Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 09 - Parte 02, pag 4

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 09 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 09 - Parte 02
si quidem, cum M Ciceronem, qui id iudicium cogebat, praetextam ponentem uidisset, misit ad eum qui diceret se non damnatum, sed reum perisse, nec sua bona hastae posse subici, ac protinus sudario, quod forte in manu habebat, ore et faucibus suis coartatis incluso spiritu poenam morte praecucurrit

qua cognita re Cicero de eo nihil pronuntiauit

igitur inlustris ingenii orator et ab inopia rei familiaris et a crimine domesticae damnationis inusitato paterni fati genere uindicatus est

Fortis huius mors, illorum perridicula: Cornelius enim Gallus praetorius et T Etereius, eques Romanus, inter usum puerilis ueneris absumpti sunt

quamquam quorsum attinet eorum cauillari fata, quos non libido sua, sed fragilitatis humanae ratio abstulit
se è vero che, veduto Marco Cicerone che presiedeva il tribunale deporre la pretesta, mandò a dirgli che moriva non condannato, ma solo accusato e che a suoi beni non potevano essere messi all'asta; e subito dopo, strettesi col fazzoletto che per caso aveva in mano la bocca e la gola, sa uccise per soffocamento, antivenendo così la condanna

Ciò saputo, Cicerone non pronunziò la sentenza

Dunque, quell'oratore da preclaro ingegno fu liberato per l'eccezionale morte del padre dalla povertà e dalla vergogna di una condanna nell'àmbito dellafamiglia

() Coraggiosa questa morte, più che ridicola quella di coloro dei quali mi accingo a riferire: Cornelio Gallo, ad esempio, expretore, e Tito Etereio, cavaliere romano, morirono nell'atto di un rapporto sessuale

Quantunque, che gusto c'è a farsi beffe di quelli, cui non tolse di mezzo il proprio piacere carnale, ma la fragilità del corpo umano
fine namque uitae nostrae uariis et occultis causis exposito interdum quae inmerentia sunt, supremi fati titulum occupant, cum magis in tempus mortis incidant quam ipsa mortem accersant

ext Sunt et externae mortes dignae adnotatu

qualis in primis Comae, quem ferunt maximi latronum ducis Cleonis fratrem fuisse: is enim ad P Rupilium consulem Hennam, quam praedones tenuerant, in potestatem nostram redactam perductus, cum de uiribus et conatibus fugitiuorum interrogaretur, sumpto tempore ad se colligendum caput operuit innixusque genibus conpresso spiritu inter ipsas custodum manus inque conspectu summi imperii exoptata securitate adquieuit
Essendo, in sostanza, la fine della nostra vita esposta a varie ed occulte influenze, cose che non c'entrano per niente, talvolta assumono il titolo di fato supremo, trovandosi a coincidere nella circostanza della morte più di quanto non la provochino esse stesse

Ci sono anche casi di morte di stranieri, degni di essere rilevati, quale, ad esempio

quella di Coma, che dicono fosse fratello di Cleone, il capo più celebre di banditi: egli, infatti, condotto in presenza del console Publio Rupilio ad Enna, ormai in nostro potere dopo essere stata in mano dei banditi, interrogato sulla consistenza e sui progetti dei rivoltosi, preso tempo per raccogliersi, si copri la testa e, inginocchiatosi, trattenne il respiro tra le mani stesse delle guardie e in cospetto del rappresentante del più alto potere ebbe requie per sempre nell'agognata serenità della morte
torqueant se miseri, quibus extingui quam superesse utilius est, in trepido et anxio consilio quanam ratione uita exeant quaerentes: ferrum acuant, uenena temperent, laqueos adprehendant, uastas altitudines circumspiciant, tamquam magno apparatu aut exquisita molitione opus sit, ut corporis atque animi infirmo uinculo cohaerens societas dirimatur

nihil horum Coma, sed intra pectus inclusa anima finem sui repperit

enimuero non nimio studio retinendum bonum, cuius caduca possessio tam leui adflatu uiolentiae concussa dilabi potuit

ext Aeschyli uero poetae excessus quem ad modum non uoluntarius, sic propter nouitatem casus referendus

in Sicilia moenibus urbis, in qua morabatur, egressus aprico in loco resedit
Si tormentino da sé gli infelici, cui è più utile morire che sopravvivere, cercando in trepida ed ansiosa consultazione come uscire di vita: aguzzino la spada, preparino veleni, apprestino cappi, guardino tutt'intorno luoghi elevati e deserti, come se ci fosse bisogno di grandi preparativi o di una tecnica ricercata di demolizione per sciogliere un'unione basata su una scarsa aderenza di corpo e d'anima

