Petronio, Satyricon: 01 - 15, pag 2

Petronio, Satyricon: 01 - 15

Latino: dall'autore Petronio, opera Satyricon parte 01 - 15
Non taces, nocturne percussor, qui ne tum quidem, cum fortiter faceres, cum pura muliere pugnasti, cuius eadem ratione in viridario frater fui, qua nunc in deversorio puer es

-- Subduxisti te, inquam, a praeceptoris colloquio

[X] -- Quid ego, homo stultissime, facere debui, cum fame morerer

An videlicet audirem sententias, id est vitrea fracta et somniorum interpretamenta

Multo me turpior es tu hercule, qui ut foris cenares, poetam laudasti'

Itaque ex turpissima lite in risum diffusi pacatius ad reliqua secessimus

Rursus in memoriam revocatus iniuriae: 'Ascylte, inquam, intellego nobis convenire non posse

Itaque communes sarcinulas partiamur ac paupertatem nostram privatis questibus temptemus expellere

Et tu litteras scis et ego
Pezzo di galera che non sei riuscito a farti una donna a posto nemmeno quando ti tirava ancora; proprio tu che nel parco mi facevi lo stesso servizio che adesso in questa locanda tocca al ragazzino

Sentitelo ribattei io, tu che te la sei svignata nel pieno dell'interrogazione col maestro

10 O razza di deficiente, cosa ci potevo fare se morivo di fame

Forse stare a sentire quei deliri a base di paccottiglia e interpretazioni di sogni

Per Dio, sei ben più schifoso tu che per farci scappare una cena ti sei messo a tessere le lodi del poeta

Ma alla fine, dopo tutta quella baraonda vergognosa, la buttiamo sul ridere per occuparci più tranquillamente del resto

Poi però, ripensando al torto subito, gli faccio: Ascilto, guarda che tra noi due non può mica funzionare

Dividiamoci quei due stracci che abbiamo e vediamo di sbarcare il lunario ciascuno per conto suo

Un briciolo di cultura ce l'abbiamo tutti e due
Ne quaestibus tuis obstem, aliud aliquid promittam; alioqui mille causae quotidie nos collident et per totam urbem rumoribus different'

Non recusavit Ascyltos et: 'Hodie, inquit, quia tanquam scholastici ad cenam promisimus, non perdamus noctem

Cras autem, quia hoc libet, et habitationem mihi prospiciam et aliquem fratrem

-- Tardum est, inquam, differre quod placet'

Hanc tam praecipitem divisionem libido faciebat; iam dudum enim amoliri cupiebam custodem molestum, ut veterem cum Gitone meo rationem reducerem

[XI] Postquam lustravi oculis totam urbem, in cellulam redii, osculisque tandem bona fide exactis alligo artissimis complexibus puerum, fruorque votis usque ad invidiam felicibus
Per non intralciarti nei tuoi giri, ti prometto di mettermi a fare dell'altro: se no finisce che ogni giorno saltano fuori mille motivi per litigare e a forza di risse a parole diventiamo lo zimbello di tutta la città

Ascilto, che non aveva nessuna obiezione, mi risponde: Visto che oggi, in qualità di studenti, ci siamo guadagnati una cena, cerchiamo di non rovinarci la serata

Vuol dire che domani (è questo che vuoi, no) mi andrò a cercare un'altra locanda e un altro compagno

Certo che è una seccatura ribatto io, dover rimandare quanto si è deciso

A spingermi a una separazione così frettolosa era la foia: da un pezzo infatti volevo togliermi di torno quel rompi di un guardiano per riallacciare con Gitone il rapporto di un tempo

11 Dopo aver setacciato ogni angolo della città, me ne torno nella mia stanzetta e lì, ottenuti finalmente dei baci come si deve, mi avvinghio al ragazzino con abbracci da favola, centrando il mio obiettivo da fare invidia
Nec adhuc quidem omnia erant facta, cum Ascyltos furtim se foribus admovit, discussisque fortissime claustris invenit me cum fratre ludentem

