Come da questi narrato, in quel frangente nonostante si trattasse del pieno giorno, si fece buio su tutta la terra; Le Brun isola la figura di Cristo sulla croce da qualsiasi altro riferimento narrativo (se si esclude il gruppo di parenti e discepoli sulla destra che da lontano assistono all'evento), in modo da enfatizzare il senso ultimo della vicenda terrena del figlio di Dio, strumento di salvazione dell'umanità dal peccato originale.
Cristo è colto nell'attimo in cui si rivolge al padre: egli è ancora vivo. Alcuni Angeli si agitano nel cielo mentre percepiamo la presenza del forte vento attraverso il gonfiarsi del panno sui fianchi di Cristo e il sollevarsi del cartiglio sull'estremità superiore della Croce. Il teschio alla base di essa va identificato con quello di Adamo, il progenitore dell'umanità il cui peccato verrà lavato con il sacrificio di Gesù, ma indica anche il luogo dove storicamente avvenne La crocifissione, il Golgota, che in lingua ebraica significa appunto "teschio".
Nel desiderio di offrire una corretta ricostruzione filologica dell'episodio, il pittore mostra i piedi di Cristo trafitti da due chiodi anziché da uno solo, basandosi su un iconografia paleocristiana che, abbandonata nel Medioevo, torna a essere utilizzata proprio nel Seicento Forse perché ritenuta maggiormente conforme alla verità dei fatti accaduti