Cesare, De bello civili: Libro 03; 81-90

Cesare, De bello civili: Libro 03; 81-90

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 81-90

[81] Metropolitae primum eodem usi consilio isdem permoti rumoribus portas clauserunt murosque armatis compleverunt; sed postea casu civitatis Gomphensis cognito ex captivis, quos Caesar ad murum producendos curaverat, portas aperuerunt

Quibus diligentissime conservatis collata fortuna Metropolitum cum casu Gomphensium nulla Thessaliae fuit civitas praeter Larisaeos, qui magnis exercitibus Scipionis tenebantur, quin Caesari parerent atque imperata facerent

Ille idoneum locum in agris nactus, qua prope iam matura frumenta erant, ibi adventum exspectare Pompei eoque omnem belli rationem conferre constituit
81 Gli abitanti di Metropoli, presa in un primo tempo la medesima decisione, in quanto indotti dalle medesime voci, chiusero le porte e riempirono le mura di armati, ma in seguito, venuti a conoscenza, da prigionieri che Cesare aveva fatto avvicinare alle mura, di quanto era accaduto a Gonfi, aprirono le porte

Essi vennero trattati con ogni riguardo e quando si confrontò la sorte di Metropoli con la situazione di Gonfi non vi fu nessuna città della Tessaglia, eccetto Larissa, che era occupata da grandi forze di Scipione, che non ubbidisse a Cesare e non ne eseguisse gli ordini

Cesare, trovato nella pianura un luogo adatto al rifornimento di grano, che era ormai quasi maturo, stabilì di attendere qui l'arrivo di Pompeo e di fissarvi il campo operativo militare
[82] Pompeius paucis post diebus in Thessaliam pervenit contionatusque apud cunctum exercitum suis agit gratias, Scipionis milites cohortatur, ut parta iam victoria praedae ac praemiorum velint esse participes, receptisque omnibus in una castra legionibus suum cum Scipione honorem partitur classicumque apud eum cani et alterum illi iubet praetorium tendi

Auctis copiis Pompei duobusque magnis exercitibus coniunctis pristina omnium confirmatur opinio, et spes victoriae augetur, adeo ut, quicquid intercederet temporis, id morari reditum in Italiam videretur, et si quando quid Pompeius tardius aut consideratius faceret, unius esse negotium diei, sed illum delectari imperio et consulares praetoriosque servorum habere numero dicerent
82 Pompeo giunge in Tessaglia pochi giorni dopo e, tenuto un discorso davanti a tutto l'esercito, ringrazia i suoi ed esorta i soldati di Scipione, dal momento che la vittoria era già assicurata, a essere partecipi della preda e dei premi e, dopo avere riunito in un solo campo tutte le legioni, divide con Scipione l'onore del comando e ordina che anche per lui squillino le trombe e che per lui venga allestita una seconda tenda pretoria

Aumentate le truppe di Pompeo e congiuntisi due grandi eserciti, viene confermata la precedente opinione di tutti e cresce la speranza di vittoria, così che ogni momento che passava sembrava ritardare il ritorno in Italia e se talora Pompeo agiva troppo lentamente o ponderatamente, dicevano che il compimento della guerra non richiedeva che un giorno solo, ma che egli si compiaceva del comando e che teneva in conto di schiavi gli ex consoli e pretori
Iamque inter se palam de praemiis ac de sacerdotiis contendebant in annosque consulatum definiebant, alii domos bonaque eorum, qui in castris erant Caesaris, petebant; magnaque inter eos in consilio fuit controversia, oporteretne Lucili Hirri, quod is a Pompeio ad Parthos missus esset, proximis comitiis praetoriis absentis rationem haberi, cum eius necessarii fidem implorarent Pompei, praestaret, quod proficiscenti recepisset, ne per eius auctoritatem deceptus videretur, reliqui, in labore pari ac periculo ne unus omnes antecederet, recusarent

