Tacito, Annales: Libro 15, 36-75, pag 6

Tacito, Annales: Libro 15, 36-75

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 15, 36-75

Milichus praemiis ditatus conservatoris sibi nomen Graeco eius rei vocabulo adsumpsit

e tribunis Gavius Silvanus, quamvis absolutus, sua manu cecidit: Statius Proxumus veniam, quam ab imperatore acceperat, vanitate exitus conrupit

exuti dehinc tribunatu Pompeius * * * , Gaius Martialis, Flavius Nepos, Statius Domitius, quasi principem non quidem odissent, sed tamen ex[is]timarentur

Novio Prosco per amicitiam Senecae et Glitio Gallo atque Annio Pollioni infamatis magis quam convictis data exilia

Priscum Artoria Flaccilla coniux comitata est, Gallum Egnatia Maximilla, magnis primum et integris opibus, post ademptis; quae utraqe gloriam eius auxere

pellitur et Rufrius Crispinus occasione coniurationis, sed Neroni invisus, quod Poppaeam quondam matrimonio tenuerat
Milico, reso ricco dalle ricompense, assunse, nella forma greca del vocabolo, il nome di salvatore

Fra i tribuni, Gavio Silvano, anche se assolto, si uccise; Stazio Prossimo guastò con una morte inutile il perdono avuto dall'imperatore

Furono poi destituiti dalla carica di tribuno Pompeo, Cornelio Marziale, Flavio Nepote, Stazio Domizio, perché, pur non odiando il principe, avevano la reputazione di farlo

Si videro comminare l'esilio Novio Prisco, per l'amicizia con Seneca, e Glizio Gallo insieme ad Annio Pollione solo per sospetti e non in base a prove concrete

La moglie di Prisco, Artoria Flaccilla, accompagnò il marito nell'esilio, e così quella di Gallo, Egnazia Massimilla: aveva quest'ultima grandi ricchezze, che le furono prima lasciate e poi tolte, circostanze che, nell'uno e nell'altro caso, accrebbero la sua gloria

Viene cacciato in esilio anche Rufrio Crispino, col pretesto della congiura ma perché inviso a Nerone, in quanto, tempo prima, aveva avuto in matrimonio Poppea
Verginium [Flavum et Musonium] Rufum claritudo nominis expulit: nam Verginius studia iuvenum eloquentia, Musonius praeceptis sapientiae fovebat

Cluvidieno Quieto, Iulio Agrippae, Blitio Catulino, Petronio Prisco, Iulio Altino, velut in agmen et numerum, Aegaei maris insulae permittuntur

at Ca[e]dicia uxor Scaevini et Caesennius Maximus Italia prohibentur, reos fuisse se tantum poena experti

Acilia mater Annaei Lucani sine absolutione, sine supplicio dissimulata

[72] Quibus perpetratis Nero et contione militum habita bina nummum milia viritim manipularibus divisit addiditque sine pretio frumentum quo ante ex modo annonae utebantur
Il prestigio del loro nome valse l'esilio a Verginio Flavo e Musonio Rufo: Verginio, infatti, affascinava i giovani con l'eloquenza, Musonio coi precetti della filosofia

Cluvidieno Quieto, Giulio Agrippa, Blizio Catulino, Petronio Prisco, Giulio Altino, furono liberi di raggiungere, come in schiera e per far numero, le isole del mar Egeo

La moglie di Scevino, Cedicia, e Cesennio Massimo ebbero il divieto di risiedere in Italia: solo dalla pena appresero d'essere stati accusati

Acilia, madre di Anneo Lucano, rimasta senza assoluzione né condanna, la si volle dimenticare

72 Perpetrato tutto ciò, Nerone, adunati i pretoriani, distribuì a ciascuno duemila sesterzi e in aggiunta diede loro, gratuito, quel frumento che prima pagavano a prezzo di mercato
tum quasi gesta bello expositurus, vocat senatum et triumphale decus Petronio Turpi[li]ano consulari, Cocceio Nervae praetori designato, Tigellino praefecto praetorii tribuit, Tigellinum et Nervam ita extollens, ut super triumphales in foro imagines apud Palatium quoque effigies eorum sisteret

consularia insignia Nymphidio [Sabino decrecta, de quo] qu[i]a nunc primum oblatus est, pauca repetam: nam et ipse pars Romanarum cladium erit

igitur matre libertine ortus, quae corpus decorum inter servos libertosque principum vulgaverat, ex C Caesare se genitum ferebat, quoniam forte quadam habitu procerus et torvo vultu erat, sive C Caesar, scortorum quoque cupiens, etiam matri eius inlusit
Poi, quasi dovesse riferire su imprese militari, convoca il senato e conferisce l'onore del trionfo all'ex console Petronio Turpiliano, al pretore designato Cocceio Nerva e al prefetto del pretorio Tigellino, esaltando gli ultimi due al punto da far collocare, oltre alle immagini trionfali nel foro, anche le loro statue nel palazzo imperiale

Le insegne consolari furono attribuite a Ninfidio; incontriamo costui ora per la prima volta, e intendo darne qualche breve notizia, perché anch'egli sarà parte delle sciagure di Roma

Nato dunque da una liberta, che aveva prostituito il bellissimo corpo agli schiavi e ai liberti imperiali, si vantava come nato da Gaio Cesare, perché lo ricordava, casualmente, nell'alta statura e nell'aspetto torvo, o forse anche perché Gaio Cesare, cui non dispiacevano neanche le prostitute, si era goduto pure la madre di lui

