Latino: dall'autore Cicerone, opera Filippiche parte 02; 06-10
| Atque idem ego, cum iam opes omnis et suas et populi Romani Pompeius ad Caesarem detulisset seroque ea sentire coepisset, quae multo ante provideram, inferrique patriae bellum viderem nefarium, pacis, concordiae, compositionis auctor esse non destiti, meaque illa vox est nota multis: 'Utinam, Pompei, cum Caesare societatem aut numquam coisses aut numquam diremisses Fuit alterum gravitatis, alterum prudentiae tuae 'Haec mea, M Antoni, semper et de Pompeio et de re publica consilia fuerunt Quae si valuissent, res publica staret, tu tuis flagitiis, egestate, infamia concidisses |
E ancora io, quando Pompeo abbandonato ormai nelle mani di Cesare tutto il potere sia suo sia quello del popolo romano, cominciò troppo tardi ad accorgersi di ciò che io avevo previsto da tanto tempo, allora, vedendo incombere sulla nostra patria una guerra disastrosa, non ho mai cessato di consigliare la pace, la concordia, la conciliazione, e sono ben note a molti le parole che io allora pronunciai: 'Oh se, Pompeo, non avessi mai stretto alleanza con Cesare, oppure non l'avessi mai rotta Sarebbe stata ben degna del tuo prestigio la prima cosa, della tua saggezza la seconda 'Ecco, M Antonio, come ho sempre pensato sia riguardo a Pompeo sia riguardo alla situazione politica E se il mio punto di vista avesse prevalso, lo stato sarebbe ancora in piedi, mentre tu saresti caduto a terra schiacciato dalle tue disonestà, dalla tua miseria, dalla tua infamia |
