Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 51-63, pag 2

Livio, Ab urbe condita: Libro 21; 51-63

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 21; 51-63
Ad hoc raptim eductis hominibus atque equis, non capto ante cibo, non ope ulla ad arcendum frigus adhibita, nihil caloris inerat, et quidquid aurae fluminis appropinquabant, adflabat acrior frigoris uis

Ut uero refugientes Numidas insequentes aquam ingressi sunt, et erat pectoribus tenus aucta nocturno imbri, tum utique egressis rigere omnibus corpora ut uix armorum tenendorum potentia esset, et simul lassitudine et procedente iam die fame etiam deficere

[55] Hannibalis interim miles ignibus ante tentoria factis oleoque per manipulos, ut mollirent artus, misso et cibo per otium capto, ubi transgressos flumen hostes nuntiatum est, alacer animis corporibusque arma capit atque in aciem procedit
Inoltre i soldati e i cavalli erano stati tratti fuori in fretta senza aver preso cibo; non avendo poi alcuna difesa contro il freddo, gli uomini non sentivano dentro il minimo calore, in modo che via via che si avvicinavano alla zona del fiume si sentivano soffiare addosso sempre più pungente l'aria gelida

Quando per inseguire i Numidi che si ritiravano entrarono in acqua, il cui livello arrivava fino al petto a causa delle piogge notturne, allora a tutti coloro che uscivano dalla corrente si gelava il corpo, in modo che essi potevano a stento tenere in mano le armi e venivano meno per stanchezza o per fame, essendo ilgiorno ormai inoltrato

55 I soldati di Annibale, frattanto, accesero i fuochi dinanzi tende, spalmarono di olio le membra per renderle più agili e presero tranquillamente cibo; allorché fu annunciato che i nemici avevano passato il fiume, alacri nell'animo e nel corpo afferrarono le armi e s'avviarono alla battaglia
Baliares locat ante signa [ac] leuem armaturam, octo ferme milia hominum, dein grauiorem armis peditem, quod uirium, quod roboris erat; in cornibus circumfudit decem milia equitum et ab cornibus in utramque partem diuersos elephantos statuit

Consul effuse sequentes equites, cum ab resistentibus subito Numidis incauti exciperentur, signo receptui dato reuocatos circumdedit peditibus

Duodeuiginti milia Romani erant, socium nominis Latini uiginti, auxilia praeterea Cenomanorum; ea sola in fide manserat Gallica gens

Iis copiis concursum est

Proelium a Baliaribus ortum est; quibus cum maiore robore legiones obsisterent, diducta propere in cornua leuis armatura est, quae res effecit ut equitatus Romanus extemplo urgeretur
Annibale collocò le truppe delle Baleari dinanzi alle insegne dei manipoli e con loro le milizie armate alla leggera, circa ottomila uomini; più indietro la fanteria pesante che costituiva il nerbo delle sue forze; intorno alle ali dispose diecimila cavalieri e collocò gli elefanti ai lati, dividendoli fra l'una e l'altra parte

Il console, fatta suonare la ritirata, richiamò i cavalieri che inseguivano in disordine i Numidi e che poi improvvisamente erano stati colti di sorpresa dalla resistenza opposta dai Numidi stessi e fece circondare i cavalieri da truppe di fanteria

I Romani erano diciottomila, gli alleati latini ventimila, in più vi erano le milizie ausiliarie dei Galli Cenomani, la sola gente che era rimasta fedele a Roma

Con questi soldati si venne a battaglia

Questa fu iniziata dai frombolieri delle Baleari; poiché ad essi le legioni resistettero con più grande energia, i soldati armati alla leggera furono fatti passare sollecitamente ai lati; il che fece sì che la cavalleria romana fosse subito soverchiata
Nam cum uix iam per se resisterent decem milibus equitum quattuor milia et fessi integris plerisque, obruti sunt insuper uelut nube iaculorum a Baliaribus coniecta

Ad hoc elephanti eminentes ab extremis cornibus, equis maxime non uisu modo sed odore insolito territis, fugam late faciebant

Pedestris pugna par animis magis quam uiribus erat, quas recentes Poenus paulo ante curatis corporibus in proelium attulerat; contra ieiuna fessaque corpora Romanis et rigentia gelu torpebant
Infatti, quando già appena da soli in quattromila e stanchi potevano resistere a diecimila cavalieri per la maggior parte freschi di forze, i Romani furono per di più sopraffatti da una pioggia di dardi scagliati dalle truppe delle Baleari

