Odissea, vv. 74-197. 1) La figura di Nausicaa: cerca di delineare le caratteristiche di questa fanciulla
Nausicaa è una figura bellissima nell'Odissea, forse una delle più belle, e sicuramente quella descritta con i toni più delicati che il poeta potesse usare.
Nausicaa è la figlia del re Alcinoo, re dei feaci, è una principessa dunque, ma più di tutto è una ragazza che scopre l'amore e alla quale si apre la porta di una nuova vita. Tutto l'episodio di Nausicaa è incentrato sul fatto che questa ragazza sta aspettando l'arrivo del suo sposo che gli è stato annunciato in sogno da Atena. L'arrivo di Ulisse, reso bellissimo dall'intervento divino, è un tuffo al cuore per questa ragazza che probabilmente crede di vedersi già davanti il suo futuro sposo.
Le adulazioni di Ulisse, delicate e appropriate alla situazione affascinano la fanciulla che dalla descrizione delle sue azioni e delle sue parole ci appare bella di una bellezza pura, ingenua, che tuttavia non sconfina nella sprovvedutezza. Il poeta ci fa notare come Nausicaa segua in modo impeccabile le sacre regole dell'ospitalità anche davanti a uno sconosciuto e come dimostri la sua ammirazione per Ulisse in modo semplice e delicato quando lo invita a entrare da solo in città, per non destare pettegolezzi riguardo a un uomo così bello accanto a lei.
In sostanza la figura di questa fanciulla è la rappresentazione del momento della vita nel quale l'animo di una giovane si apre all'amore e ne sente la speranza. Dalla delicatezza, dalla dolcezza, dalla grande espressività di questa rappresentazione possiamo trarre se non altro la sensazione di stupore che ci pervade trovando, in un poema di due milleni fa, forse uno dei più begli esempi di descrizione del sentimento della storia della letteratura.
Mentre sepolto in un profondo sonno
Colà posava il travagliato Ulisse,
Minerva al popol de' Feaci e all'alta
Lor città s'avvïò. Questi da prima
Ne' vasti d'Iperèa fecondi piani
Far dimora solean, presso i Ciclopi,
Gente di cuor superbo, e a' suoi vicini
Tanto molesta più quanto più forte.
ODISSEA LIBRO VI NAUSICAA
Quindi Nausitoo, somigliante a un dio,
Di tal sede levolli, e in una terra,
Che dagli uomini industri il mar divide,
Gli allogò, nella Scheria; e qui condusse
Alla cittade una muraglia intorno.
Le case fabbricò, divise i campi,
E agl'Immortali i sacri templi eresse.
Colpito dalla Parca, ai foschi regni
Era già sceso, e Alcinoo, che i beati
Numi assennato avean, reggea lo scettro.