Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 02 - Parte 01, pag 3

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 02 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 02 - Parte 01
Velitum usus eo bello primum repertus est, quo Capuam Fuluius Flaccus imperator obsedit: nam cum equitatui Campanorum crebris excursionibus equites nostri, quia numero pauciores erant, resistere non possent, Q Nauius centurio e peditibus lectos expediti corporis breuibus et incuruis septenis armatos hastis, paruo tegumine munitos, ueloci saltu iungere se equitantibus et rursus celeri motu delabi instituit, quo facilius equestri proelio subiecti pedites uiros pariter atque equos hostium telis incesse rent, eaque nouitas pugnae unicum Campanae perfidiae debilitauit auxilium, ideoque auctori eius Nauio honos a duce est habitus [3] L'impiego degli armati alla leggera fu scoperto, la prima volta, durante l'assedio di Fulvio Flacco a Capua: infatti, poi i nostri cavalieri, inferiori per numero, non potevano resistere alle frequenti sortite dei Campani, il centurione Quinto Navio scelse i più agili dei fanti, li armò a gruppi di sette con aste certe e ricurve e, munitili di una leggera protezione, insegnò loro ad unirsi in corsa veloce ai cavalieri e quindi a sottrarsi rapidamente al combattimento, perché, in grado di affrontare la battaglia equestre, compissero da fanti azioni di disturbo più facilmente nei confronti di cavalieri e di cavalli nemici: questa nuova tecnica di combattimento finì per costituire una risorsa eccezionalmente utile contro l'astuzia bellica dei Campani: perciò l'ideatore, Navio, fu debitamente onorato dal suo generale
Proximus a militaribus institutis ad urbana castra, id est theatra, gradus faciendus est, quoniam haec quoque saepe numero animosas acies instruxerunt excogitataque cultus deorum et hominum delectationis causa non sine aliquo pacis rubore uoluptatem et religionem ciuili sanguine scaenicorum portentorum gratia macularunt

Quae inchoata quidem sunt a Messala et Cassio censoribus

ceterum auctore P Scipione Nasica omnem apparatum operis eorum subiectum hastae uenire placuit, atque etiam senatus consulto cautum est ne quis in urbe propiusue passus mille subsellia posuisse sedensue ludos spectare uellet, ut scilicet remissioni animorum standi uirilitas propria Romanae gentis nota esset

Per quingentos autem et quinquaginta et octo annos senatus populo mixtus spectaculo ludorum interfuit
Subito dopo le istituzioni militari conviene passare ai cosiddetti accampamenti cittadini, cioè ai teatri, perché anche questi sovente videro schierate fazioni opposte, ed escogitati a scopo religioso e di svago, macchiarono del sangue di cittadini, non senza vergogna della pace, quel diletto e quel culto per il mero gusto di offrire spettacoli impressionanti

Codesti spettacoli ebbero inizio al tempo della censura di Messala e di Cassio

Ma su proposta di Publio Scipione Nasica fu deciso di vendere all'asta l'insieme delle suppellettili necessarie per le rappresentazioni sceniche, e si stabili anche, con un senatoconsulto, che nessuno nell'ambito della città o più vicino di mille passi ponesse dei posti a sedere e assistesse ai ludi seduto, senza dubbio perché fosse nota la capacità, propria dei Romani, di restare in piedi, mentre erano intenti a rilassare il proprio animo

[3] Per cinquecentocinquantotto anni i senatori assistettero agli spettacoli frammischiati al popolo
sed hunc morem Atilius Serranus et L Scribonius aediles ludos Matri deum facientes, posterioris Africani sententiam secuti discretis senatus et populi locis soluerunt, eaque res auertit uulgi animum et fauorem Scipionis magnopere quassauit

Nunc causam instituendorum ludorum ab origine sua repetam

C Sulpico Petico C Licinio Stolone consulibus intoleranda uis ortae pestilentiae ciuitatem nostram a bellicis operibus reuocatam domestici atque intestini mali cura adflixerat, iamque plus in exquisito et nouo cultu religionis quam in ullo humano consilio positum opis uidebatur

itaque placandi caelestis numinis gratia conpositis carminibus uacuas aures praebuit ad id tempus circensi spectaculo contenta, quod primus Romulus raptis uirginibus Sabinis Consualium nomine celebrauit
Questa usanza fu abolita dagli edili Attilio Serrano e Lucio Scribonio nel corso del ludi da loro organizzati in onore della Madre degli dei, sulla scorta del suggerimento dato dall'Africano Minore, con la divisione dei posti da occupare: il che urtò la suscettibilità del popolo e ne alienò grandemente a Scipione le simpatie