Risu itaque plausuque cellulam implevit, opertum me amiculo evoluit et: 'Quid agebas, inquit, frater sanctissime

Quid, Vesticontubernium facis'

Nec se solum intra verba continuit, sed lorum de pera soluit et me coepit non perfunctorie verberare, adiectis etiam petulantibus dictis: 'Sic dividere cum fratre nolito'

[XII] Veniebamus in forum deficiente iam die, in quo notavimus frequentiam rerum venalium, non quidem pretiosarum sed tamen quarum fidem male ambulantem obscuritas temporis facillime tegeret

Cum ergo et ipsi raptum latrocinio pallium detulissemus, uti occasione opportunissima coepimus atque in quodam angulo laciniam extremam concutere, si quem forte emptorem splendor vestis posset adducere
Ma non avevo ancora fatto tutto per bene, che Ascilto, avvicinatosi alla porta in punta di piedi, rompe i chiavistelli con una spallata e mi becca che me la spasso col fratellino

Riempiendo la stanza di risate e applausi, tira via il mantello che avevo addosso e grida: Che stavi combinando, razza di santerellino

In due sotto la stessa coperta, eh

E mica si ferma alle sole parole; no, tira fuori la cinghia dalla valigia e attacca a menarmi di santa ragione, in più ripetendo con tono sfacciato: Così impari a non dividere con un fratello

12 Al tramonto arriviamo al mercato, e lì vediamo esposta una quantità di merce che non era proprio di gran valore, ma la cui provenienza alquanto sospetta passava facilmente inosservata nel lusco e brusco dell'ora

Dato che anche noi ci eravamo portati dietro il mantello rubato, decidemmo di prendere al volo l'occasione e, piazzatici in un angolo, attaccammo a sbandierarne l'orlo, nella speranza che la bellezza del tessuto attirasse per caso qualche acquirente

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Petronio, Satyricon: 132-141
Petronio, Satyricon: 132-141

Latino: dall'autore Petronio, opera Satyricon parte 132-141

Nec diu moratus rusticus quidam familiaris oculis meis cum muliercula comite propius accessit ac diligentius considerare pallium coepit

Invicem Ascyltos iniecit contemplationem super umeros rustici emptoris, ac subito exanimatus conticuit

Ac ne ipse quidem sine aliquo motu hominem conspexi, nam videbatur ille mihi esse, qui tunicam in solitudine invenerat

Plane is ipse erat

Sed cum Ascyltos timeret fidem oculorum, ne quid temere faceret, prius tanquam emptor propius accessit detraxitque umeris laciniam et diligentius temptavit

[XIII] O lusum fortunae mirabilem

Nam adhuc ne suturae quidem attulerat rusticus curiosas manus, sed tanquam mendici spolium etiam fastidiose venditabat
Un attimo dopo un contadino, che a me sembrava però di avere già visto, ci si avvicina con una donnetta al fianco e si mette a esaminare il mantello con grande attenzione

Ascilto a sua volta attacca a fissare le spalle del villico, e tace di colpo, sbigottito

Allora scruto anch'io il tizio, non senza una certa apprensione, perché mi dà l'impressione di essere quello che aveva trovato la tunica nella grotta

E infatti era proprio lui

Ascilto, non fidandosi degli occhi e non volendo del resto agire in maniera avventata, prima gli si avvicina dando l'impressione di voler anche lui comprare e poi gli tira giù dalle spalle un lembo del mantello e attacca a tastarlo con cura

13 Che incredibile botta di fortuna

Quel bifolco non era curioso e fino a quel momento non aveva ancora frugato tra le cuciture, ma cercava di sbarazzarsi del mantello con aria seccata e come se si trattasse dello straccio di un barbone
Ascyltos postquam depositum esse inviolatum vidit et personam vendentis contemptam, seduxit me paululum a turba et: 'Scis, inquit, frater, rediisse ad nos thesaurum de quo querebar