Nessuna di queste cose fece Coma, ma trovò la morte trattenendo il respiro nel petto

E davvero non era da trattenere con troppo zelo un bene, il cui caduco possesso poté dissolversi alla prima lieve scossa della violenza

() La morte del poeta Eschilo, come non fu volontaria, così va riferita per la straordinarietà del caso

Trovandosi in Sicilia, egli uscì dalle mura della città ove dimorava e si sedette in un luogo soleggiato

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 03 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 03 - Parte 01

super quem aquila testudinem ferens elusa splendore capitiserat enim capillis uacuumperinde atque lapidi eam inlisit, ut fractae carne uesceretur, eoque ictu origo et principium fortioris tragoediae extinctum est

ext Non uulgaris etiam Homeri mortis causa fertur, qui in Io insula, quia quaestionem a piscatoribus positam soluere non potuisset, dolore absumptus creditur

ext Sed atrocius aliquanto Euripides finitus est: ab Archelai enim regis cena in Macedonia domum hospitalem repetens, canum morsibus laniatus obiit: crudelitas fati tanto ingenio non debita

ext Sicut illi excessus inlustrium poetarum et moribus et operibus indignissimi: Sophocles ultimae iam senectutis, cum in certamen tragoediam demisisset, ancipiti sententiarum euentu diu sollicitus, aliquando tamen una sententia uictor causam mortis gaudium habuit
Un'aquila che portava tra gli artigli una tartaruga, ingannata dal riflesso della sua testa calva, la scambiò per una pietra e piombando dall'alto ve la sbatté, per pestarvela e mangiarne le parti molli: fu con questo colpo che venne ucciso colui che diede origine ed incremento al genere tragico

() Non comune si dice essere stata pure la causa della fine di Omero, che si crede sia morto nell'isola di Io addolorato per non aver saputo risolvere un problema postogli da certi pescatori

() Ma un po' più atroce fu la morte di Euripide: mentre si trovava in Macedonia, tornando da un pranzo tenutosi nella reggia di Archelao alla casa che l'ospitava, fu sbranato da una muta di cani: fato crudele, non meritato da tanto ingegno

(g) Ugualmente assai indegne della vita e delle opere furono le morti di illustri poeti: Sofocle, già vecchissimo, iscritto un suo dramma a partecipare all'agone tragico, emozionato per l'attesa dell'incerto risultato e proclamato alfine vincitore con un solo voto di scarto, morì per la troppa gioia
ext Philemonem autem uis risus inmoderati abstulit

paratas ei ficus atque in conspectu positas asello consumente puerum ut illum abigeret inclamauit

qui cum iam comestis omnibus superuenisset, quoniam inquit tam tardus fuisti, da nunc merum asello

ac protinus urbanitatem dicti crebro anhelitu cachinnorum prosecutus, senile guttur salebris spiritus grauauit

ext At Pindarus, cum in gymnasio super gremium pueri, quo unice delectabatur, capite posito quieti se dedisset, non prius decessisse cognitus est quam gymnasiarcho claudere iam eum locum uolente nequiquam excitaretur

cui quidem crediderim eadem benignitate deorum et tantum poeticae facundiae et tam placidum uitae finem attributum
() A far morire Filemone fu uno scoppio incontrollabile di riso

Dato che un asinello gli stava mangiando dei fichi belli e pronti per lui, egli gridò al suo schiavo di cacciar via l'animale

Ma essendo costui arrivato troppo tardi, cioè quando l'asino i fichi se li era divorati tutti: Visto , disse, che sei stato così lento, offri ora da bere all'asinello

E subito, accompagnando la sua facezia con una serie di inarrestabili risate, vecchio com'era rimase soffocato dall'intoppo nella respirazione