A tutto ciò s'aggiunsero gli elefanti che, usciti dalle estreme ali, seminando terrore fra i cavalli non solo col loro aspetto, ma anche con l'insolito odore, provocarono una fuga di vaste proporzioni

La battaglia della fanteria si mantenne con esito pari più per il coraggio dei soldati che per l'entità delle forze, perché Annibale aveva portato a combattere truppe fresche che poco prima si erano rifocillate, mentre i Romani avevano le membra intorpidite, stanche per il digiuno ed irrigidite dal gelo

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Livio, Ab urbe condita: Libro 02, 01-10
Livio, Ab urbe condita: Libro 02, 01-10

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 02, 01-10

Restitissent tamen animis, si cum pedite solum foret pugnatum; sed et Baliares pulso equite iaculabantur in latera et elephanti iam in mediam peditum aciem sese tulerant et Mago Numidaeque, simul latebras eorum improuida praeterlata acies est, exorti ab tergo ingentem tumultum ac terrorem fecere

Tamen in tot circumstantibus malis mansit aliquamdiu immota acies, maxime praeter spem omnium aduersus elephantos

Eos uelites ad id ipsum locati uerutis coniectis et auertere et insecuti auersos sub caudis, qua maxime molli cute uolnera accipiunt, fodiebant

[56] Trepidantesque et prope iam in suos consternatos e media acie in extremam ad sinistrum cornu aduersus Gallos auxiliares agi iussit Hannibal
Avrebbero, tuttavia, resistito coraggiosamente se si fosse dovuto combattere soltanto con la fanteria pesante; ma da una parte v'erano i frombolieri delle Baleari che, ricacciata la cavalleria, scagliavano frecce contro i fianchi; dall'altra gli elefanti che si erano già slanciati in mezzo alle file dei fanti; Magone coi Numidi, appena la schiera romana imprudentemente ebbe sorpassato il punto degli agguati, l'assalì alle spalle, provocando scompiglio e terrore

Tuttavia, pur trovandosi le schiere romane circondate da tanti travagli, per qualche tempo rimasero salde contro gli elefanti più di quanto tutti potessero sperare

Infatti dei veliti, appostati proprio a tale scopo, misero in fuga le belve con il lancio di spiedi; quelle che fuggivano erano colpite sotto la coda, là dove gli animali potevano essere feriti a causa soprattutto della cute meno spessa

56 Annibale comandò che gli elefanti, che spaventati infuriavano quasi ormai tra le file degli stessi Cartaginesi, fossero spinti verso l'ala sinistra contro i Galli
Ibi extemplo haud dubiam fecere fugam; nouus quoque terror additus Romanis ut fusa auxilia sua uiderunt

Itaque cum iam in orbem pugnarent, decem milia ferme hominum, cum alia euadere nequissent, media Afrorum acie quae Gallicis auxiliis firmata erat, cum ingenti caede hostium perrupere et, cum neque in castra reditus esset flumine interclusus neque prae imbri satis decernere possent qua suis opem ferrent, Placentiam recto itinere perrexere

Plures deinde in omnes partes eruptiones factae; et qui flumen petiere, aut gurgitibus absumpti sunt aut inter cunctationem ingrediendi ab hostibus oppressi

Qui passim per agros fuga sparsi erant uestigia cedentis sequentes agminis Placentiam contendere; aliis timor hostium audaciam ingrediendi flumen fecit, transgressique in castra peruenerunt
Qui provocarono subito una fuga precipitosa, per cui si aggiunse nuovo terrore per i Romani quando videro sbaragliate le loro milizie ausiliarie

Quindi, essendo ormai costretti a combattere come chiusi in un cerchio, quasi diecimila uomini non avendo potuto in altro modo trovare una via di scampo, si aprirono il passaggio in mezzo alla schiera dei Cartaginesi che era stata rinforzata dagli ausiliari Galli, e, non potendo ritornare negli accampamenti perché tagliati fuori dal fiume, né potendo a causa della pioggia prendere con sicurezza una decisione per portare aiuto ai loro compagni, s'affrettarono in direzione di Piacenza

Da ogni parte fecero poi parecchie sortite; coloro che si diressero verso il fiume o furono travolti dai gorghi, o sopraffatti dai nemici mentre indugiavano ad entrare in acqua

