Lentamente quel popolo che si tiene per mano si disperde. Ci si dà appuntamento alla chiesa di San Domenico per la veglia di preghiera organizzata per quella notte. Le fiaccole accese per reagire alla violenza mafiosa. Arriva Paolo Borsellino, circondato dai suoi agenti di scorta, e accende una fiaccola. Si siede in assoluto silenzio. Finché arriva il momento del suo intervento.
Una profonda commozione rapisce immancabilmente tutti quanti. Molti piangono. Molti altri continuano ad applaudire quasi a non volerlo lasciare andare via. E anche Borsellino è come se non volesse staccarsi da quell'abbraccio collettivo. A un certo punto un sacerdote gli si avvicina per salutarlo. in quel momento Borsellino chiama accanto a se la figlia più piccola, Fiammetta, e indicandola al sacerdote esclama: padre, questa è mia figlia. Il sacerdote gli risponde delicatamente di esserne a conoscenza. ma Borsellino insiste e ripete: padre, questa è mia figlia. Fiammetta interviene per ricordare al padre che il prelato lo ha compreso. Incurante di ciò Paolo Borsellino per la terza e ultima volta fissa negli occhi il religioso e ribadisce: padre, questa è mia figlia.
Quella scena turba profondamente il sacerdote e coloro che ne sono testimoni