Un altra tradizione, più nobile, narra le rappresentazioni complesse tatuate, che risalgono fino al terzo secolo. Motivi complessi che comprendevano divinità, eroi popolari, fiori. Farsi tatuare era un procedura lenta e dolorosa. L'inchiostro era inserito sotto la pelle con strumenti non elettrici. Un tatuaggio completo sulla schiena poteva richiedere anche 100 ore di lavoro. La procedura rendeva il tatuaggio qualcosa di unico. I membri della Yakuza vedevano nei tatuaggi simboli indelebili e un modo per differenziarsi e dimostrare la propria appartenenza. Il tatuaggio era visto anche come prova di forza per dimostrare coraggio, resistenza e virilità.
Per altri, il tatuaggio aveva anche un altro scopo. Considerato come una ferita autoinflitta, rappresentava disadattamento e un sentirsi emarginato dalla società. Così si esprimeva la propria sofferenza. Oggi il tatuaggio è considerato un legame con la Yakuza tanto che nei bagni e nelle saune pubbliche giapponesi, si appendono cartelli che non ammettono persone tatuate