Alberto Angela racconta un rapporto sessuale

Alberto Angela racconta un rapporto sessuale

Il fatto che i gladiatori rischiassero la vita combattendo nell'arena, rafforzava la loro virilità (a tal punto che il sangue di un gladiatore morto veniva contrabbandato per le sue presunte virtù da viagra). Al Colosseo, le donne stravedevano per quei corpi muscolosi, abbronzati e per quei volti duri

Soprattutto, le donne, ammiravano gli uomini osannati da un intero anfiteatro straripante di migliaia di persone e da una città di un milione di abitanti. Quegli uomini diventavano così degli individui Alfa, verso i quali istintivamente una donna è attratta. 

Gli aurighi erano altri sex symbol dell'epoca romana. Il loro fascino era diverso da quello dei gladiatori: meno fisico e più atletico. Ma soprattutto guadagnavano cifre esorbitanti, cosa che colpiva una donna. 

La molla che spinge una matrona romana a essere integerrima per strada e nelle occasioni pubbliche ma aggressiva dentro le mura domestiche, al punto da prendere lei l'iniziativa sessuale, è chiara. Si tratta di donne andate in spose da bambine, senza amore, a uomini molto più anziani di loro. Dopo qualche anno, sulla soglia dei 30 anni, con alcuni figli alle spalle e un marito ormai anziano, queste donne, annoiate, sessualmente sentimentalmente insoddisfatte, danno la caccia al giovanotto che promette loro tutto quello che non hanno avuto. E che, quando saranno anziane, non potranno più avere

INTRODUZIONE

Actius ha appena vinto uno scontro mortale svoltosi nel Colosseo. Ha ucciso un suo amico. Il pubblico ha esultato con un potente boato acclamandolo come un nuovo eroe. La Matrona assiste alla scena dall'ultimo anello delle gradinate, al Colosseo le donne siedono in alto, separate dagli uomini. Al fine del combattimento la donna si alza. E' moglie di un senatore appartenente alla ricca famiglia di Roma che stava giù nelle gradinate a ridosso dell'Arena, assieme ad altri colleghi, intento a commentare, ridere, mangiare frutti offerti su un vassoio. Lo avrebbe fatto per oltre tre ore almeno, tanto sarebbero durati i giochi nel Colosseo. Un tempo sufficiente a questa donna per incontrare Actius e il suo corpo virile. 

Scende giù nei corridoi dei sotterranei accompagnata da un uomo. Giunge davanti alla porta della cella di Actius. L'accompagnatore la lascia. Tornerà per riaccompagnarla sugli spalti, come pattuito. La donna gli mette in mano un borsello di monete d'oro e l'uomo se ne va senza dire nulla. Davanti a lei ora c'è solo la porta socchiusa e, oltre, il corpo di Actius.

la ragazza si rimette a posto istintivamente lo scialle e i capelli. Poi spinge la porta, che emette un leggero cigolio. Al centro della stanza c'è Actius, di schiena. Ha solo una fascia rossa che gli avvolge i fianchi. La schiena ampia e muscolosa scolpita in ogni dettaglio dalla luce di una lucerna sul tavolo. Il gladiatore si volta, lentamente; girandosi, la lucerna accarezza con la sua luminosità la sua pelle abbronzata, disegnando la potente geometria dei suoi muscoli.

Di fronte alla donna c'è un corpo pieno di vita, vigoroso, con la pelle bagnata dal sudore e due ampi pettorali che sembrano invitare le sue mani ad accarezzarli. La donna sente il desiderio invaderle il corpo. Si avvicina, attratta da quei due occhi blu come un veliero nella notte punta un faro nel buio.  Non ci sono parole, sono i corpi che parlano, e lo fanno con le frasi del desiderio. La donna ormai è così vicina che sente il respiro del gladiatore accarezzarle il viso. 

I loro occhi non si sono mai lasciati. Ora lei pone una mano sui pettorali dell'uomo. Segue il suo gonfiore, e la pelle bagnata dal sudore misto alla polvere dell'Arena. Sotto le sue dita scorrono le cicatrici di vecchi combattimenti, i graffi di quello appena finito e poi le vene palpitanti delle sue braccia. Con le labbra raccoglie le gocce che scivolano sul petto, inebriandosi dell'odore maschile di Actius, mentre con la mano scivola lungo i fianchi fermandosi alla fascia rossa. Sembra esitare ... ma ormai la voglia di unirsi a quel corpo è sempre più potente e la incita a continuare. 

Con una mossa decisa scioglie la fascia, che cade a terra. Ora il gladiatore è completamente nudo. La sua mano continua a scendere sempre più giù, fino a impossessarsi del vigore del suo uomo, impaziente anche lui di soddisfarla. Ci vuole poco perché anche le vesti della donna siano a terra. Ora le mani del gladiatore sembrano cavalli impazziti che corrono liberi sulle praterie del suo corpo. Sono le stesse che poco prima hanno dato la morte a un uomo, e ora accendono di vita una donna. 

Sono mani forti, vigorose e potenti, eppure sono capaci anche di essere dolci e leggere: come il vento che accarezza la pelle, scivolano ed eccitano ogni centimetro della sua femminilità.... con una dolce pressione del corpo, il gladiatore spinge la donna verso il letto, mentre le sue labbra si uniscono a quelle già gonfie di desiderio di lei. Con delicatezza la distende sul letto, senza mai lasciarla con lo sguardo. Sono degli occhi che si baciano, che diventano mani che esplorano il corpo dell'altro alla ricerca del piacere nascosto. Come il sole lentamente si immerge nel mare, così il vigore di Actius tramonta nella donna, e due corpi si fondono...... 

tratto dal libro "Amore e Sesso nell'antica Roma"

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