Questa raccolta di "Idilli" comprende le poesie: L'infinito, La sera del dì di festa, Alla luna, Il sogno, La vita solitaria e Odi, Melisso. La sera del dì di festa narra l'epopea del mondo, sottolineando che neanche le grandi civiltà sono eterne e che la natura le lascia morire senza curarsene minimamente.
Ma probabilmente l'Infinito è l'idillio più affascinante e complesso, emblematico della prima fase della filosofia poetica leopardiana.
Naturalmente è l'infinito, ovvero l'indefinito, il fulcro dell'idillio, inteso come immaginazione indefinita di sensazioni emozionanti ma inafferrabili, al quale si affianca l'altro grande movente poetico leopardiano, quello della rimembranza, espresso con l'ambientazione in luoghi ben noti dell'infanzia del poeta.
Nell'anno 1828 l'autore ha composto Il risorgimento e A Silvia, prima di ritornare di nuovo nella sua città Recanati, dove nel 1829 scrive Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio e Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, per finire con il Passero solitario, scritto nel 1830.