Agostino, Le Confessioni: Libro 03, pag 3

Agostino, Le Confessioni: Libro 03

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 03
Sed tempora, quibus praesidet, non pariter eunt; tempora enim sunt

Homines autem, quorum vita super terram brevis est, quia sensu non valent causas contexere saeculorum priorum aliarumque gentium, quas experti non sunt, cum his quas experti sunt, in uno autem corpore vel die vel domo facile possunt videre, quid cui membro, quibus momentis, quibus partibus personisve congruat, in illis offenduntur, hic serviunt
Come se in un pomeriggio dichiarato festivo uno si irritasse di non avere il permesso di girare con la sua mercanzia, solo perché di mattina l'aveva; o se uno vedendo in una stessa casa un servo che mette le mani dove al coppiere è proibito di metterle, o vede fare dietro le stalle cose vietate davanti alla mensa, si indignasse perché nella stessa abitazione e nella stessa famiglia non si danno a tutti e in ogni luogo le stesse funzioni; così si comportano costoro, indignandosi quando vengono a sapere che a quel tempo era lecito ai giusti qualcosa che oggi non lo è, e che Dio ha imposto a quelli una condotta, a questi un'altra, per ragioni determinate dalle circostanze: mentre gli uni e gli altri servono la medesima giustizia; come in uno stesso uomo, in uno stesso giorno, in una stessa casa a ciascun membro si addice una diversa funzione; e un comportamento che era lecito fino a una certa ora non è più consentito scaduta quella, e un'azione è consentita o addirittura comandata in un angolo, e nell'angolo vicino è vietata e punita

Forse che la giustizia è varia e mutevole per questo
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14] Haec ego tunc nesciebam et non advertebam, et feriebant undique ista oculos meos, et non videbam

Et cantabam carmina et non mihi licebat ponere pedem quemlibet ubilibet, sed in alio atque alio metro aliter atque aliter et in uno aliquo versu non omnibus locis eumdem pedem; et ars ipsa, qua canebam, non habebat aliud alibi, sed omnia simul

Et non intuebar iustitiam, cui servirent boni et sancti homines, longe excellentius atque sublimius habere simul omnia quae praecipit et nulla ex parte variari et tamen variis temporibus non omnia simul, sed propria distribuentem ac praecipientem
Ma i tempi cui essa presiede non vanno di pari passo: altrimenti non sarebbero diversi tempi; e gli uomini hanno vita breve sopra la terra, e non riescono a vedere i nessi fra le loro ragioni, di cui hanno esperienza, e quelle di epoche passate e di altri popoli, perché non le hanno vissute; eppure in un corpo, in un giorno, in una casa possono facilmente vedere che ogni membro, ogni momento, ogni locale o persona hanno quello che loro conviene: ma in questo caso son pronti a sottomettersi, mentre nell'altro restano urtati [7

14] Io stesso allora ignoravo tutto questo e non me ne rendevo conto, e benché l'avessi dappertutto sotto gli occhi non lo vedevo

E componevo poesie e non mi permettevo di collocare un piede qualunque in una qualunque posizione

Ma a seconda della forma metrica dovevo adoperare piedi diversi in diverse sedi, e anche nel corpo dello stesso verso non potevo collocare lo stesso piede in qualunque posizione; eppure l'arte che seguivo nel comporre non era distribuita in pezzi diversi da caso a caso, ma li contemplava tutti simultaneamente
Et reprehendebam caecus pios patres non solum, sicut Deus iuberet atque inspiraret, utentes praesentibus, verum quoque, sicut Deus revelaret, futura praenuntiantes

Ubique et semper flagitia contra naturam detestanda sunt et regnatori serviendum est

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15] Numquid aliquando aut alicubi iniustum est diligere Deum ex toto corde et ex tota anima et ex tota mente et diligere proximum tamquam te ipsum

Itaque flagitia, quae sunt contra naturam, ubique ac semper detestanda atque punienda sunt, qualia Sodomitarum fuerunt

Quae si omnes gentes facerent, eodem criminis reatu divina lege tenerentur, quae non sic fecit homines, ut se illo uterentur modo
Però non vedevo che quella giustizia al cui servizio erano uomini di Dio, uomini dabbene, contemplava anch'essa simultaneamente - e da una posizione molto più elevata e sublime - tutte le sue prescrizioni: e senza variazioni in alcuna delle sue parti impartiva comportamenti appropriati alle varie epoche; non tutti in una volta, ma a ciascuna i suoi