Risalirò ora alla causa originaria dell'istituzione dei ludi

Erano consoli Caio Sulpicio Petico e Calo Licinio Stolone, quando scoppiò in Roma una terribile peste, che preoccupò a tal punto la città per le sue interne sciagure da distoglierla persino dalle guerre allora in atto; ed ogni rimedio pareva ornai riposto più in qualche nuovo culto propiziatorio che in alcun umano consiglio

Così, per placare l'ira della potenza divina, carmi furono composti e offerti all'attento ascolto del popolo, il quale si era fino ad allora contentato degli spettacoli del circo, istituiti da Romolo al tempo del ratto delle Sabine col nome di Consualia

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 01 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 01 - Parte 01

uerum, ut est mos hominum paruula initia pertinaci studio prosequendi, uenerabilibus erga deos uerbis iuuentus rudi atque inconposito motu corporum iocabunda gestus adiecit, eaque res ludium ex Etruria arcessendi causam dedit

cuius decora pernicitas uetusto ex more Curetum Lydorumque, a quibus Tusci originem traxerunt, nouitate grata Romanorum oculos permulsit, et quia ludius apud eos hister appellabatur, scaenico nomen histrionis inditum est

paulatim deinde ludicra ars ad saturarum modos perrepsit, a quibus primus omnium poeta Liuius ad fabularum argumenta spectantium animos transtulit, isque sui operis actor, cum saepius a populo reuocatus uocem obtudisset, adhibito pueri ac tibicinis concentu gesticulationem tacitus peregit

atellani autem ab Oscis acciti sunt
Ma secondo la tendenza, abituale negli uomini, di sviluppare con passione e perseveranza le più piccole premesse, i giovani aggiunsero scherzando agli inni religiosi movimenti spontanei ed incomposti del corpo: e questo diede motivo per la chiamata dall'Etruria di mimi di professione

La loro eleganza ed agilità, che derivava dalle danze tradizionali dei Curati e dei Lidi, progenitori degli Etruschi, unitamente alla novità dello spettacolo, riuscì piacevole agli occhi dei Romani, e poiché i mimi di professione erano in lingua etrusca detti istrione, gli attori ne ebbero tale nome

Quindi, un po' alla volta, l'arte scenica passò alle forme della satira, donde, primo fra tutti, il poeta Livio fece convergere l'attenzione degli spettatori su argomenti drammatici; ed egli stesso, autore ed attore a un tempo, perduta la voce per le numerose repliche cui gli spettatori lo costringevano, prese l'abitudine di gestire soltanto, lasciando la recitazione ad un giovane che declamava in accordo col flautista

Furono poi fatte venire in Roma di tra gli Osci le Atellane
quod genus delectationis Italica seueritate temperatum ideoque uacuum nota est: nam neque tribu mouetur actor nec a militaribus stipendiis repellitur

Et quia ceteri ludi ipsis appellationibus unde trahantur apparet, non absurdum uidetur saecularibus initium suum, cuius [generis] minus trita notitia est, reddere

Cum ingenti pestilentia urbs agrique uastarentur, Valesius uir locuples rusticae uitae duobus filiis et filia ad desperationem usque medicorum laborantibus aquam calidam iis a foco petens, genibus nixus lares familiares ut puerorum periculum in ipsius caput transferrent orauit

orta deinde uox est, habiturum eos saluos, si continuo flumine Tiberi deuectos Tarentum portasset ibique ex Ditis patris et Proserpinae ara petita aqua recreasset
questo genere di spettacolo ameno, debitamente contenuto dalla severità italica, fu per ciò stesso esente da ogni biasimo: tant'è vero che l'attore non viene espulso dalla sua tribù né esonerato dal servizio militare

E poiché i nomi stessi spiegano chiaramente l'origine degli altri giochi, non mi pare fuor di luogo dar notizia della non troppo nota origine dei ludi secolari

Portando una pestilenza desolazione in Roma e nella campagna, un ricco agricoltore; Valesio, dato che i suoi figli due maschi e una femmina erano in casi gravi condizioni che i medici disperavano di salvarli, mentre attingeva acqua calda per loro al focolare, inginocchiatosi scongiurò i lari della famiglia di far morire lui e di salvargli i figli

Subito fu udita una voce dire che li avrebbe avuti salvi, se li avesse portati immediatamente, per la via del Tevere, fino a Taranto ed ivi li avesse ristorati con acqua attinta dall'ara del padre Dite e di Proserpina