Illa est tunicula adhuc, ut apparet, intactis aureis plena

Quid ergo facimus, aut quo iure rem nostram vindicamus

Exhilaratus ego non tantum quia praedam videbam, sed etiam quod fortuna me a turpissima suspicione dimiserat, negavi circuitu agendum sed plane iure civili dimicandum, ut si nollet alienam rem domino reddere, ad interdictum veniret

[XIV] Contra Ascyltos leges timebat et: 'Quis, aiebat, hoc loco nos novit, aut quis habebit dicentibus fidem
Ascilto, rendendosi conto che il malloppo non era stato toccato e che il tipo non era un'aquila come venditore, mi prende in disparte e mi fa: Ti rendi conto, fratello mio, che abbiamo di nuovo in mano il tesoro che tanto mi ha fatto piangere

Il mantello è proprio quello e a quanto pare dentro ci sono ancora le monete d'oro che fino ad oggi nessuno ha toccato

Che si fa dunque, e a che titolo possiamo rivendicare la nostra roba

E io, gongolando non solo per il fatto di vedermi davanti il bottino ma anche perché la sorte mi aveva liberato dalla vergogna del sospetto, gli dissi che non bisognava ricorrere a maneggi, ma che era meglio basarsi sul codice senza tanti sotterfugi, in modo tale che, se quei due non volevano restituire la roba al legittimo proprietario, la faccenda venisse portata davanti al pretore

14 Invece Ascilto, che aveva paura della legge, mi dice: Ma qui chi ci conosce o chi darà retta alle nostre parole

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Petronio, Satyricon: 31-45
Petronio, Satyricon: 31-45

Latino: dall'autore Petronio, opera Satyricon parte 31-45

Mihi plane placet emere, quamvis nostrum sit, quod agnoscimus, et parvo aere recuperare potius thesaurum, quam in ambiguam litem descendere : Quid faciant leges, ubi sola pecunia regnat, aut ubi paupertas vincere nulla potest

Ipsi qui Cynica traducunt tempora pera,non numquam nummis vendere vera solent

Ergo iudicium nihil est nisi publica merces,atque eques in causa qui sedet, empta probat'

Sed praeter unum dipondium, quo cicer lupinosque destinaveramus mercari, nihil ad manum erat

Itaque ne interim praeda discederet, vel minoris pallium addicere placuit ut pretium maioris compendii leviorem faceret iacturam

Cum primum ergo explicuimus mercem, mulier operto capite, quae cum rustico steterat, inspectis diligentius signis iniecit utramque laciniae manum magnaque vociferatione latrones tenere clamavit
Ora che l'abbiamo riconosciuto, io sono dell'avviso di comprarlo il mantello, anche se è roba nostra, e recuperare il tesoro per un tozzo di pane, senza starci a impelagare in una causa che non si sa come possa andare a finire; Che cosa può la legge là dove regna solo il denaroe dove il poveraccio non la spunta mai

Persino quelli che girano con la bisaccia dei Cinicihan l'abitudine qualche volta di vendere la verità a poche lire

Così la giustizia non è altro che pubblica merce,e il cavaliere seduto tra i giurati approva la vendita

Ma in tasca non avevamo altro che due soldi per comprarci ceci e lupini

E così, per non lasciarci sfuggire la preda, decidiamo di vendere il nostro mantello per una miseria e di rifarci della perdita con un colpo di ben altra portata

Non appena scioriniamo la nostra mercanzia, la donnetta col capo coperto che era insieme al villico, dopo aver esaminato con cura certi ricami, si avventa con le mani sull'orlo del mantello e attacca a urlare al ladro, al ladro come un'ossessa
Contra nos perturbati, ne videremur nihil agere, et ipsi scissam et sordidam tenere coepimus tunicam atque eadem invidia proclamare, nostra esse spolia quae illi possiderent

Sed nullo genere par erat causa, et cociones qui ad clamorem confluxerant, nostram scilicet de more ridebant invidiam, quod pro illa parte vindicabant pretiosissimam vestem, pro hac pannuciam ne centonibus quidem bonis dignam

