunc praetura, sed praeturae Cato negatus est
Eppure anche lui riportò l'onta della ripulsa, nelle elezioni alla pretura, in quel campo Marzio, di cui in seguito sarebbe stato padrone, pur se era destinato a raggiungere tutti i gradi successivi alla carica cui aspirava, sol che un dio avesse raffigurato in anticipo al popolo romano il brillante séguito della sua futura potenza

() Per venire, ora, al più grave delitto elettorale, Marco Porcio Catone, che avrebbe aggiunto con la sua condotta decoro alla pretura più che riportare un successo personale un giorno non riuscì ad ottenerla dal popolo

Quella votazione fu quasi un atto di follia che venne pagato assai caro, perché gli elettori furono costretti a dare a Vatinio quella carica che avevano negato a Catone

Dunque, se vogliamo fare una valutazione obiettiva dell'accaduto, in quel caso non la pretura fu negata a Catone, ma Catone alla pretura
init Abominandae quoque necessitatis amarissimae leges et truculentissima imperia cum urbem nostram tum etiam exteras gentes multa non intellectu tantum, sed etiam auditu grauia perpeti coegerunt

Nam aliquot aduersis proeliis secundo Punico bello exhausta militari iuuentute Romana senatus auctore Ti Graccho consule censuit uti publice serui ad usum propulsandorum hostium impetum emerentur, eaque de re per tribunos pl apud populum lata rogatione tres creati sunt uiri, qui quattuor et uiginti milia seruorum conparauerunt adactosque iure iurando strenuam se fortemque operam daturos, quoad Poeni essent in Italia, laturos arma in castra miserunt

ex Apulia etiam et a Paediculis septuaginta atque cc ad supplementum equitatus sunt empti

quanta uiolentia est casus acerbi
() Anche le leggi amarissime e le crudeli imposizioni dell'esecranda necessità costrinsero non solo la nostra città, ma anche popoli stranieri a sopportare mali dolorosi non soltanto ad intendersi, quanto anche ad udirsi

() Ad esempio, quando al tempo della seconda guerra punica la gioventù armata di Roma era fisicamente e moralmente distrutta in seguito ad alcune sfavorevoli battaglie, il senato, su proposta del console Tiberio Gracco, decise che i servi fossero arruolati a spese dello Stato per respingere i nemici, e perciò, essendo stata presentata una proposta di legge al popolo da parte dei tribuni, si nominarono tre appositi incaricati, i quali trovarono ventiquattromila schiavi e, costrettili a giurare che si sarebbero battuti con coraggio, li mandarono negli accampamenti per far loro prestare servizio militare finché i Cartaginesi si fossero trovati in Italia

Anche dalla Puglia e dai Pedicoli furono riscattati duecentosettanta uomini per completare il contingente della cavalleria

Quanto grande è la violenza di un caso doloroso

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quae ciuitas ad id tempus ingenuae quoque originis capite censos habere milites fastidierat, eadem cellis seruilibus extracta corpora et a pastoralibus casis collecta mancipia uelut praecipuum firmamentum exercitui suo adiecit

cedit ergo interdum generosus spiritus utilitati et fortunae uiribus succumbit, ubi, nisi tutiora consilia legeris, speciosa sequenti concidendum est

Cannensis autem clades adeo urbem nostram uehementer confudit, ut M Iunio Pera dictatore rem publicam administrante spolia hostium adfixa templis deorum numini consecrata instrumento militiae futura conuellerentur, ac praetextati pueri arma induerent, addictorum etiam et capitali crimine damnatorum sex milia conscriberentur
Quella stessa città, che fino ad allora si era ben guardata dall'avere soldati tra i nullatenenti anche di origine libera, tolse i corpi degli schiavi dalle loro stamberghe, li raccolse dalle casupole dei pastori e li aggiunse come valido ausilio al proprio esercito

Dunque, talvolta la nobiltà di sangue cede all'interesse e soccombe alle forze della fortuna, quando, se non si prendessero decisioni più sicure, si finirebbe, per amore di apparenza e di esteriorità, per crollare