Di Pindaro, invece, addormentatosi nel ginnasio con la testa reclinata sul grembo del giovinetto suo favorito, non si capì che era spirato prima che il ginnasiarca, il quale voleva ormai chiudere, tentasse di svegliarlo

Crederei davvero che gli dei con pari generosità gli abbiano concesso tanta ricchezza di poesia e tanto serena fine della vita

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 04 - Parte 01

ext Sicut Anacreonti quoque, quem usitatum humanae uitae modum supergressum dum passae uuae suco tenues et exiles uirium reliquias fouentem unius grani pertinacior in aridis faucibus mora absumpsit

ext Iungam illos, quos et propositum et exitus pares fecit

Milo Crotoniates, cum iter faciens quercum in agro cuneis adactis fissam uidisset, fretus uiribus accessit ad eam insertisque manibus diuellere conatus est

quas arbor excussis cuneis in suam naturam reuocata conpressit eumque cum tot gymnicis palmis lacerandum feris praebuit
() Così come avvenne anche ad Anacreonte, il quale, oltrepassati i limiti consueti alla vita umana, morì soffocato da un acino di uva passa, rimastogli nella gola secca, con cui cercava di ristorare le scarse forze rimastegli

() Aggiungerò a questi coloro, cui proposito e risultati resero pari

Milone crotoniate vide in un campo, lungo il suo cammino, una quercia spaccata, con dei cunei ficcati nel tronco; fiducioso nella propria forza, si avvicinò e tentò di svellerla con le mani

Ma l'albero, una volta saltati via i cunei e ritornato nella sua posizione naturale, gliele bloccò e ne offrì il corpo, che pur tante vittorie aveva riportato nelle gare ginniche, allo strazio delle fiere
ext Item Polydamas athleta tempestate speluncam subire coactus est, nimio et subito incursu aquae labefactata ea ac ruente, ceteris comitibus fuga periculi egressis solus restitit tamquam humeris suis totius ruinae molem sustentaturus, sed pondere omni corpore humano potentiore oppressus imbris petitam latebram dementis facti sepulcrum habuit

possunt hi praebere documentum nimio robore membrorum uigorem mentis hebescere, quasi, abnuente natura utriusque boni largitionem, ne supra mortalem sit felicitatem eundem et ualentissimum esse et sapientissimum
In modo simile l'atleta Polidamante, costretto da un temporale a rifugiarsi in una spelonca, essendo questa sul punto di franare per l'improvvisa infiltrazione della pioggia e mentre gli altri compagni di avventura uscirono evitando il pericolo, vi restò solo, deciso a sostenere con le sue spalle la mole di tutta la frana, ma, vinto dal peso

troppo grande per qualsiasi mortale, trovò nella caverna ove si era rifugiato per la pioggia la tomba della sua folle impresa; costoro possono darci la prova che, quando il vigore fisico è troppo grande, l'intelligenza è debole, quasi che, non volendo la natura largire l'uno e l'altro bene, fosse oltre il limite estremo della felicità umana essere nello stesso tempo vigorosissimo nel corpo e sapientissimo nella mente

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 05 - Parte 01

init Verum quia excessus e uita et fortuitos et uiriles, quosdam etiam temerarios oratione attigimus, subiciamus nunc aestimationi enerues et effeminatos, ut ipsa conparatione pateat quanto non solum fortior, sed etiam sapientior mortis interdum quam uitae sit cupiditas

M Aquilius, cum sibi gloriose extingui posset, Mithridati maluit turpiter seruire

quem nonne aliquis merito dixerit Pontico supplicio quam Romano imperio digniorem, quoniam conmisit ut priuatum obprobium publicus rubor existeret

Cn quoque Carbo magnae uerecundiae est Latinis annalibus
Ma, poiché nel corso del nostro racconto abbiamo toccato di alcune morti e dovute al caso e coraggiose ed anche di certe altre causate da avventatezza, facciamone ora seguire altre, da sottoporre a valutazione, affrontate con poco coraggio e con effeminatezza, sì che dal confronto stesso sia chiaro quanto non solo più virile, ma anche più saggio sia talora il desiderio della morte di quello della vita

Manio Aquilio, mentre sarebbe potuto morire in maniera gloriosa per sé, preferì vergognosamente diventare servo di Mitridate