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 02 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 02 - Parte 02

eo praedicto magnopere confusus, quod et longa et periculosa nauigatio imperabatur, spe tamen dubia praesentem metum uincente pueros ad ripam Tiberis protinus detulit habitabat enim in uilla sua propter uicum Sabinae regionis Eretum ac luntre Ostiam petens nocte concubia ad Martium campum appulit, sitientibusque aegris succurrere cupiens, igne in nauigio non suppetente ex gubernatore cognouit haud procul apparere fumum, et ab eo iussus egredi Tarentum id nomen ei loco est cupide adrepto calice aquam flumine haustam eo, unde fumus erat obortus, iam laetior pertulit, diuinitus dati remedii quasi uestigia quaedam in propinquo nanctum se existimans, inque solo magis fumante quam ullas ignis habente reliquias, dum tenacius omen adprehendit, contractis leuibus et quae fors obtulerat nutrimentis pertinaci spiritu flammam euocauit calefactamque aquam pueris bibendam dedit Assai confuso da tale predizione, perché si trattava di una lunga e pericolosa navigazione, ma considerando preferibile una dubbia speranza al timore del momento, trasportò subito gli ammalati alla riva del Tevere egli abitava in una sua fattoria, vicino al borgo di Ereto, nella Sabina e direttosi ad Ostia sa una barchetta nel cuore della notte approdò al campo Marzio; e desiderando rimediare alla sete degli appestati, poiché il fuoco acceso sulla barca non era sufficiente a riscaldare l'acqua, fu avvertito dal pilota che nelle vicinanze si vedeva del fumo: invitato a sbarcare a Taranto questo era il nome della località attinse in fretta acqua dal fiume proprio nel punto in cui era apparso il fumo e quindi, ben felice, la portò indietro, pensando di aver trovato nelle vicinanze qualche segno del rimedio suggerito dagli dèi; poi, su quel suolo che fumava più di qualsiasi altro quando ardono le ultime ceneri, nel desiderio ardentissimo di non lasciarsi sfuggire il divino indizio, raccolse alcune fascine qua e là e tanto vi soffiò da riaccendere il fuoco; e riscaldata l'acqua, la porse da bere ai figli
qua potata salutari quiete sopiti diutina ui morbi repente sunt liberati patrique indicauerunt uidisse se in somnis a nescio quo deorum spongea corpora sua pertergeri et praecipi ut ad Ditis patris et Proserpinae aram, a qua potio ipsis fuerat adlata, furuae hostiae immolarentur lectisterniaque ac ludi nocturni fierent

is, quod eo loci nullam aram uiderat, desiderari credens ut a se constitueretur, aram empturus in urbem perrexit relictis qui fundamentorum constituendorum gratia terram ad solidum foderent

hi domini imperium exequentes, cum ad xx pedum altitudinem humo egesta peruenissent, animaduerterunt aram Diti patri Proserpinaeque inscriptam
Questi, non appena l'ebbero bevuta, si assopirono tranquillamente e furono subito liberati dalla peste; dissero in seguito al padre che durante il sonno erano stati nettati con una spugna da un dio non sapevano quale, che aveva loro ordinato d'immolare una vittima dal pelo scuro presso l'altare del padre Dite e di Proserpina, donde era stata attinta la pozione, e di istituire lettisterni e ludi notturni

Valesio, poiché in quel luogo non aveva visto alcun altare, credendo che gli si chiedesse d'innalzarne uno, si diresse a Roma intenzionato a comprare l'altare, dopo aver lasciato sui posto dei servi che scavassero il terreno per gettare le fondamenta

Costoro eseguirono l'ordine del padrone, ma, arrivati nello scavo ad una profondità di venti piedi, trovarono un'ara dedicata al padre Dite e a Proserpina

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 06 - Parte 02

hoc postquam Valesius nuntiante seruo accepit, omisso emendae arae proposito hostias nigras, quae antiquitus furuae dicebantur, Tarenti immolauit ludosque et lectisternia continuis tribus noctibus, quia totidem filii periculo liberati erant, fecit

cuius exemplum Valerius Publicola, qui primus consul fuit, studio succurrendi ciuibus secutus apud eandem aram publice nuncupatis uotis caesisque atris bubus, Diti maribus, feminis Proserpinae, lectisternioque ac ludis trinoctio factis aram terra, ut ante fuerat, obruit

Religionem ludorum crescentibus opibus secuta lautitia est

eius instinctu Q Catulus Campanam imitatus luxuriam primus spectantium consessum uelorum umbraculis texit

Cn Pompeius ante omnes aquae per semitas decursu aestiuum minuit feruorem
Avuta da un servo questa notizia, Valesio rinunziò a costruire l'altare e immolò a Taranto vittime di colore scuro, che anticamente erano dette furvae, e celebrò per tre notti consecutive lettisternii e ludi, perché tanti erano stati i figli salvati dalla morte

