Strutturalismo, filosofia: riassunto

Strutturalismo, filosofia: riassunto

Tendenza metodologica che, nata con De Saussure, si è estesa dando luogo, tra gli anni 50 e 60 a un’atmosfera culturale incentrata sulla nozione di struttura

Tra le posizioni contrastate dallo strutturalismo troviamo l'atomismo e il sostanzialismo (la realtà è un insieme di relazioni), l'umanismo e il coscienzialismo (l'uomo non è libero e consapevole, ma è il risultato di strutture che agiscono a livello inconscio, da ciò la teoria della dissoluzione dell'uomo), lo storicismo (la storia è un insieme discontinuo di processi e non un divenire omogeneo, unilaterale verso il progresso), l'empirismo e il soggettivismo (fare scienza è andare oltre l'empirico e porsi da un punto di vista oggettivo, per questo rifiuta i dati immediati della coscienza come via di accesso alla verità). Su queste basi, e contro la fenomenologia, l'esistenzialismo, il marxismo, l'idealismo, lo strutturalismo si pone per una più scientifica visione del mondo.

La struttura, pur implicando l'idea di sistema, quindi di coesione in parti, non si identifichi con il sistema, ma con il complesso di regole di relazione che lo regolano e sia autocentrata ed autoregolata, in quanto le leggi che lo governano hanno come scopo intrinseco il funzionamento e la conservazione della struttura stessa.

Posta la struttura, il problema è se la loro consistenza sia reale (interpretazione realistica: la struttura costituisce ontologicamente l'uomo e la società) o mentale (interpretazione metodologica: la struttura è modello ipotetico di relazioni, di cui permette una previsione statistica delle trasformazioni).

Le figure rappresentative sono Lévi-Strauss, Foucault, Lacan e Althusser, su cui hanno esercitato particolare influenza le tesi della linguistica strutturale di de Saussure (in particolare il primato della linguistica sincronica su quella diacronica, il carattere sistemico e sociale della lingua, i cui elementi hanno un valore solo in rapporto agli altri, al contrario della parola che è il momento individuale), riprese dalla scuola di Ginevra, ma soprattutto dal circolo linguistico di Praga (1926) (fonologia, componenti elementari che compongono i significanti) e la scuola di Copenaghen (1931) (glossematica, componenti elementari della lingua portatrici di significato).

Il post-strutturalismo. Si afferma in Francia, a metà degli anni Sessanta per poi svilupparsi nel decennio successivo. Nonostante questo movimento si configuri come una contrapposizione rispetto ai teorici strutturalisti, esso nasce come una derivazione da questi, tanto che alcune figure della cultura filosofica tedesca preferiscono parlare di "neostrutturalismo", per sottolineare il carattere di prosecuzione e correzione, a partire dal pensiero di Nietzsche. Infatti, i post-strutturalisti oltrepassano l'idea stessa di struttura e, in opposizione al formalismo e alla staticità del pensiero strutturalista, avanzano le istanze vitalistiche della forza, dell'energia e della produzione.