Gli tsunami possono viaggiare per più di 800 km orari, colpiscono con una massa enorme e ad una velocità impressionante. Le Hawaii sono il tratto di terra più colpito di chiunque altro dagli tsunami. Le scosse sismiche ne sono la causa principale. Quando un enorme porzione di terreno sotto i mari si solleva, questa sposta una grossa quantità d'acqua sovrastante, l'energia liberata crea un muro d'acqua che avanza veloce. Prima che arrivi nella terra ferma, le acque sulla spiaggia cominciano a ritirarsi. I maremoti non creano ondate singole ma piuttosto un treno di onde che si susseguono di varie grandezza.
Le prime che arrivano non sono molto grandi e questo porta spesso a sottovalutare la portata del pericolo. Il fronte dell'onda rallenta mentre la parte posteriore dell'onda continua a spingere ed è così che la massa d'acqua compressa si solleva. I macigni posti a difesa in alcuni punti, se colpiti possono anche essere sollevati in aria tale è la spinta inarrestabile del muro d'acqua che avanza. La potenza distruttiva non dipende dall'onda in se ma dal fondale che essa incontra durante il suo cammino.
Durante il loro viaggio, consumano poca energia e la liberano solo quando colpiscono terra, per questo anche località molto lontane dall'epicentro del sisma, sono comunque in potenziale pericolo. Dopo le Hawaii, il paese più colpito nell'oceano Pacifico è il Giappone ed è questo paese che ha coniato il termine tsunami "onda di porto"
Nel 2004, un terremoto sottomarino di magnitudo 9.1 ha scatenato uno tsunami che ha ucciso 230.000 persone nell'area dell'Oceano Indiano. In alcune regioni, come le isole delle Hawaii o le coste del Cile e del Giappone, esistono sistemi di allerta per avvisare i cittadini quando sta per arrivare uno tsunami