Coloro poi che la fuga aveva disperso qua e là per i campi, seguendo le tracce delle schiere che si erano ritirate, si diressero verso Piacenza; vi furono altri, ai quali la paura dei nemici diede il coraggio di gettarsi nel fiume; dopo averlo attraversato giunsero negli accampamenti

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Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 41-50
Livio, Ab urbe condita: Libro 22; 41-50

Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 22; 41-50

Imber niue mixtus et intoleranda uis frigoris et homines multos et iumenta et elephantos prope omnes absumpsit

Finis insequendi hostis Poenis flumen Trebia fuit, et ita torpentes gelu in castra rediere ut uix laetitiam uictoriae sentirent

Itaque nocte insequenti, cum praesidium castrorum et quod reliquum [ex fuga semermium] ex magna parte militum erat ratibus Trebiam traicerent, aut nihil sensere obstrepente pluuia aut, quia iam moueri nequibant prae lassitudine ac uolneribus, sentire sese dissimularunt, quietisque Poenis tacito agmine ab Scipione consule exercitus Placentiam est perductus, inde Pado traiectus Cremonam, ne duorum exercituum hibernis una colonia premeretur
La pioggia mista a neve e l'intollerabile asprezza del gelo fecero morire molti Cartaginesi e quasi tutti gli elefanti

Il fiume Trebbia impedì ai Cartaginesi di inseguire i nemici; essi ritornarono nei loro accampamenti così irrigiditi dal freddo che a stento poterono godere della gioia della vittoria

Così, nella notte seguente, mentre i Romani trasportavano su zattere oltre la Trebbia i presìdi degli accampamenti e quello che rimaneva dei soldati, per gran parte feriti, i Cartaginesi o non si accorsero di nulla per lo scrosciare della pioggia, o finsero di non accorgersene non potendosi più muovere per la stanchezza e le ferite; dal momento che i Cartaginesi non si mossero, in gran silenzio l'esercito romano fu condotto dal console Scipione a Piacenza; poi per il Po fu fatto passare a Cremona, perché una sola colonia non dovesse sostenere l'aggravio di due eserciti nei quartieri d'inverno
[57] Romam tantus terror ex hac clade perlatus est ut iam ad urbem Romanam crederent infestis signis hostem uenturum nec quicquam spei aut auxilii esse quo portis moenibusque uim arcerent

uno consule ad Ticinum uicto, altero ex Sicilia reuocato, duobus consulibus, duobus consularibus exercitibus uictis quos alios duces, quas alias legiones esse quae arcessantur

Ita territis Sempronius consul aduenit

ingenti periculo per effusos passim ad praedandum hostium equites audacia magis quam consilio aut spe fallendi resistendiue, si non falleret, transgressus

Is, quod unum maxime in praesentia desiderabatur, comitiis consularibus habitis in hiberna rediit

Creati consules Cn Seruilius et C Flaminius
57Questa sconfitta recò a Roma tanto spavento che ormai si credeva che Annibale sarebbe venuto contro la città con le insegne ostilmente spiegate; né vi era alcuna speranza daiuto sul quale i Romani potessero contare per tenere lontana dalle porte e dalle mura la violenza nemica

Un console era stato vinto al Ticino, l'altro era stato richiato dalla Sicilia; due consoli, due eserciti consolari o stati battuti; quali altri generali, quali altre legioni potevano ancora essere chiamati

Mentre i Romani erano in preda al terrore, arrivò il console Sempronio

Egli era passato con grandissimo pericolo in mezzo ai cavalieri nemici sparsi qua e là a predare, affidandosi più all'audacia che alla prudenza o alla speranza di passare inosservato, o di resistere nel caso fosse stato scoperto

Indi, il console Sempronio, presieduti i comizi consolari, ciò che in quelle circostanze soprattutto desiderava, ritornò ai quartieri d'inverno

Furono creati consoli Cn Servilio e per la seconda volta Flaminio

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Latino: dall'autore Livio, opera Ab urbe condita parte Libro 24; 41-49

Ceterum ne hiberna quidem Romanis quieta erant uagantibus passim Numidis equitibus et, [ut] quaeque his impeditiora erant, Celtiberis Lusitanisque

Omnes igitur undique clausi commeatus erant, nisi quos Pado naues subueherent

Emporium prope Placentiam fuit et opere magno munitum et ualido firmatum praesidio

