Sallustio, Bellum Iugurthinum: Parte 81-85, pag 2

Sallustio, Bellum Iugurthinum: Parte 81-85

Latino: dall'autore Sallustio, opera Bellum Iugurthinum parte Parte 81-85
Huiusce rei ego inopiam fateor, Quirites, verum, id quod multo praeclarius est, meamet facta mihi dicere licet

Nunc videte, quam iniqui sint

Quod ex aliena virtute sibi arrogant, id mihi ex mea non concedunt, scilicet quia imagines non habeo et quia mihi nova nobilitas est, quam certe peperisse melius est quam acceptam corrupisse

Equidem ego non ignoro, si iam mihi respondere uelint, abunde illis facundam et compositam orationem fore

Sed in maximo vestro beneficio cum omnibus locis meque vosque maledictis lacerent, non placuit reticere, ne quis modestiam in conscientiam duceret

Nam me quidem ex animi mei sententia nulla oratio laedere potest: quippe vera necesse est bene praedicent, falsa vita moresque mei superant
Confesso, Quiriti, che per me questa luce non splende;Ma ho un privilegio che mi fa molto più onore: posso parlare di imprese che io stesso ho compiuto

Vedete ora quanto siano ingiusti

i diritti che pretendono in nome della virtù altrui, non li vogliono concedere a me in nome della mia, evidentemente perché non ho ritratti di antenati e perché la mia nobiltà è recente: Ma è certo meglio essersela conquistata da soli, che, una volta ereditata, averla guastata

Per parte mia non ignoro che, se ora volessero rispondermi, potrebbero profondersi in discorsi eloquenti e forbiti

Ma dal momento che non perdono occasione per coprire d'insulti me e voi a proposito dell'alto onore che mi avete concesso, non ho voluto tacere, per evitare che la mia moderazione venisse scambiata per un'ammissione di colpa

Quanto a me, sono profondamente convinto che nessun discorso può recarmi danno, perché, se è veritiero, non può che essere a mio favore, se è falso, la condotta della mia vita è lì a smentirlo
Sed quoniam vestra consilia accusantur, qui mihi summum honorem et maximum negotium imposuistis, etiam atque etiam reputate, num eorum paenitendum sit

Non possum fidei causa imagines neque triumphos aut consulatus maiorum meorum ostentare, at, si res postulet, hastas, uexillum, phaleras, alia militaria dona, praeterea cicatrices aduerso corpore

Hae sunt meae imagines, haec nobilitas, non hereditate relicta, ut illa illis, sed quae ego meis plurimis laboribus et periculis quaesiui

Non sunt composita verba mea: parui id facio

Ipsa se virtus satis ostendit

Illis artificio opus est, ut turpia facta oratione tegant

Neque litteras Graecas didici: parum placebat eas discere, quippe quae ad virtutem doctoribus nihil profuerant
Nondimeno, poiché viene messa sotto accusa la vostra decisione di conferirmi l'onore più alto e l'incarico più impegnativo, considerate attentamente se non dobbiate pentirvene

Io non posso, per conquistare la vostra fiducia, vantare ritratti o trionfi o consolati dei miei antenati, ma se necessario, posso mostrare lance, stendardi, falere, altre decorazioni militari, e infine le cicatrici che mi attraversano il petto

Questi sono i miei ritratti, questa è la mia nobiltà: non mi è stata lasciata in eredità come la loro, ma l'ho conquistata a prezzo di innumerevoli fatiche e pericoli

Le mie parole non sono forbite, ma non me ne curo

La virtù parla da sola

Gli orpelli servono a loro, che debbono ammantare di belle parole le loro azioni vergognose

E non ho studiato le lettere greche: non mi attirava molto lo studio di una materia che non era riuscita a rendere più virtuosi i suoi maestri
At illa multo optima rei publicae doctus sum: hostem ferire, praesidia agitare, nihil metuere nisi turpem famam, hiemem et aestatem iuxta pati, humi requiescere, eodem tempore inopiam et laborem tolerare

His ego praeceptis milites hortabor, neque illos arte colam, me opulenter, neque gloriam meam, laborem illorum faciam

Hoc est utile, hoc civile imperium

Namque cum tute per mollitiem agas, exercitum supplicio cogere, id est dominum, non imperatorem esse

Haec atque alia talia maiores vestri faciendo seque remque publicam celebrauere

Quis nobilitas freta, ipsa dissimilis moribus, nos illorum aemulos contemnit et omnis honores non ex merito, sed quasi debitos a vobis repetit

Ceterum homines superbissimi procul errant
Ma io ho imparato cose di gran lunga più utili alla repubblica: colpire il nemico, fare la guardia, temere soltanto l'infamia, sopportare indifferentemente il freddo e il caldo, dormire per terra, resistere contemporaneamente alle privazioni e alla fatica

Queste sono le lezioni che impartirò ai miei soldati e non li sottoporrò a privazioni vivendo nell'agiatezza, né mi attribuirò la gloria lasciando loro la fatica

Questa è una regola di comando utile e conforme alla dignità dei cittadini

Vivere al sicuro nel lusso e sottoporre l'esercito a dura disciplina è comportarsi da tiranno, non da comandante

I nostri antenati, tenendo questi comportamenti o altri simili, resero illustri se stessi e la repubblica

I nobili, facendosi forti delle imprese di tali uomini, da cui sono così dissimili nella condotta, disprezzano noi che ne seguiamo l'esempio ed esigono da voi tutti gli onori, non a titolo di merito, ma come dovuti

