Virgilio, Eneide: Libro 07 - GIUNONE ED ALLETTO, pag 2

Virgilio, Eneide: Libro 07 - GIUNONE ED ALLETTO

Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 07 - GIUNONE ED ALLETTO

optato conduntur Thybridis alveo securi pelagi atque mei Sicuri si nascondono nell'alveo desiderato del Tevere e del mio mare
Mars perdere gentem immanem Lapithum valuit, concessit in iras ipse deum antiquam genitor Calydona Dianae, quod scelus aut Lapithis tantum aut Calydone merente Marte potè rovinare la sellvaggia stirpe dei Lapiti, lo stesso padre degli dei concesse l'antica Calidone alle ire di Diana,essendo colpevole Calidone o i Lapiti quale sì grave delitto
ast ego, magna Iovis coniunx, nil linquere inausum quae potui infelix, quae memet in omnia verti, vincor ab Aenea Ma io, grande consorte di Giove, che sventurata nulla potei lasciare non osato, che mi rivolsi ad ogni cosa, son vinta da Enea

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Virgilio, Eneide: Libro 01 - IL DISCORSO DI ILIONEO
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Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 01 - IL DISCORSO DI ILIONEO

quod si mea numina non sunt magna satis, dubitem haud equidem implorare quod usquam est: flectere si nequeo superos, Acheronta movebo Che se le mie potenze non sono abbastanza grandi, non dubiterei certo di chiedere uno dovunque sia;se non posso piegare i celesti, muoverò l'Acheronte
non dabitur regnis, esto, prohibere Latinis, atque immota manet fatis Lavinia coniunx: at trahere atque moras tantis licet addere rebus, at licet amborum populos exscindere regum Non si concederà, e sia1, bloccare i regni latini,e inamovibile per i fati resta Lavinia come moglie:ma si può tirare ed aggiungere indugi a cose sì grandi, ma si può disgiungere i popoli dei due re

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Virgilio, Eneide: Libro 03 - LA TERRA D’ITALIA
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Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 03 - LA TERRA D’ITALIA

hac gener atque socer coeant mercede suorum: sanguine Troiano et Rutulo dotabere, virgo, et Bellona manet te pronuba A questo prezzo dei loro s'uniscano genero e suocero: avrai in dote sangue troiano e rutulo, ragazza, Bellona ti resta pronuba
nec face tantum Cisseis praegnas ignis enixa iugalis; quin idem Veneri partus suus et Paris alter, funestaeque iterum recidiva in Pergama taedae Neppure solo Cisseide pregna tanto di fiamma partorì fuochi nuziali anzi lo stesso suo partorito, altro Paride, per Venere e funeste siano di nuovo le fiaccole (nuziali) per Pergamo rediviva

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Latino: dall'autore Virgilio, opera Eneide parte Libro 03 - I SACRI PENATI

' Haec ubi dicta dedit, terras horrenda petivit; luctificam Allecto dirarum ab sede dearum infernisque ciet tenebris, cui tristia bella iraeque insidiaeque et crimina noxia cordi Come espresse queste parole, spaventosa si diresse a terra; chiama dalle tenebre infernali, la sede delle dee crudeli, la luttuosa Alletto, cui stanno a cuore le tristi guerre, le ire, le insidie ed i delitti colpevoli
odit et ipse pater Pluton, odere sorores Tartareae monstrum: tot sese vertit in ora, tam saevae facies, tot pullulat atra colubris Lo stesso padre Plutone odia il mostro, l'odiano le sorelle tartaree: si trasforma in tante facce, volti così crudeli, nera pullula di tanti serpenti

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quam Iuno his acuit verbis ac talia fatur: 'hunc mihi da proprium, virgo sata Nocte, laborem, hanc operam, ne noster honos infractave cedat fama loco, neu conubiis ambire Latinum Aeneadae possint Italosve obsidere finis E Giunone la spronò con queste parole e così dice: ora dammi, ragazza figlia della Notte, la tua speciale attività, questo lavoro, perché il nostro onore o la fama infranta si ritiri dal paese, né con matrimoni gli Eneadi possano circuire Latino ed occupare i territori italici

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