Un incendio di carbone sottocoperta costringe il Titanic a navigare a 23 nodi

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un fatale effetto domino portò gli operai del locale caldaia a spalare più carbone del previsto per domane l'incendio. L'aumento di carbone bruciato portò ad una maggiore velocità del transatlantico, quindi allo schianto ... ma andiamo per ordine

WHITE STAR E' IN PERDITA

il Titanic, la nave più grande costruita fino a quel momento, era nata  ( insieme alla gemella Olympic ) per decisione della White Star Line. Lo scopo era tamponare le perdite subite a causa della compagnia rivale: la Cunard. La White Star sperava con questa mossa, di poter capovolgere le sorti del mercato dei transatlantici che la vedeva soccombere.  C'era una pressante urgenza commerciale di mettere in mare la nave. Joseph Bruce Ismay - amministratore delegato della White Star Line - e gli altri dirigenti del Titanic  avevano il chiodo fisso delle perdite commerciali e, pur consapevoli dell'incendio, decisero di far proseguire il viaggio.

Tempo prima, la nave gemella Olympic, era stata danneggiata e rimase ferma per 8 settimane per le riparazioni. Aveva subito uno squarcio evidente e profondo tanto da far sollevare polemiche che per queste navi servisse un acciaio speciale non acciaio ordinario. Fu riparata con acciaio ordinario e anche questa scelta infelice influirà sul nefasto abissamento del Titanic

foto d'epoca mostrano il Titanic salpare foto d’epoca mostrano il Titanic salpare

RITROVAMENTO ALBUM E STRANA STRISCIA NERA

Casualmente è stato ritrovato un album di fotografie dall'importanza storica. Rimasto in soffitta per molto tempo, l'album riguarda il Titanic. Contiene foto anche del giorno del varo e sotto ad ognuna c'è una breve nota. Una di queste foto mostra un misterioso segno nero nello scafo della nave. Un segno evidente che viene ripreso in più foto e in diverse posizioni, lasciando escludere ipotetici effetti di luce. La striscia è lunga circa 9 metri e si trova nel lato dove andò a impattare l'iceberg.

Dietro quel segno sullo scafo della nave c'era un deposito di carbone. L'incendio, a detta di esperti, ha potuto avere un inizio spontaneo, che sia rimasto lì latente anche per giorni prima che si propagasse e venisse rilevato. Il carbone può ardere come conseguenza di una combustione spontanea, comincia lentamente a surriscaldarsi, diffondendo così il calore

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striscia nera nello scafo del Titanic conseguenza dell'incendio striscia nera nello scafo del Titanic conseguenza dell’incendio

L'INCENDIO PRIMA DELLA PARTENZA

Un incendio era stato segnalato nel deposito di carbone situato nel locale caldaia. A testimoniarlo vari fuochisti che affermarono che la nave era in fiamme dal giorno in cui salparono da Belfast direzione Southampton. Si dava inizio al viaggio inaugurale. A bordo della nave c'erano decine di milionari ma a nessuno di loro fu detto che era divampato un incendio. Gli ufficiali, più volte, ordinarono agli operai di restare in silenzio e tenere le bocche chiuse.

La società poteva posticipare il viaggio ma questo avrebbe comportato sia un evidente imbarazzo dei dirigenti, sia un danno d'immagine. L'alternativa era rischiare una potenziale catastrofe. Sappiamo com'è andata a finire

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L'INCENDIO DIVAMPA, I FUOCHISTI PROVANO A DOMARLO

Il fatto che a bordo ci fosse un incendio, non è cosa nota a tutti ma gli storici del Titanic lo sanno bene. Ebbe luogo in un deposito di carbone nel locale caldaia. Il segno nero che compare sulla nave coincide con il locale dell'incendio.

La procedura, in caso di incendio in uno dei depositi di carbone, prevedeva di tirare fuori subito il carbone ardente prima che il fuoco si diffondesse. Ma come farlo sul Titanic?

I depositi erano alti 3 piani. Erano stipate tonnellate di carbone. Impossibile spostarli. Il carbone fu caricato 3 settimane prima e ammassato tra lo scafo e la paratia interna a tenuta stagna. I fuochisti erano spaventati al punto che, approdata la nave a Southampton, solo 8 su 160 fuochisti decisero di continuare la tratta. La loro scelta nel non voler sottovalutare il problema gli salvò la vita. Tutti questi fuochisti furono rimpiazzati e così il viaggio potè proseguire verso l'America. Ma i giorni passavano e l'incendio peggiorava. Il fuoco aveva raggiunto un calore tale da mettere in pericolo la struttura dell'acciaio della nave.