Seguendone l'esempio, Valerio Publicola, che fu il primo console romano, nel desiderio di soccorrere i suoi concittadini fece voti solenni agli déi presso lo stesso altare e immolò buoi neri in onore di Dite, giovenche bianche in onore dì Proserpina; poi, celebrati per tre notti dei lettisterni e dei ludi, ricoprì l'altare di terra, lasciandolo così come si trovava prima che fosse scoperto

[6] Col crescere della potenza di Roma crebbero anche in magnificenza i giochi sacri

In tale spirito Quinto Catulo, imitando la mollezza dei Campani, fu il primo a far coprire con teloni gli spazi riservati agli spettatori

Primo fra tutti, Cneo Pompeo rimediò al caldo che disturbava gli spettacoli estivi, facendo deviare nelle vicinanze dei ruscelli di acqua fresca
Claudius Pulcher scaenam uarietate colorum adumbrauit uacuis ante pictura tabulis extentam

quam totam argento C Antonius, auro Petreius, ebore Q Catulus praetexuit

uersatilem fecerunt Luculli, argentatis choragiis P Lentulus Spinther adornauit

translatum antea poenicis indutum tunicis M Scaurus exquisito genere uestis cultum induxit

nam gladiatorium munus primum Romae datum est in foro boario App Claudio Q Fuluio consulibus; dederunt Marcus et Decimus filii Bruti Perae funebri memoria patris cineres honorando

athletarum certamen a M Scauri tractum est munificentia

Statuam auratam nec in urbe nec in ulla parte Italiae quisquam prius aspexit quam a M Acilio Glabrione equestris patri poneretur in aede Pietatis
Claudio Pulcro abbellì la scena con decorazioni colorate, che presero il posto di tavole grezze

Caio Antonio la realizzò in seguito con fregi, tutta d'argento; Petreio tutta d'ore e Quinto Catulo d'avorio

I Luculli la resero mobile, Publio Lentulo Spintere l'adornò di apparati d'argento

Marco Scremo favori la trasformazione dei costumi, fino a lui limitati a tuniche di porpora, in altri più eleganti e ricercati

[7] Il primo spettacolo dì gladiatori fu dato in Roma nel Foro Boario, essendo consoli Appio Claudio e Quinto Fulvio: lo organizzarono i figli di Bruto Pera, Marco e Decimo, per onorare la memoria del loro padre con uno spettacolo funebre

Le gare atletiche furono realizzate per la munificenza di Marco Scauro

Dì statue d'oro non se ne vide alcuna né in Roma né in altre partì d'Italia, prima di quella equestre, innalzati da Marco Acilio Glabrione in onore di suo padre nel tempietto della Pietà

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 06 - Parte 01

eam autem aedem P Cornelio Lentulo M Baebio Tamphilo consulibus ipse dedicauerat compos uoti factus rege Antiocho apud Thermopylas superato

Ius ciuile per multa saecula inter sacra caerimoniasque deorum inmortalium abditum solisque pontificibus notum Cn Flauius libertino patre genitus et scriba, cum ingenti nobilitatis indignatione factus aedilis curulis, uulgauit ac fastos paene toto foro exposuit

qui, cum ad uisendum aegrum collegam suum ueniret neque a nobilibus, quorum frequentia cubiculum erat completum, sedendi loco reciperetur, sellam curulem adferri iussit et in ea honoris pariter atque contemptus sui uindex consedit

Veneficii quaestio et moribus et legibus Romanis ignota conplurium matronarum patefacto scelere orta est
quanto a quest'ultima, esso era stato dedicato proprio da Acilio, soddisfatto nel suo voto per aver vinto il re Antioco alla Termopili, al tempo in cui erano consoli Publio Cornelio Leutulo e Marco Bebio Tamfilo

Il diritto civile, che per molti secoli non aveva avuto una netta distinzione dai riti e dalle cerimonie degli dèi immortali ed era stato noto solo ai pontefici, fu divulgato da Cneo Flavio, figlio di nn liberto e di professione scrivano, allorché fu eletto edile curale tra l'indignazione della nobilità: egli portò a conoscenza di quasi tutta Roma l'elenco dei giorni fasti

Recandosi un giorno a visitare un collega ammalato e non essendogli fatto posto dai nobili che ne affollavano la camera, si fece portare una sedia curale e vi si sedette, rivendicando l'onore dovutogli e vendicando l'offesa che gli era stata arrecata

[3] I processi per veneficio, sconosciuti agli usi e alle leggi romane, ebbero inizio quando si scopri che di simili delitti si erano macchiate numerose matrone

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 07 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 07 - Parte 01

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 04 - Parte 02

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 03 - Parte 02

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 08 - Parte 01

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 09 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 09 - Parte 01