Hinc Ascyltos bene risum discussit, qui silentio facto: [XV] 'Videmus, inquit, suam cuique rem esse carissimam; reddant nobis tunicam nostram et pallium suum recipiant'

Etsi rustico mulierique placebat permutatio, advocati tamen iam paene nocturni, qui volebant pallium lucri facere, flagitabant uti apud se utraque deponerentur ac postero die iudex querelam inspiceret
Noi, invece, sconvolti, per non sembrare incerti e succubi, ci buttiamo sulla tunica sbrindellata e lercia, sostenendo con la stessa foga che quello che loro hanno in mano è roba nostra

Ma tra gli oggetti contesi non c'era paragone: infatti anche i rigattieri accorsi in massa alle urla se la ridevano della nostra indignazione, perché una parte reclamava un mantello sfarzoso, mentre l'altra, la nostra, voleva indietro una veste rattoppata inutile persino per ricavarne strofinacci

Alla fine Ascilto fu bravo a bloccare le risate e, ottenuto il silenzio, dichiarò:15 Visto che ognuno ci tiene alla roba sua, se loro ci danno indietro la tunica, noi gli restituiamo il mantello

Al villico e alla donna l'idea dello scambio sarebbe andata anche a genio, se non fosse stato per dei presunti legulei (o meglio, data l'ora, dei ladruncoli notturni decisi a impadronirsi del mantello), i quali ci intimano di consegnare in mano loro entrambi gli indumenti, così che il giorno dopo un giudice possa pronunciarsi a riguardo

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Neque enim res tantum, quae viderentur in controversiam esse, sed longe aliud quaeri, in utraque parte scilicet latrocinii suspicio haberetur

Iam sequestri placebant, et nescio quis ex cocionibus, calvus, tuberosissimae frontis, qui solebat aliquando etiam causas agere, invaserat pallium exhibiturumque crastino die affirmabat

Ceterum apparebat nihil aliud quaeri nisi ut semel deposita vestis inter praedones strangularetur, et nos metu criminis non veniremus ad constitutum

Idem plane et nos volebamus

Itaque utriusque partis votum casus adiuvit
Infatti non erano in questione soltanto quegli oggetti, come poteva sembrare, ma andava esaminato ben altro, perché su entrambe le parti gravava il sospetto del furto

Ormai si era già d'accordo sul sequestro, quando uno dei rigattieri non meglio identificato, col cranio pelato e la fronte piena di bozze, uno che a tempo perso si andava a immischiare nei processi, arraffa il mantello dichiarando che lo avrebbe esibito il giorno dopo in tribunale

Ma era evidente che quelle canaglie volevano soltanto metter le mani sul mantello, sicuri che se noi l'avessimo consegnato, il giorno dopo non ci saremmo presentati all'udienza, per paura di essere accusati di furto

In fin dei conti era quello che volevamo anche noi

Ma fu il caso a venire incontro a entrambe la parti
Indignatus enim rusticus quod nos centonem exhibendum postularemus, misit in faciem Ascylti tunicam et liberatos querela iussit pallium deponere, quod solum litem faciebat, et recuperato, ut putabamus, thesauro in deversorium praecipites abimus, praeclusisque foribus ridere acumen non minus cocionum quam calumniantium coepimus, quod nobis ingenti calliditate pecuniam reddidissent

Nolo quod cupio statim tenere,nec victoria mi placet parata

Infatti il contadino, infuriato di fronte alla nostra pretesa di vedere esibito anche quello straccio, buttò la tunica sul grugno di Ascilto e ci intimò - non avendo noi più alcuna lamentela da fare - di mollargli il mantello, che al presente restava l'unica ragione della contesa, recuperato, come pensavamo, il malloppo, ce la filiamo a rotta di collo in pensione e, dopo esserci sprangati in camera, attacchiamo a ridere a crepapelle sulla stupidità dei rigattieri e di quei figuri, che con tutta la loro furbizia avevano finito col restituirci il gruzzolo

Non voglio avere subito quel che desidero,né amo la vittoria bella e pronta

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