E nella mia cecità criticavo i nostri padri devoti, che non soltanto si adeguavano alle necessità del presente secondo la legge e l'ispirazione divina, ma preannunziavano gli eventi futuri, secondo le rivelazioni di Dio

I generi di infrazioni [8

15] C'è forse un tempo o un luogo in cui sia ingiusto amare Dio con tutto il cuore e tutta l'anima e tutta la mente, e amare il prossimo come se stessi

Così le azioni contro natura, com'erano quelle dei sodomiti, dovunque e sempre vanno odiate e punite; e se anche tutti i popoli le praticassero, sarebbero imputati dello stesso reato dalla legge divina, che non ha fatto gli uomini come sono perché facessero di se stessi un uso simile

Si viola l'accordo che deve sussistere fra noi e Dio quando si inquina la natura di cui egli è l'autore con passioni che la sovvertono

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Agostino, Le Confessioni: Libro 11, 16-31
Agostino, Le Confessioni: Libro 11, 16-31

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 11, 16-31

Violatur quippe ipsa societas, quae cum Deo nobis esse debet, cum eadem natura, cuius ille auctor est, libidinis perversitate polluitur

Quae autem contra mores hominum sunt flagitia, pro morum diversitate vitanda sunt, ut pactum inter se civitatis aut gentis consuetudine vel lege firmatum nulla civis aut peregrini libidine violetur

Turpis enim omnis pars universo suo non congruens

Cum autem Deus aliquid contra morem aut pactum quorumlibet iubet, etsi numquam ibi factum est, faciendum est, et si omissum, instaurandum, et si institutum non erat, instituendum est
Quanto poi alle azioni contro le usanze degli uomini, queste vanno evitate dove le usanze le proibiscano, affinché il patto che la legge o la consuetudine stabilisce fra gli abitanti di una città o di una nazione non sia violato dall'arbitrio di un cittadino, o di uno straniero

Perché ogni parte che non s'accorda col suo intero è brutta

Ma se è Dio a imporre un comportamento contrario a qualunque usanza o patto, anche se in quel luogo non s'era mai visto, bisogna adottarlo, e se lo si era tralasciato, instaurarlo, e stabilirlo se non era stabilito

Infatti è lecito a un re nel suo regno emettere un decreto che non era mai stato emesso prima né dai suoi predecessori né da lui, e obbedirvi non è rompere gli accordi di una società civile, anzi lo è disobbedirvi: perché il patto su cui si regge in generale una società umana è l'obbedienza al suo re
Si enim regi licet in civitate, cui regnat, iubere aliquid, quod neque ante illum quisquam nec ipse umquam iusserat, et non contra societatem civitatis eius obtemperatur, immo contra societatem non obtemperatur (generale quippe pactum est societatis humanae oboedire regibus suis) quanto magis Deo regnatori universae creaturae suae ad ea quae iusserit sine dubitatione serviendum est

Sicut enim in potestatibus societatis humanae maior potestas minori ad oboediendum praeponitur, ita Deus omnibus

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16] Item in facinoribus, ubi libido est nocendi sive per contumeliam sive per iniuriam et utrumque vel ulciscendi causa, sicut inimico inimicus, vel adipiscendi alicuius extra commodi, sicut latro viatori, vel evitandi mali, sicut ei qui timetur, vel invidendo, sicut feliciori miserior aut in aliquo prosperatus ei, quem sibi aequari timet aut aequalem dolet, vel sola voluptate alieni mali, sicut spectatores gladiatorum aut irrisores aut illusores quorumlibet
Dunque a maggior ragione bisognerà sottomettersi senza esitare ai decreti del Dio che regna sull'universo creato

Come nella gerarchia delle società umane il potere maggiore impone obbedienza al minore, così Dio la impone a tutti

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16] Lo stesso dicasi per i crimini riconducibili alla volontà di offendere con parole o con azioni o con entrambi, quale che ne sia il movente: quello di vendicarsi, come avviene fra nemici, o di impadronirsi di un bene altrui, come fa il bandito da strada, o di evitare un danno, come accade a chi incute paura, o il movente dell'invidia, che l'infelice prova nei confronti del più felice, e chi ha avuto successo in qualche cosa prova verso un temuto o mal tollerato concorrente; o anche il semplice gusto del male altrui, tipico di chi assiste agli spettacoli dei gladiatori o anche di chi si diverte a schernire il suo prossimo o a prendersene gioco