Ma nel loro smisurato orgoglio commettono un grave errore

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Sallustio, Bellum Iugurthinum: Parte 01-05

Latino: dall'autore Sallustio, opera Bellum Iugurthinum parte Parte 01-05

maiores eorum omnia quae licebat illis reliquere: divitias, imagines, memoriam sui praeclaram; virtutem non reliquere, neque poterant: ea sola neque datur dono neque accipitur

Sordidum me et incultis moribus aiunt, quia parum scite convivium exorno neque histrionem ullum neque pluris preti coquum quam vilicum habeo

Quae mihi libet confiteri, Quirites

Nam ex parente meo et ex aliis sanctis viris ita accepi, munditias mulieribus, viris laborem convenire, omnibusque bonis oportere plus gloriae quam divitiarum esse; arma, non supellectilem decori esse

Quin ergo, quod iuuat, quod carum aestimant, id semper faciant: ament, potent; ubi adulescentiam habuere, ibi senectutem agant, in conviviis, dediti ventri et turpissimae parti corporis; sudorem, puluerem et alia talia relinquant nobis, quibus illa epulis iucundiora sunt

verum non ita est
Gli antenati lasciarono loro tutto quello che potevano: ricchezze, ritratti, la loro stessa illustre memoria; non lasciarono loro la virtù, e non avrebbero potuto, considerato che è la sola cosa che non si può dare né ricevere in dono

Dicono che sono volgare e di rozzi costumi, perché non so allestire un banchetto in modo raffinato e perché non ho istrioni o cuochi che valgano più di un fattore

Sono ben lieto di ammetterlo, Quiriti

Da mio padre e da altre venerande persone ho imparato che l'eleganza si addice alle donne, la fatica agli uomini e che i galantuomini devono distinguersi per gloria più che per denaro: le armi, non le suppellettili, sono il loro vanto

Ebbene, continuino dunque a fare sempre ciò che più loro piace e torna gradito: si diano agli amori, al bere, là dove hanno trascorso la gioventù, nei bagordi, passino la vecchiaia, schiavi del ventre e della parte più vergognosa del corpo; lascino a noi il sudore, la polvere e altre cose del genere: noi le preferiamo ai loro banchetti

Ma non è così
Nam ubi se flagitiis dedecorauere turpissimi viri, bonorum praemia ereptum eunt

Ita iniustissime luxuria et ignavia, pessimae artes, illis, qui coluere eas, nihil officiunt, rei publicae innoxiae cladi sunt

Nunc quoniam illis, quantum mei mores, non illorum flagitia poscebant, respondi, pauca de re publica loquar

Primum omnium de Numidia bonum habete animum, Quirites

Nam quae ad hoc tempus Iugurtham tutata sunt, omnia remouistis: auaritiam, imperitiam atque superbiam

Deinde exercitus ibi est locorum sciens, sed mehercule magis strenuos quam felix

Nam magna pars eius auaritia aut temeritate ducum attrita est

Quam ob rem vos, quibus militaris aetas est, annitimini mecum et capessite rem publicam, neque quemquam ex calamitate aliorum aut imperatorum superbia metus ceperit
Dopo essersi coperti di vergogna, questi indegni personaggi vengono a strappare le ricompense agli onesti

Così, in maniera profondamente ingiusta, i vizi peggiori, la lussuria e l'ozio, non danneggiano chi li pratica, ma rovinano la comunità che non ne ha colpa

Ora, poiché ho risposto loro come il mio temperamento e certo non i loro misfatti esigevano, aggiungerò poche parole a proposito della repubblica

Prima di tutto per quanto riguarda la Numidia state pure tranquilli, Quiriti

Infatti avete rimosso tutti quegli ostacoli che fino ad ora sono stati una difesa per Giugurta: avidità, incompetenza e arroganza

In secondo luogo, di stanza in Africa abbiamo un esercito pratico dei luoghi, anche se, purtroppo, più valoroso che fortunato

Infatti gran parte di esso è stata logorata dall'avidità e dalla sconsideratezza dei comandanti

Voi, dunque, che siete in età di portare le armi, unite i vostri sforzi ai miei e prendete le difese della repubblica senza lasciarvi cogliere dallo sgomento per le disgrazie degli altri o per l'arroganza dei comandanti

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Egomet in agmine [a]ut in proelio consultor idem et socius periculi vobiscum adero, meque vosque in omnibus rebus iuxta geram

Et profecto dis iuuantibus omnia matura sunt: victoria, praeda, laus

Quae si dubia aut procul essent, tamen omnis bonos rei publicae subvenire decebat

Etenim nemo ignavia immortalis factus est, neque quisquam parens liberis, uti aeterni forent, optauit, magis uti boni honestique vitam exigerent

Plura dicerem, Quirites, si timidis virtutem verba adderent; nam strenuis abunde dictum puto

Io sarò al vostro fianco in marcia o in battaglia, consigliere e compagno nei pericoli, e in ogni circostanza tratterò voi e me nello stesso modo

E veramente con l'aiuto degli dèi tutto è pronto per noi: vittoria, preda e gloria

Ma anche se queste fossero incerte o remote, nondimeno sarebbe dovere di tutti i buoni cittadini venire in aiuto della repubblica

Nessuno si è mai garantito l'immortalità con la viltà, nessun padre ha mai augurato ai suoi figli una vita eterna piuttosto che onesta e virtuosa

Direi di più, Quiriti, se le parole potessero dare coraggio ai vili; per i valorosi credo di aver detto abbastanza

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