[83] Iam de sacerdotio Caesaris Domitius, Scipio Spintherque Lentulus cotidianis contentionibus ad gravissimas verborum contumelias palam descenderunt, cum Lentulus aetatis honorem ostentaret, Domitius urbanam gratiam dignitatemque iactaret, Scipio affinitate Pompei confideret
E già da tempo apertamente contendevano fra loro ricompense civili e cariche religiose e stabilivano i consolati per gli anni successivi; altri richiedevano le case e i beni dei Cesariani; In un consiglio vi fu tra di loro una grande controversia se fosse opportuno tenere conto, nei prossimi comizi pretori, della candidatura di Lucilio Irro, che era assente in quanto mandato da Pompeo presso i Parti; i suoi amici imploravano la lealtà di Pompeo, che mantenesse ciò che gli aveva promesso alla sua partenza, perché non sembrasse essere stato ingannato per mezzo della sua autorità; gli altri non volevano che uno solo venisse preferito a tutti, quando uguali erano fatiche e pericoli

83 Ben presto Domizio, Scipione e Lentulo Spintere, nelle quotidiane discussioni sulla successione al pontificato di Cesare, giunsero pubblicamente a gravissime ingiurie verbali: Lentulo ostentava il privilegio dell'età, Domizio vantava il favore e l'autorità di cui godeva a Roma, Scipione confidava nella parentela con Pompeo

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Cesare, De bello civili: Libro 01, 21-30
Cesare, De bello civili: Libro 01, 21-30

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 01, 21-30

Postulavit etiam L Afranium proditionis exercitus Acutius Rufus apud Pompeium, quod gestum in Hispania diceret

Et L Domitius in consilio dixit placere sibi bello confecto ternas tabellas dari ad iudicandum eis, qui ordinis essent senatorii belloque una cum ipsis interfuissent, sententiasque de singulis ferrent, qui Romae remansissent quique intra praesidia Pompei fuissent neque operam in re militari praestitissent: unam fore tabellam, qui liberandos omni periculo censerent; alteram, qui capitis damnarent; tertiam, qui pecunia multarent

Postremo omnes aut de honoribus suis aut de praemiis pecuniae aut de persequendis inimicitiis agebant nec, quibus rationibus superare possent, sed, quemadmodum uti victoria deberent, cogitabant
Acuzio Rufo inoltre accusò, presso Pompeo, L Afranio del tradimento dell'esercito, che diceva essere accaduto in Spagna

E L Domizio in consiglio disse che era favorevole a che, una volta terminata la guerra, ai senatori che avevano partecipato con loro alla guerra venissero distribuite tre tavolette di voto, per esprimere singoli giudizi su chi era rimasto a Roma o chi, trovandosi nelle terre occupate da Pompeo, non aveva combattuto: una sarebbe stata la tavoletta per assolvere da ogni imputazione; un'altra per condannare a morte, la terza per infliggere multe

In una parola tutti discutevano o delle proprie cariche o delle ricompense in denaro o dei nemici da perseguire e pensavano non in che modo vincere, ma come mettere a frutto la vittoria
[84] Re frumentaria praeparata confirmatisque militibus et satis longo spatio temporis a Dyrrachinis proeliis intermisso, quo satis perspectum habere militum animum videretur, temptandum Caesar existimavit, quidnam Pompeius propositi aut voluntatis ad dimicandum haberet

Itaque exercitum ex castris eduxit aciemque instruxit, primum suis locis pauloque a castris Pompei longius, continentibus vero diebus, ut progrederetur a castris suis collibusque Pompeianis aciem subiceret

Quae res in dies confirmatiorem eius exercitum efficiebat

Superius tamen institutum in equitibus, quod demonstravimus, servabat, ut, quoniam numero multis partibus esset inferior, adulescentes atque expeditos ex antesignanis electis ad pernicitatem armis inter equites proeliari iuberet, qui cotidiana consuetudine usum quoque eius generis proeliorum perciperent
84 Provveduto al vettovagliamento e rincuorati i soldati, lasciato trascorrere dalla battaglia di Durazzo il tempo necessario per conoscere a sufficienza l'animo dei soldati, Cesare giudicò opportuno di saggiare l'intenzione e la volontà di Pompeo di combattere

E così condusse fuori dal campo l'esercito e lo schierò a battaglia, dapprima in posizioni favorevoli e alquanto lontano dal campo di Pompeo, poi, nei giorni seguenti, allontanandosi dal suo campo e schierando le truppe ai piedi dei colli occupati dai Pompeiani