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Agostino, Le Confessioni: Libro 02; 06-10

Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 02; 06-10

Haec sunt capita iniquitatis, quae pullulant principandi et spectandi et sentiendi libidine, aut una aut duabus earum aut simul omnibus, et vivitur male adversus tria et septem, psalterium decem chordarum, decalogum tuum, Deus altissime et dulcissime

Sed quae flagitia in te, qui non corrumperis

Aut quae adversus te facinora, cui noceri non potest

Sed hoc vindicas, quod in se homines perpetrant, quia etiam cum in te peccant, impie faciunt in animas suas, et mentitur iniquitas sibi sive corrumpendo ac pervertendo naturam suam, quam tu fecisti et ordinasti, vel immoderate utendo concessis rebus vel in non concessa flagrando in eum usum, qui est contra naturam; aut rei tenentur animo et verbis saevientes adversus te et adversus stimulum calcitrantes, aut cum diruptis limitibus humanae societatis laetantur audaces privatis conciliationibus aut diremptionibus, prout quidque delectaverit aut offenderit
Sono questi i capi dell'ingiustizia che rampollano dalle passioni del potere, del vedere e del godere - da una o due di esse o da tutt'e tre insieme - e con loro si vive male, stonando sulle tre e sulle sette corde della tua arpa, il decalogo, Dio altissimo e dolcissimo

Ma quali vizi possono offendere te, che non sei intaccabile

E che delitti si possono compiere contro di te, cui nessuno può nuocere

Ma tu vendichi appunto il male che gli uomini fanno a se stessi, perché anche quando peccano contro di te agiscono spietatamente contro le proprie anime: e la loro iniquità mente a se stessa, intaccando e sovvertendo la loro natura, da te creata e ordinata, o usando senza misura del lecito o bruciando dalla voglia dell'illecito per farne un uso che è contro natura
Et ea fiunt, cum tu derelinqueris, fons vitae, qui es unus et verus creator et rector universitatis, et privata superbia diligitur in parte, unum falsum

Itaque pietate humili reditur in te, et purgas nos a consuetudine mala et propitius es peccatis confitentium et exaudis gemitus compeditorum et solvis a vinculis, quae nobis fecimus, si iam non erigamus adversum te cornua falsae libertatis avaritia plus habendi et damno totum amittendi, amplius amando proprium nostrum quam te, omnium bonum

Multa quae homines improbant, Deus probat, multa autem laudantur, quae Deus damnat

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Colpevoli sono al tuo cospetto anche quelli che con la mente e il linguaggio si rivoltano contro di te e tentano di sfuggire al tuo pungolo scalciando, o quelli che infrangono le barriere della società umana per godersi sfrontatamente i loro accordi o i loro tradimenti privati, senza altra legge che i propri gusti o disgusti

E tutto questo avviene quando si abbandona te, fonte di vita, unico e vero autore e principe dell'universo: e nel proprio orgoglio solitario ci si apparta ad amarne uno solo, ma falso

Così è con la devozione degli umili che si ritorna a te, e tu ci liberi dall'abitudine al male e sei indulgente verso i peccati che si confessano e ascolti i lamenti di chi giace in ceppi e ci sciogli dai nodi con cui noi stessi ci siamo legati, purché non leviamo più contro di te le corna di una falsa libertà, nella nostra avidità di possedere di più e nel rischio di perdere tutto, per amare il nostro bene particolare più di te, che sei il bene universale

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Latino: dall'autore Agostino, opera Le Confessioni parte Libro 01; 11-20

17] Sed inter flagitia et facinora et tam multas iniquitates sunt peccata proficientium, quae a bene iudicantibus et vituperantur ex regula perfectionis et laudantur spe frugis sicut herba segetis

Et sunt quaedam similia vel flagitio vel facinori et non sunt peccata, quia nec te offendunt, Dominum Deum nostrum, nec sociale consortium, cum conciliantur aliqua in usum vitae congrue tempori (et incertum est an libidine habendi) aut puniuntur corrigendi studio potestate ordinata, et incertum est an libidine nocendi