Eius castelli oppugnandi spe cum equitibus ac leui armatura profectus Hannibal, cum plurimum in celando incepto ad effectum spei habuisset, nocte adortus non fefellit uigiles

Tantus repente clamor est sublatus ut Placentiae quoque audiretur

Itaque sub lucem cum equitatu consul aderat iussis quadrato agmine legionibus sequi
D'altra parte, neppure la permanenza nei quartieri d'inverno fu tranquilla per i Romani, perché la cavalleria numida faceva qua e là incursioni e, quando i luoghi erano troppo malagevoli per la cavalleria, intervenivano anche i Celtiberi e i Lusitani

Ogni mezzo di rifornimento era, dunque, impedito da ogni lato, se non per quella parte di vettovagliamento che le navi potevano trasportare lungo il Po

Vicino a Piacenza vi era un deposito fortificato e reso sicuro da un valido presidio

Annibale, nella speranza di poter espugnare quella posizione, partì con cavalieri e soldati dotati di armi leggere, animato da grande speranza di raggiungere lo scopo tenendo nascosto questo suo disegno; benché avesse fatto un assalto notturno, non riuscì a trarre in inganno le sentinelle

Si levò allora all'improvviso un clamore così grande che fu udito perfino a Piacenza

Pertanto, all'alba il console era già là pronto con la cavalleria, comandando alle legioni di seguirlo in colonna quadrata
Equestre interim proelium commissum; in quo, quia saucius Hannibal pugna excessit, pauore hostibus iniecto defensum egregie praesidium est

Paucorum inde dierum quiete sumpta et uixdum satis percurato uolnere, ad Uictumulas oppugnandas ire pergit

Id emporium Romanis Gallico bello fuerat; munitum inde locum frequentauerant accolae mixti undique ex finitimis populis, et tum terror populationum eo plerosque ex agris compulerat

Huius generis multitudo fama impigre defensi ad Placentiam praesidii accensa armis arreptis obuiam Hannibali procedit
Si attaccò, frattanto, una battaglia equestre, nella quale avvenne che Annibale s'allontanò ferito dal luogo dal combattimento, circostanza che provocò un certo sgomento nell'animo dei Cartaginesi; quel luogo fortificato fu così ottimamente difeso

Annibale, dopo essere stato in riposo pochi giorni, appena rimessosi dalla ferita ricevuta, riprese il cammino verso la località di Victumuli per assalirla

Questo deposito era appartenuto ai Romani durante la guerra gallica; di poi in questo luogo presidiato da soldati romani era affluita da ogni parte gente che apparteneva ai popoli confinanti; da allora la paura dei saccheggi aveva spinto colà molti, la maggior parte venuti dalla campagna

Questa massa eterogenea, incitata dalla fama della pronta difesa romana del forte presso Piacenza, afferrate le armi, si fece incontro ad Annibale

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Magis agmina quam acies in uia concurrerunt, et cum ex altera parte nihil praeter inconditam turbam esset, in altera et dux militi et duci miles fidens, ad triginta quinque milia hominum a paucis fusa

Postero die deditione facta praesidium intra moenia accepere; iussique arma tradere cum dicto paruissent, signum repente uictoribus datur, ut tamquam ui captam urbem diriperent; neque ulla, quae in tali re memorabilis scribentibus uideri solet, praetermissa clades est; adeo omne libidinis crudelitatisque et inhumanae superbiae editum in miseros exemplum est

Hae fuere hibernae expeditiones Hannibalis
Milizie in marcia, più che in ordine di battaglia, vennero per via alle mani e, poiché dalla parte dei difensori del borgo di Victumuli non vi era altro che una turba inesperta di arte militare, mentre nelle file dei Cartaginesi vi era un comandante che aveva fiducia nei suoi soldati e soldati che avevano fiducia in lui, circa trentamila uomini furono sbaragliati da pochi

Il giorno dopo gli abitanti arresisi accolsero fra le mura un presidio; avendo ricevuto l'ordine di consegnare le armi, obbedirono; allora ai vincitori fu dato il segnale di saccheggiare la città come se fosse stata presa con la forza; non fu tralasciata alcuna forma di strage e di rovina, di quelle che in tali circostanze gli storici sogliono giudicare degne di memoria; tale fu allora l'esempio che i Cartaginesi diedero di libidine, crudeltà e disumana tracotanza contro quegli infelici

Queste furono le imprese compiute da Annibale durante l'inverno

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