La ripresa è talmente ravvicinata che addirittura il braccio destro di Giuditta non entra nel campo visivo. Qui l'eroina è di spalle, con i muscoli della schiena contratti e ben in evidenza, pronti per sferrare il colpo mortale, lo sguardo ferro e implacabile comunica allo spettatore in maniera inequivocabile l'intenzione di uccidere, mentre la mano sta sfoderando la spada.
La luce la colpisce e ne mette in evidenza tutti i particolari, dalla preziosità cromatica e materica delle vesti, al monile, fino al copricapo e alle sfumature dell'incarnato del viso. Al contrario il volto di Oloferne è solo abbozzato, totalmente avvolto dall'ombra e l'unico elemento che lo connota sono i folti baffi scuri. La linea di confine tra la luce e l'ombra sul collo del condottiero assiro è proprio il punto dove la lama della spada colpirà