Maybe you might be interested

Tacito, Annales: Libro 14, 01-19
Tacito, Annales: Libro 14, 01-19

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 14, 01-19

[73] Sed Nero [vocato senatu], oratione inter patres habita, edictum apud populum et conlata in libros indicia confessionesque damnatorum adiunxit

etenim crebro vulgi rumore lacerabatur, tamquam viros [claros] et insontes ob invidiam aut metum extinxisset

ceterum coeptam adultamque et revictam coniurationem neque tunc dubitavere, quibus verum noscendi cura erat, et fatentur, qui post interitum Neronis in urbem regressi sunt
73 Tornando a Nerone, questi, convocato il senato e tenutovi un discorso, fece seguire un editto al popolo e presentò la raccolta, in vari volumi, delle denunce e delle confessioni degli accusati

Nerone era, infatti, oggetto di aspri e frequenti attacchi da parte della gente, che lo riteneva responsabile, per gelosia e paura, della morte arrecata a personalità illustri e innocenti

D'altra parte chi s'era dato cura di gettar luce sugli avvenimenti, non ha avuto allora dubbi sul fatto che una congiura si fosse delineata, poi sviluppata e quindi repressa, e del resto la attestano quanti sono rientrati a Roma dopo la morte di Nerone
at in senatu cunctis, ut cuique plurimum maeroris, in adulationem demissis, Iunium Gallionem, Senecae fratris morte pavidum et pro sua incolumitate supplicem, increpuit Salienus Clemens, hostem et parricidam vocans, donec consensu patrum deterritus est, ne publicis malis abuti ad occasionem privati odii videretur, neu compostia aut obliterata mansuetudine principis novam ad saevitiam retraheret

[74] Tum [decreta] dona et grates deis decernuntur, propriusque honos Soli, cum est vetus aedes apud circum, in quo facinus parabatur, qui occulta coniurationis [suo] numine retexisset; utque circensium Cerialium ludicrum pluribus equorum cursibus celebraretur mensisque Aprilis Neronis cognomentum acciperet; templum Saluti exstrueretur eius loco, ex quo Scaevinus ferrum prompserat
In senato intanto, dove tutti si abbassavano all'adulazione - e peggio chi più duramente aveva visto colpiti i propri cari - Salieno Clemente aggredì Giunio Gallione, impaurito per la morte del fratello Seneca e implorante salvezza per sé, chiamandolo nemico della patria e parricida, finché non fu messo a tacere dalla reazione unanime dei senatori, che lo ammonivano a non dare l'impressione che stesse sfruttando i pubblici mali per sfogare rancori personali, e a non lasciare spazio a nuove crudeltà del principe, riaprendo vicende ormai chiuse o dimenticate dalla sua clemenza

74 Vengono allora decretati offerte e ringraziamenti agli dèi e particolari onori al Sole, che aveva un antico tempio presso il circo, dove si era organizzato l'attentato, perché aveva svelato, con la sua potenza, le trame nascoste della congiura; si stabilì inoltre che i giochi del circo in onore di Cerere fossero celebrati con più corse di cavalli, che il mese di aprile prendesse il nome da Nerone e che si innalzasse un tempio alla Salute nel luogo dove Scevino aveva preso il pugnale

Maybe you might be interested

Tacito, Annales: Libro 12, 01-39
Tacito, Annales: Libro 12, 01-39

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 12, 01-39

ipse eum pugionem apud Capitolium sacravit inscripsitque Iovi Vindici, [quod] in praesens haud animadversum post arma Iulii Vindicis ad auspicium et praesagium futurae ultionis trahebatur

reperio in commentariis senatus Cerialem Anicium consulem designatum pro sententia dixisse, ut templum divo Neroni quam maturrime publica pecunia poneretur

quod quidem ille decernebat tamquam mortale fastigium egresso et venerationem hominum merito, [sed ipse prohibuit, ne interpretatione] quorundam ad omen [dolum] sui exitus verteretur: nam deum honor principi non ante habetur, quam agere inter homines desierit

Nerone consacrò personalmente in Campidoglio quel pugnale con la scritta A Giove Vindice; sul momento nessuno fece caso alla coincidenza, ma, dopo la rivolta di Giulio Vindice, venne interpretato come auspicio e presagio della futura vendetta

Trovo negli atti del senato che il console designato Ceriale Anicio propose di erigere, a pubbliche spese e al più presto, un tempio al divo Nerone

In verità Anicio lo proponeva perché il principe aveva superato i limiti della condizione mortale, meritandosi la venerazione degli uomini, ma Nerone respinse l'offerta, perché alcuni non intendessero il fatto come cattivo presagio della sua fine: non si attribuiscono, infatti, onori divini ad un principe prima che abbia cessato di vivere tra gli uomini

Maybe you might be interested

Tacito, Annales: Libro 14, 20-39
Tacito, Annales: Libro 14, 20-39

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 14, 20-39

Tacito, Annales: Libro 16, 01-35
Tacito, Annales: Libro 16, 01-35

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 16, 01-35

Tacito, Annales: Libro 03 - Parte 01
Tacito, Annales: Libro 03 - Parte 01

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 03 - Parte 01

Tacito, Annales: Libro 02 - Parte 02
Tacito, Annales: Libro 02 - Parte 02

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 02 - Parte 02

Tacito, Annales: Libro 04, 25-50
Tacito, Annales: Libro 04, 25-50

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 04, 25-50

Tacito, Annales: Libro 12, 40-69
Tacito, Annales: Libro 12, 40-69

Latino: dall'autore Tacito, opera Annales parte Libro 12, 40-69