Il disastro di Canne creò a Roma uno scompiglio tale che, governandola il dittatore Marco Giunio Pera, le spoglie nemiche, che erano affisse ai templi e consacrate alla divinità dei celesti, furono divelte onde servissero alle necessità della guerra e giovinetti pretestati si armarono e furono arruolati persino seimila tra schiavi e condannati per delitti capitali
quae, si per se aspiciantur, aliquid ruboris habeant, si autem admotis necessitatis uiribus ponderentur, saeuitiae temporis conuenientia praesidia uideantur

Propter eandem cladem senatus Otacilio, qui Siciliam, Cornelio Mammulae, qui Sardiniam pro praetoribus obtinebant, querentibus quod neque stipendium neque frumentum classibus eorum et exercitibus socii praeberent, adfirmantibus etiam ne habere quidem eos unde id praestare possent, rescripsit aerarium longinquis inpensis non sufficere: proinde quo pacto tantae inopiae succurrendum esset ipsi uiderent

his litteris quid aliud quam imperii sui gubernacula e manibus abiecit Siciliamque et Sardiniam, benignissimas urbis nostrae nutrices, gradus et stabilimenta bellorum, tam multo sudore et sanguine in potestatem redactas paucis uerbis, te scilicet Necessitate iubente, dimisit
Questi fatti, se considerati in sé, provocherebbero vergogna, ma, se valutati in base alla considerazione dello stato di necessità, sembreranno degli utili provvedimenti, presi in coincidenza con la difficoltà delle circostanze

In seguito alla stessa sconfitta, il senato ad Otacilio e a Cornelio Mammula, pretori rispettivamente in Sicilia e in Sardegna, i quali lamentavano che gli alleati non davano né il soldo né il frumento alle loro flotte e ai loro eserciti e affermavano anche che essi non avevano neppure la possibilità di procurarli, scrisse in risposta che l'erario non aveva i mezzi necessari per spese da affrontare in paesi lontani: pertanto provvedessero loro come ovviare a tanta penuria

Con questo messaggio il senato null'altro fece se non lasciarsi cadere di mano il timone del suo potere e abbandonare a sé stesse con poche parole, costretto da te, o Necessità, Sicilia e Sardegna, generose nutrici della nostra Roma, nostri avamposti e basi di appoggio in guerra, la cui conquista ci era costata tanto sudore e tanto spargimento di sangue

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Eadem Casilinates obsidione Hannibalis clausos alimentorumque facultate defectos lora necessariis uinculorum usibus subducta eque scutis detractas pelles feruenti resolutas aqua mandere uoluisti

quid illis, si acerbitatem casus intueare, miserius, si constantiam respicias, fidelius

qui, ne a Romanis desciscerent, tali uti cibi genere sustinuerunt, cum pinguissima arua sua fertilissimosque campos moenibus suis subiectos intuerentur

itaque Campanae urbis, quae Punicam feritatem deliciis suis cupida fouit, in propinquo situm Casilinum, moderarum uirtute clarum, perseuerantis amicitiae pignore impios oculos uerberauit

In illa obsidione et fide cum trecenti Praenestini permanerent, euenit ut ex his quidam murem captum ducentis potius denariis uendere quam ipse potius leniendae famis gratia consumere mallet
() Tu stessa, o Necessità, volesti che gli abitanti di Casilino, chiusi d'assedio da Annibale e impossibilitati a rifornirsi di cibo, sottraessero all'uso naturale le strisce di cuoio adoperate come legami, staccassero le pelli dagli scudi e, bollitele in acqua calda, le mangiassero

Che di più infelice dei Casilinati, se si guardi alla durezza della loro sorte, che di più fedele, se ne consideriamo la resistenza

Per non staccarsi dai Romani, essi ebbero il coraggio di ricorrere a tale genere di cibo, mentre ai loro occhi si offrivano le ricchissime coltivazioni e i fertilissimi campi sottostanti alle mura

In tal modo Casilino, resa illustre dal suo valore, sferzò con questo saggio di perdurante amicizia gli empi occhi della vicina città campana, che si affannò con le sue delizie ad assecondare i ferini istinti dei Cartaginesi

() Quando i trecento di Preneste resistevano fedelmente al noto assedio della città, avvenne che uno di loro, preso un topo, preferì venderlo per duecento denari che mangiarlo per lenire i morsi della propria fame

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