Riflessioni di un affamato - Emilio Longoni

riflessioni di un affamato - Emilio Longoni

la fame avvilisce l'uomo, egli è in preda ai dolori e alle tentazioni della miseria. E' un futuro ribelle: e nel pensiero alterato dal digiuno si formano i primi pensieri che un giorno lo faranno tuonare contro le ingiustizie sociali, gli faranno affrontare il bastone dei poliziotti, poi il carcere

Che porci! Mandano indietro la carne, perché hanno la pancia troppo piena

Questa e altre, erano le parole messe in bocca all'affamato fuori dal ristorante nel dialogo che fù affiancato all'incisione del quadro - noto anche con il titolo di contrasti sociali o lotta di classe -. Il testo immaginava un dialogo fra i personaggi della tela, esplicitandone il carattere di denuncia sociale. Il protagonista ha le scarpe rotte ed un convincimento di una società ingiusta che concede troppo a pochi, nengando tutto a molti. L'intenzione fortemente polemica suscitò una vasta eco.

Il quadro, rese per la prima volta noto l'artista ad un vasto pubblico. In questo suo racconto sull'emarginazione urbana, così come al contenuto dichiaratamente politico, aveva manifestato la sua adesione al binomio divisionismo-pittura sociale. Fondamentale per questa sua maturazione umana e artistica fu la frequentazione di alcuni personaggi di spicco della cultura progressista Milanese. Longoni offriva un'istantanea di povertà urbana che non rappresentava certo un episodio isolato e, attraverso il verismo sociale, dispiegava appieno le sue potenzialità espressive.

L'opera-manifesto costò a Longoni l'incriminazione per istigazione all'odio di classe

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