Multa itaque facta, quae hominibus improbanda viderentur, testimonio tuo approbata sunt et multa laudata ab hominibus te teste damnantur, cum saepe se aliter habet species facti et aliter facientis animus atque articulus occulti temporis
17] Ma accanto a vizi, infrazioni e torti di tanti generi ci sono i peccati di chi progredisce verso la perfezione, che col metro di questa vengono biasimati dai buoni giudici, ma anche apprezzati nella speranza del raccolto, come l'erba in vista del grano; e ci sono azioni che somigliano a vizi e a infrazioni e tuttavia non sono peccati, perché non offendono né te, Signore Dio nostro, né il consorzio civile; ad esempio l'accumulazione di beni d'uso corrente, quando è dubbio che si tratti di avidità di possesso, o la punizione ordinata dall'autorità con intento correttivo, quando è dubbio che si tratti del piacere di infliggere una sofferenza

E così molte azioni che agli uomini sembrano riprovevoli trovano approvazione ai tuoi occhi, e molte che gli uomini lodano sono condannate dalla tua testimonianza

Perché spesso l'apparenza dell'azione è diversa dall'intenzione dell'agente e diversa l'opportunità dell'attimo, che ci resta segreta
Cum vero aliquid tu repente inusitatum et improvisum imperas, etiamsi hoc aliquando vetuisti, quamvis causam imperii tui pro tempore occultes et quamvis contra pactum sit aliquorum hominum societatis, quis dubitet esse faciendum, quando ea iusta est societas hominum, quae servit tibi

Sed beati qui te imperasse sciunt

Fiunt enim omnia a servientibus tibi vel ad exhibendum, quod ad praesens opus est, vel ad futura praenuntianda

Quae stulta et ridicula Manichaei praedicent

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18] Haec ego nesciens irridebam illos sanctos servos et Prophetas tuos

Et quid agebam, cum irridebam eos, nisi ut irriderer abs te sensim atque paulatim perductus ad eas nugas, ut crederem ficum plorare, cum decerpitur, et matrem eius arborem lacrimis lacteis
Ma accade che tu all'improvviso dia un ordine inconsueto e inatteso, rovesciando un divieto che avevi imposto in altri tempi, e mettiamo pure che al momento tu mantenga segreta la ragione di quest'ordine, e mettiamo pure che esso sia contro il patto che ha riunito un gruppo di uomini in una società

Bene: chi avrebbe un dubbio che bisogna obbedire, quando giusta è solo quella società umana che serve te

Ma beati quelli che sanno che da te viene l'ordine

Perché tutte le azioni di chi serve te si compiono per rivelare ciò che il presente richiede, o per preannunziare il futuro

Il fico e le scintille divine [10

18] Ignaro di tutto questo io ridevo di quei santi servi e profeti tuoi

E con che risultato, se non quello di farti ridere di me, che a poco a poco mi lasciavo infarcire di sciocchezze fino al punto di credere che il fico piange quando lo si coglie, e anche la pianta sua madre: lacrime di latte

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Quam tamen ficum si comedisset aliquis sanctus alieno sane, non suo scelere decerptam, misceret visceribus et anhelaret de illa angelos, immo vero particulas Dei gemendo in oratione atque ructando; quae particulae summi et veri Dei ligatae fuissent in illo pomo, nisi electi sancti dente ac ventre solverentur

Et credidi miser magis esse misericordiam praestandam fructibus terrae quam hominibus, propter quos nascerentur

Si quis enim esuriens peteret, qui Manichaeus non esset, quasi capitali supplicio damnanda buccella videretur, si ei daretur

Monica somnium vidit, quod ei conversionem filii multo ante hostendit

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19] Et misisti manum tuam ex alto, et de hac profunda caligine eruisti animam meam, cum pro me fleret ad te mea mater, fidelis tua, amplius quam flent matres corporea funera
Però se un santo lo mangiasse, quel fico - una volta commesso il delitto di coglierlo, da un altro, non da lui, s'intende - e lo digerisse ben bene, fra i gemiti dell'orazione farebbe venir su fiati e rutti d'angeli, o addirittura particelle di Dio: le quali particelle sarebbero rimaste imprigionate in quel frutto, se non ne fossero state liberate dai denti e dallo stomaco dell'eletto

E arrivai al punto di credere, infelice, che bisognasse esser più pietosi coi frutti della terra che con gli uomini, per i quali essi nascono

Se uno che moriva di fame ma non era manicheo avesse chiesto aiuto, il boccone concesso mi sarebbe sembrato condannato alla pena capitale

Il sogno di Monica

Una donna tenace [11

19] E tu stendesti la tua mano dall'alto e strappasti l'anima mia a questa nebulosa profondità

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