Di lui non si potrebbe forse dire giustamente che fu degno più del supplizio pontico che del potere romano, se fece in modo che la sua vergogna privata diventasse motivo di pubblico rossore

() Anche Cneo Carbone è motivo di gran vergogna per gli annali di Roma
tertio in consulatu suo iussu Pompei in Sicilia ad supplicium ductus petiit a militibus demisse et flebiliter ut sibi aluum leuare prius quam expiraret liceret, quo miserrimae lucis usu diutius frueretur, eo usque moram trahens, donec caput eius sordido in loco sedentis abscideretur

ipsa uerba tale flagitium narrantis secum luctantur, nec silentio amica, quia occultari non meretur, neque relationi familiaria, quia dictu fastidienda sunt

Quid

D Brutus exiguom et infelix momentum uitae quanto dedecore emit

qui a Furio, quem ad eum occidendum Antonius miserat, conprehensus, non solum ceruicem gladio subtraxit, sed etiam constantius eam praebere admonitus ipsis his uerbis iurauit: ita uiuam, dabo

o cunctationem fati aerumnosam

o iurandi stolidam fidem
Durante il suo terzo consolato, condotto a morte per ordine di Pompeo, in Sicilia, chiese dimessamente ed in lacrime ai soldati che gli lasciassero purgare il ventre prima di morire per poter vivere qualche istante in più della sua infelicissima vita e trascinando l'indugio fintantoché fosse decapitato in quel sordido luogo

Le parole stesse, nel raccontare tale sconcezza, lottano tra loro, non essendo né amiche del silenzio, perché il fatto non merita di passare inosservato, né amichevolmente disposte ad essere riferite, perché ripugnanti a dirsi

() E che

Con quanto disonore Decimo Bruto non tentò di comprarsi un breve ed inutile momento di sopravvivenza

Arrestato da Furio, mandato da Antonio ad ucciderlo, non soltanto cercò di sottrarre il collo alla spada, ma, invitato altresì a porgerlo con più coraggio, giurò con queste parole: Porgerò il collo, così possa io vivere

Oh indugio a morire, ricolmo di affanni

Oh stolta lealtà di un giuramento

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 02 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 02 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 02 - Parte 01

sed hos tu furores inmoderata retinendi spiritus dulcedo subicis sanae rationis modum expugnando, quae uitam diligere, mortem non timere praecepit

ext Eadem Xerxen regem pro totius Asiae armata iuuentute, quod intra centum annos esset obitura, profundere lacrimas coegisti

qui mihi specie alienam, re uera suam condicionem deplorasse uidetur, opum magnitudine quam altiore animi sensu felicior: quis enim mediocriter prudens mortalem se natum fleuerit

ext Referam nunc eos, quibus aliquos suspectos habentibus exquisitior sui quaesita custodia est: nec a miserrimo, sed ab eo, qui inter paucos felicissimus fuisse creditur, incipiam

Masinissa rex parum fidei in pectoribus hominum reponens salutem suam custodia canum uallauit

quo tam late patens imperium

quo tantum liberorum numerum
Ma tu, o smoderato attaccamento alla vita, insinui questi furori, superando i limiti della ragionevolezza, che insegna ad amarela vita e a non temere la morte

Tu stessa facesti piangere il re Serse al pensiero che la gioventù dell'Asia sarebbe morta tutta entro centoanni

Ma a me pare che egli abbia deplorato solo apparentemente la condizione altrui e, in realtà, la propria, più beato degli altri per la grandezza della sua potenza che per maggiore profondità d'intelligenza: chi, infatti, pur moderatamente sennato, compiangerebbe sé stesso per essere nato mortale

() Tratterò ora di coloro che, sospettando di alcuni, si circondarono di una particolare vigilanza: né comincerò dal più disgraziato, ma da colui che si crede essere stato felicissimo come pochi altri

Il re Masinissa, riponendo poca fiducia nell'animo dei suoi simili, protesse la sua vita affidandola alla custodia dei cani

A che valse il suo impero così potente

A che tanti figli

Maybe you might be interested

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 09 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 09 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 09 - Parte 01

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 01 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 01 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 01 - Parte 01

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 06 - Parte 01

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 02
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 04 - Parte 02

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 04 - Parte 02

Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 01
Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 08 - Parte 01

Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 08 - Parte 01