La qual cosa rafforzava di giorno in giorno il morale del suo esercito

Tuttavia manteneva, per la cavalleria, la medesima disposizione di cui abbiamo detto: poiché i suoi cavalieri erano molto inferiori per numero ordinò che giovani e soldati armati alla leggera, scelti tra gli antesignani, con armi adatte alla velocità, combattessero in mezzo ad essi, affinché con un esercizio quotidiano acquisissero esperienza anche di questo genere di combattimento

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Cesare, De bello civili: Libro 03; 61-70
Cesare, De bello civili: Libro 03; 61-70

Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 03; 61-70

His erat rebus effectum, ut equitum mille etiam apertioribus locis VII milium Pompeianorum impetum, cum adesset usus, sustinere auderent neque magnopere eorum multitudine terrerentur

Namque etiam per eos dies proelium secundum equestre fecit atque unum Allobrogem ex duobus, quos perfugisse ad Pornpeium supra docuimus, cum quibusdam interfecit

[85] Pompeius, qui castra in colle habebat, ad infimas radices montis aciem instruebat semper, ut videbatur, exspectans, si iniquis locis Caesar se subiceret
Il risultato di ciò fu che un migliaio di cavalieri, impadronitisi della pratica, erano in grado, anche in campo aperto, di sostenere l'impeto di settemila pompeiani senza facilmente spaventarsi per la loro grande superiorità numerica

E infatti in quei giorni combatté con successo una battaglia equestre, uccidendo con alcuni altri Eco, uno dei due Allobrogi, che, come sopra abbiamo detto, si erano rifugiati presso Pompeo

85 Pompeo, che aveva il campo sul colle, schierava l'esercito ai piedi di esso, aspettando sempre, come sembrava, che Cesare si esponesse in posizione sfavorevole
Caesar nulla ratione ad pugnam elici posse Pompeium existimans hanc sibi commodissimam belli rationem iudicavit, uti castra ex eo loco moveret semperque esset in itineribus, haec spectans, ut movendis castris pluribusque adeundis locis commodiore re frumentaria uteretur, simulque in itinere ut aliquam occasionem dimicandi nancisceretur et insolitum ad laborem Pompei exercitum cotidianis itineribus defatigaret

His constitutis rebus, signo iam profectionis dato tabernaculisque detensis animadversum est paulo ante extra cotidianam consuetudinem longius a vallo esse aciem Pompei progressam, ut non iniquo loco posse dimicari videretur
Cesare, ritenendo che in nessun modo Pompeo potesse essere trascinato a battaglia, giudicò essere questa per sé la migliore tattica di guerra: muovere il campo da quel posto e stare sempre in marcia, con questi obiettivi: usufruire delle migliori occasioni di approvvigionamento spostando il campo e toccando luoghi diversi e, contemporaneamente, durante la marcia, trovare qualche opportunità di combattimento e, con quotidiane marce, sfinire l'esercito di Pompeo, non abituato alla fatica

Stabilito ciò, dato già il segnale della partenza e smontate le tende, ci si accorse che poco prima, contrariamente alla abitudine di ogni giorno, la schiera di Pompeo si era allontanata un po' troppo dal vallo, così che sembrava che si potesse combattere in posizione non sfavorevole

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Latino: dall'autore Cesare, opera De bello civili parte Libro 01, 31-40

Tum Caesar apud suos, cum iam esset agmen in portis, differendum est inquit, iter in praesentia nobis et de proelio cogitandum, sicut semper depoposcimus; animo simus ad dimicandum parati: non facile occasionem postea reperiemus; confestimque expeditas copias educit

[86] Pompeius quoque, ut postea cognitum est, suorum omnium hortatu statuerat proelio decertare

Namque etiam in consilio superioribus diebus dixerat, priusquam concurrerent acies, fore uti exercitus Caesaris pelleretur

Id cum essent plerique admirati, scio me, inquit, paene incredibilem rem polliceri; sed rationem consilii mei accipite, quo firmiore animo in proelium prodeatis
Allora Cesare, quando già la schiera in ordine di marcia era alle porte, disse ai suoi: Dobbiamo rimandare al momento la marcia e pensare al combattimento, come abbiamo sempre desiderato; Siamo pronti a combattere; non facilmente in seguito troveremo l'occasione: E subito conduce fuori le truppe pronte a combattere