Erano passati 2 giorni che ancora stavano spalando carbone ardente. Quando finirono, i fuochisti si resero conto delle conseguenze di quella temperatura rovente. La paratia era arroventata e la parete d'acciaio danneggiata. "Era ammacata" e ancora "il fondo del compartimento stagno era deformato". Nell'eventualità di una falla nello scafo, le paratie impedivano di inondare tutta la nave divisa in compartimenti stagni. Per questo motivo, durante la costruzione, si decise che il numero delle scialuppe a bordo sarebbe stato ridotto. Il loro utilizzo, per molti, era solo teorico proprio perchè, grazie a questo sistema, la nave era considerata sicura.

Il Titanic era a 3 giorni di viaggio da New York. Da alcune trascrizioni, sappiamo che un ufficiale parlava di incendio nei depositi di carbone. Domato l'incendio nel primo deposito, ora i fuochisti si  concentravano su un secondo deposito, gettando più carbone nelle fornaci

SCIOPERO MINATORI

Come se non bastasse, nel paese era in atto uno sciopero dei minatori e il Titanic aveva carburante sufficiente per la traversata ma il consumo - causa incendio - era più veloce del preventivato ed eventuali procedure di rallentamento e ripartezza, non avrebbero fatto altro che richiedere più combustibile. Era necessario non perdere lo slancio per non  sprecare la scorta rimasta. Era più concreta la possibilità di restare a secco che di incontrare un iceberg. Una notizia del genere, sotto il profilo commerciale, sarebbe stata un danno incalcolabile

il punto dove il Titanic impatta con l'iceberg il punto dove il Titanic impatta con l’iceberg

COMMISSIONE AMERICANA E INGLESE

Ci furono due inchieste che si svilupparono indipendentemente dopo la tragedia. Un inchiesta americana e una inglese. Nell'inchiesta americana, la White Star dichiarò che nessun fuochista era sopravvissuto alla strage ( invece Frederick Barrett ce l'aveva fatta a salvarsi ) , mentre in Inghilterra si decide di trascurare il ruolo dei fuochisti e molti non furono convocati a testimoniare. Per gli inglesi, la colpa del disastro era l'elevata velocità. Indagare sui motivi che portarono a quella velocità, non contava.

Eppure, pochi giorni dopo il disastro, su un giornale di New York, un fuochista John Dillev, raccontava che l'incendio fu tutt'altro che insignificante. Non riuscivano a spegnerlo e incalza: "il giorno in cui salpammo il Titanic era in fiamme".

Le prove che potevano portare alla verità dei fatti, erano già note a quei tempi, ma come nel classico di una trama, si decise di insabbiare la verità sostituendola con una più comoda.

La commissione inglese per 11 giorni non si interessò della questione fino a quando Thomas Lewis, leader del sindacato dei fuochisti, potè parlare con alcuni di quelli a bordo il giorno della disgrazia. Uno di loro che era salito a Southampton, per dare il cambio a molti operai che non avevano voluto proseguire il viaggio, raccontò che il deposito n°10 conteneva più di 100 tonnellate di carbone ma che era accessibile solo attraverso 2 boccaporti. Unico MODO PER DOMARE L'INCENDIO ERA BUTTARLO NELLA CALDAIA trasferendo il carbone ardente, dentro la fornace

La collissione doveva comunque garantire al Titanic di rimanere a galla ma ... racconta nell'inchiesta americana, il capofuochista Fred Barrett, quando la nave colpì l'iceberg, lui cercò rifugio dietro la paratia danneggiata dall'incendio ma venne travolto da un torrente d'acqua. il cedimento compromise l'integrità strutturale. Fece seguito una serie di cedimenti a cascata.

L'incendio indebolì l'acciaio che non resistette alla pressione dell'acqua. Nonostate gli avvertimenti che arrivavano via telegrafo da altre navi, il Titanic proseguì a velocità sostenuta. Lo scopo non era battere un record bensì bruciare più carbone per domare l'incendio