Enheduanna, la prima autrice al mondo di cui si conosca il nome

Enheduanna, la prima autrice al mondo di cui si conosca il nome

Enheduanna scrisse l'opera Inno a Inanna nel terzo millennio avanti Cristo. Enheduanna era una sacerdotessa della città di Ur, i Mesopotamia (ora Iraq meridionale). Figlia di Sargon, il primo re dell'impero acadico

La civiltà mesopotamica era essenzialmente urbana, con la popolazione che abitava all'interno di città protette da mura, ma l'economia era basata sull'agricoltura. I cittadini possedevano terre sia all'interno che all'esterno delle mura cittadine che portavano il bestiame a pascolare fuori città, dove tuttavia ritornavano ogni sera; inoltre spesso gli animali vivevano all'interno dell'abitazione.

In questo tipo di società, la fertilità degli uomini, degli animali della terra rivestiva un grande significato culturale. In ogni caso si trovava un'altare dedicato alle divinità della fertilità, a volte decorato con immagini votive e molti miti narrati, tra cui La discesa di Inanna, descrivono i cicli delle stagioni della fertilità.

LA DISCESA DI INANNA

Inanna era una grande divinità mesopotamica che rappresentava le realtà attorno alle quali ruotava la vita:

  1. la fertilità
  2. la procreazioneù
  3. la sensualità
  4. l'amore
  5. anche la guerra
E' menzionata nei primi testi del IV millennio a.C., quando era patrona dell'importante città di Uruk, nella Mesopotamia meridionale (attuale Iraq meridionale). Inanna è la regina del cielo, protagonista di diversi miti antichi e di un poema dal titolo La discesa di Inanna, che racconta di quando la dea decise di recarsi in visita alla sorella vedova Ereshkigal, la regina degli inferi.

Inanna sperava di poter partecipare ai riti funebri del marito della sorella, pur sapendo di averne causato la morte. Ella si era infatti offerta di sposare l'eroico semidio Gilgamesh, ma fu da questo rifiutata e schernita. Per vendicarsi, chiese allora al padre Anu, Dio del cielo, di inviare il toro del cielo - la divinità Gugalanna, marito di Ereshkigal - per uccidere Gilgamesh. Visibile nel cielo notturno nella forma della costellazione che i romani chiamavano Taurus, il toro aveva il potere di consumare i raccolti, prosciugare i fiumi e far tremare la terra.

Anu accettò di mandare il toro, ma Gilgamesh, che aveva una forza sovrumana, lo uccise e lo smembrò. Poiché si sentiva responsabile della sua morte, Inanna voleva piangerlo negli inferi insieme alla sorella. Secondo alcune interpretazioni invece, Inanna intendeva conquistare il regno di Ereshkigal, estendendo in questo modo il proprio potere al mondo sottostante

Nell'opera: Inno a Inanna, Enheduanna descrive la regina del cielo come una potenza superiore al più sommo degli Dei, una dea della distruzione dalla forza straordinaria, paragonabile a quella di un toro, che immergeva le armi dei nemici nel sangue. Nell'inno, si narra che il grido di battaglia di Inanna scuotesse la terra e che gli dei si prostravano ai suoi piedi. 

"La sua ira è un inondazione devastante a cui nessuno può resistere ... ella umilia quelli che disprezza".  Enheduanna fu una scrittrice prolifica che compose una serie di inni per il tempio e decine di poesie su molti temi. Era Inoltre una figura politica influente almeno una volta scampò a un'insurrezione, riconquistando in seguito il potere.

Inanna è spesso raffigurata con le ali e i piedi su due animali, come in questo rilievo in terracotta del secondo millennio avanti Cristo, in cui porta la corona a forma di cono 

Maybe you might be interested

Il Dio Enki da cui sgorga l’acqua che dona la vita, 2250 a.C. circa
Il Dio Enki da cui sgorga l'acqua che dona la vita, 2250 a.C. circa

I sigilli cilindrici sono importanti testimonianze della vita e delle tradizioni in Mesopotamia

Inanna raffigurata con le ali e i piedi su due animali. Rilievo di terracotta Inanna raffigurata con le ali e i piedi su due animali. Rilievo di terracotta
Ira di Achille, parafrasi

la leggenda di Teti, ninfea del mare e madre di Achille

Adone diviso tra due dee: Afrodite e Persefone

Venere e Marte

i genitori del Minotauro secondo la leggenda

il principe Teseo si offre come tributo al minotauro