86 Anche Pompeo, come poi si venne a sapere, su esortazione di tutti i suoi, aveva stabilito di venire a battaglia

E infatti, anche nel consiglio di guerra, nei giorni precedenti aveva detto che l'esercito di Cesare sarebbe stato annientato prima che le schiere si scontrassero

Essendosi molti meravigliati di questa affermazione, disse: So di promettere una cosa quasi incredibile, ma sentite il piano che ho ideato, affinché andiate alla battaglia con animo più saldo
Persuasi equitibus nostris (idque mihi facturos confirmaverunt), ut, cum propius sit accessum, dextrum Caesaris cornu ab latere aperto aggrederentur et circumventa ab tergo acie prius perturbatum exercitum pellerent, quam a nobis telum in hostem iaceretur

Ita sine periculo legionum et paene sine vulnere bellum conficiemus

Id autem difficile non est, cum tantum equitatu valeamus

Simul denuntiavit, ut essent animo parati in posterum et, quoniam fieret dimicandi potestas, ut saepe rogitavissent, ne suam neu reliquorum opinionem fallerent

[87] Hunc Labienus excepit et, cum Caesaris copias despiceret, Pompei consilium summis laudibus efferret, noli,inquit, existimare, Pompei, hunc esse exercitum, qui Galliam Germaniamque devicerit

Omnibus interfui proeliis neque temere incognitam rem pronuntio
Ho consigliato ai nostri cavalieri, e mi hanno dato assicurazione che lo avrebbero fatto, di dare l'assalto, quando si sia arrivati molto vicini, all'ala destra di Cesare, ossia dalla parte scoperta, e, una volta aggirata la schiera alle spalle, di mettere in fuga l'esercito disorientato prima che dai nostri venga scagliata una freccia contro il nemico

E così senza pericolo per le legioni e quasi senza spargimento di sangue concluderemo la guerra

La cosa inoltre non è difficile dal momento che siamo tanto più forti nella cavalleria

Contemporaneamente li ammonì di stare pronti per il giorno successivo e, poiché vi era possibilità di combattere, come spesso avevano chiesto, di non deludere né la sua né l'altrui aspettativa

87 Dopo di lui parlò Labieno e, disprezzando le milizie di Cesare, esaltando con somme lodi il piano di Pompeo, disse: Non credere, o Pompeo, che questo sia l'esercito che ha vinto la Gallia e la Germania

Io fui presente a tutte le battaglie e non dico sconsideratamente cose non conosciute

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Perexigua pars illius exercitus superest; magna pars deperiit, quod accidere tot proeliss fuit necesse, multos autumni pestilentia in Italia consumpsit, multi domum discesserunt, multi sunt relicti in continenti

An non audistis ex eis, qui per causam valetudinis remanserunt, cohortes esse Brundisi factas

Hae copiae, quas videtis, ex dilectibus horum annorum in citeriore Gallia sunt refectae, et plerique sunt ex coloniis Transpadanis

Ac tamen quod fuit roboris duobus proeliis Dyrrachinis interiit

Hace cum dixisset, iuravit se nisi victorem in castra non reversurum reliquosque, ut idem facerent, hortatus est

Hoc laudans Pompeius idem iuravit; nec vero ex reliquis fuit quisquam, qui iurare dubitaret
Sopravvive una piccolissima parte di quell'esercito; il grosso è andato perduto, il che doveva necessariamente accadere in tante battaglie; molti li ha distrutti in Italia la pestilenza dell'autunno, molti sono tornati a casa, molti sono rimasti nel continente

Forse non avete sentito dire che fra quelli rimasti per motivi di salute sono state formate coorti a Brindisi

Queste milizie che vedete sono state formate con le leve fatte in questi anni nella Gallia Citeriore e la maggiore parte proviene dalle colonie transpadane

Del resto quella che era la sua forza si è perduta nelle due battaglie di Durazzo

Dopo avere detto ciò, giurò di non fare ritorno al campo se non da vincitore e esortò gli altri a fare lo stesso

Pompeo, lodando questo proposito, fece lo stesso giuramento; e invero fra gli altri non ci fu nessuno che esitò a giurare

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