Voltammetria differenziale a impulsi

Voltammetria differenziale a impulsi

DETERMINAZIONE QUANTITATIVA di Fe(CN)63- USANDO DPV



1.
Obiettivi dell'esperimento:



Molti
dei

1.

Obiettivi dell'esperimento:

Molti

dei limiti della tradizionale voltammetria a scansione lineare sono

stati superati grazie allo sviluppo dei metodi ad impulso

. Applicando

al microelettrodo di lavoro, oltre alla scansione lineare, una serie

periodica di impulsi di tensione, di durata e ampiezza costanti, si

ottiene un netto miglioramento delle prestazioni rispetto alla

tecnica sopra nominata. In particolare, diminuisce la corrente

capacitiva e aumenta la sensibilità per cui risulta possibile la

determinazione di concentrazioni più basse di analita.

L'esperienza

si pone come obiettivo l'ottimizzazione dell'altezza degli

impulsi (PH), variandone il valore e mantenendo costante la velocità

di scansione, in modo da ottenere una curva di tipo gaussiano in un

grafico rappresentante la corrente in funzione del potenziale. Verrà

poi determinata la concentrazione incognita di

Fe(CN)63-

in un campione.

2.

Risultati e discussione.

2.1.

Ottimizzazione

della DPV.

a) Viene di seguito riportato il

grafico con i voltammogrammi DPV ai diversi valori di altezza

dell'impulso (PH), in particolare a 25, 50, 75, 100 mV.

L'altezza

migliore dell'impulso risulta essere quella in cui la gaussiana

risulta essere più alta e stretta possibile.

Analizzando il grafico

corrente/potenziale in Fig.1,

è possibile desumere che le curve con le caratteristiche

precedentemente descritte siano quelle corrispondenti a 50 e 75 mV.

Le rimanenti, invece, presentano una forma non adatta per

l'ottimizzazione: in particolare per PH pari a 25 mV, la gaussiana

si presenta molto larga e decisamente poco alta, mentre per PH

corrispondente a 100 mV, la curva risulta essere decisamente larga

nonostante l'altezza sia confrontabile con quella delle curve

classificate precedentemente come adatte.