Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 4, 1-15

Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 4, 1-15

Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 4, 1-15

[1] Primus in eo qui scribendi legendique adeptus erit facultatem grammaticis est locus [1] Il primo posto in colui che avrà raggiunto la capacità di scrivere e leggere è per i grammatici
Nec refert de Graeco an de Latino loquar, quamquam Graecum esse priorem placet: utrique eadem via est Non importa se parlo di lingua greca o latina, sebbene aggrada che la prima sia greca: per entrambe il metodo è lo stesso
[2] Haec igitur professio, cum brevissime in duas partis dividatur, recte loquendi scientiam et poetarum enarrationem, plus habet in recessu quam fronte promittit [2] Questa disciplina dunque, dividendosi molto semplicemente in due parti, la scienza del parlare correttamente e il commento dei poeti, alla base comprende più di quanto promette in apparenza

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Quintiliano, Institutio oratoria: Liber 1, 1, 1-22
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Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 1, 1-22

[3] Nam et scribendi ratio coniuncta cum loquendo est et enarrationem praecedit emendata lectio et mixtum his omnibus iudicium est: quo quidem ita severe sunt usi veteres grammatici ut non versus modo censoria quadam virgula notare et libros qui falso viderentur inscripti tamquam subditos summovere familia permiserint sibi, sed auctores alios in ordinem redegerint, alios omnino exemerint numero [3] Infatti sia lo stile dello scrivere è unito col parlare sia la lettura corretta precede il commento e il giudizio è unito a tutte queste cose: di cui certo gli antichi grammatici si servirono così severamente che si permisero di segnare non solo i versi con una certa linea censoria ed eliminare come sottomessi a un canone i libri che sembravano attribuiti erroneamente, ma elencarono in ordine alcuni autori, tolsero addirittura altri dal numero
[4] Nec poetas legisse satis est: excutiendum omne scriptorum genus, non propter historias modo, sed verba, quae frequenter ius ab auctoribus sumunt [4] Né è sufficiente aver letto i poeti: doversi considerare ogni genere di scrittori, non solo per i contenuti, ma per le parole, che spesso assumono autorità dagli autori

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Quintiliano, Institutio oratoria: 10; 01, 93-95
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Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte 10; 01, 93-95

tum neque citra musicen grammatice potest esse perfecta, cum ei de metris rhythmisque dicendum sit, nec si rationem siderum ignoret poetas intellegat, qui, ut alia mittam, totiens ortu occasuque signorum in declarandis temporibus utuntur, nec ignara philosophiae, cum propter plurimos in omnibus fere carminibus locos ex intima naturalium quaestionum subtilitate repetitos, tum vel propter Empedoclea in Graecis, Varronem ac Lucretium in Latinis, [5] qui praecepta sapientiae versibus tradiderunt: eloquentia quoque non mediocri est opus, ut de unaquaque earum quas demonstravimus rerum dicat proprie et copiose Dunque né la grammatica può essere completa al di là della musica, spettando ad essa dover informare sui metri e sui ritmi, né se ignora il sistema degli astri capirà i poeti, che, affinché io tralasci altro, fanno uso tante volte del sorgere e del tramonto delle costellazioni nel dover fissare i periodi, né l'ignoranza della filosofia, non solo per i molti passi ricorrenti generalmente in tutti i poemi da un'interna sottigliezza delle questioni naturali, ma anche per Empedocle fra i Greci, di Varrone e Lucrezio fra i Latini, [5] che affidarono ai versi i precetti della sapienza: necessita anche di un'eloquenza non mediocre, affinché parli appropriatamente ed ampiamente su ciascuno di quegli argomenti che abbiamo trattato
Quo minus sunt ferendi qui hanc artem ut tenuem atque ieiunam cavillantur Quanto meno non sono da tollerare quelli che deridono come leggera ed insignificante quest'arte

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Latino: dall'autore Quintiliano, opera Institutio oratoria parte Liber 1, 10, 17-33

Quae nisi oratoris futuri fundamenta fideliter iecit, quidquid superstruxeris corruet: necessaria pueris, iucunda senibus, dulcis secretorum comes, et quae vel sola in omni studiorum genere plus habeat operis quam ostentationis La quale se non getterà fedelmente le basi del futuro oratore, qualunque cosa avrai strutturato cadrà: necessaria ai ragazzi, gradita agli anziani, dolce compagna delle solitudini, e quella che forse unica in ogni genere di studi conserva più sostanza che apparenza
[6] Ne quis igitur tamquam parva fastidiat grammatices elementa, non quia magnae sit operae consonantes a vocalibus discernere ipsasque eas in semivocalium numerum mutarumque partiri, sed quia interiora velut sacri huius adeuntibus apparebit multa rerum subtilitas, quae non modo acuere ingenia puerilia, sed exercere altissimam quoque eruditionem ac scientiam possit [6] Nessuno dunque elimini le grammatiche come se elementi di poco conto, non perché sia di grande impegno distinguere le consonanti dalle vocali e che queste stesse dividersi nel numero delle semivocali e delle mute, ma perché a quelli che raggiungeranno le profondità di questo quasi luogo sacro apparirà una grande sottigliezza di elementi, che non solo possa acuire gli ingegni giovanili, ma stimolare anche una profondissima cultura e conoscenza

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[7] An cuiuslibet auris est exigere litterarum sonos [7] Forse è lecito alle orecchie di chiunque giudicare i suoni delle lettere

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