Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 01 - Parte 01
C autem Flaminius inauspicato consul creatus cum apud lacum Trasimennum cum Hannibale conflicturus conuelli signa iussisset, lapso equo super caput eius humi prostratus est nihilque eo prodigio inhibitus, signiferis negantibus signa moueri sua sede posse, malum, ni ea continuo effodissent, minatus est uerum huius temeritatis utinam sua tantum, non etiam populi Romani maxima clade poenas pependisset in ea namque acie xv Romanorum caesa, vi capta, fugata sunt consulis obtruncati corpus ad funerandum ab Hannibale quaesitum, qui, quantum in ipso fuerat, Romanum sepelierat imperium Flamini autem praecipitem audaciam C Hostilius Mancinus uaesana perseuerantia subsequitur |
Caio Flaminio, creato console senz'aver preso gli auspici, ed sul punto di scontrarsi con Annibale al Trasimeno diede l'ordine dì levare le insegne, ma fu sbalzato da cavallo e cadde a terra sulla testa dell'animale; tuttavia il prodigio non lo trattenne, e per quanto gli alfieri dicessero che non riuscivano assolutamente a sradicare i vessilli, minacciò terribili sanzioni, se non li avessero immediatamente scalzati E magari avesse pagato solo di persona tanta temerarietà e non l'avesse fatta pagare anche con la clamorosa disfatta romana ché in essa andarono uccisi sul campo quindicimila romani, seimila fanti furono catturati, diecimila volti in fuga Annibale, che per quanto era dipeso da lui, aveva tentato di seppellire l'impero di Roma, fece ricercare i resti del console caduto per dar loro sepoltura All'esempio di sconsiderata audacia di Flaminio segue quello di Caio Ostilio Mancino e della sua folle testardaggine |
cui consuli in Hispaniam ituro haec prodigia acciderunt: cum Lauinii sacrificium facere uellet, pulli cauea emissi in proximam siluam fugerunt summaque diligentia quaesiti reperiri nequiuerunt cum ab Herculis portu, quo pedibus peruenerat, nauem conscenderet, talis uox sine ullo auctore ad aures eius peruenit, Mancine, mane qua territus, cum itinere conuerso Genuam petisset et ibi scapham esset ingressus, anguis eximiae magnitudinis uisus e conspectu abiit ergo prodigiorum numerum numero calamitatium aequauit, infelici pugna, turpi foedere, deditione funesta |
Sul punto di partire console per la Spagna gli avvennero questi prodigi: poiché voleva fare un sacrificio a Lavinio, i polli, fuggiti dalla stia, si rifugiarono nel bosco vicino e, per quanto cercati con estrema diligenza, non poterono essere ritrovati Egli si stava imbarcando a Porto d'Ercole, dov'era giunto a piedi, quando senti dire, senza individuarne la fonte, queste parole: Mancino, rimani Atterrito, cambiò rotta e si diresse a Genova, e mentre metteva piede su una scialuppa gli apparve in essa un serpente di mostruose dimensioni, che poi si allontanò dalla vista Così i prodigi coincisero col numero delle disgrazie, che furono una battaglia perduta, un'alleanza vergognosa e una resa funesta |
Minus miram in homine parum considerato temeritatem Ti Gracchi grauissimi ciuis tristis exitus et prodigio denuntiatus nec euitatus consilio facit: consul enim cum in Lucanis sacrificaret, angues duae ex occulto prolapsae repente hostiae, quam immolauerat, adeso iocinore in easdem se latebras retulerunt ob id deinde factum instaurato sacrificio idem prodigii euenit tertia quoque caesa uictima diligentiusque adseruatis extis neque adlapsus serpentium arceri neque fuga inpediri potuit quod quamuis aruspices ad salutem imperatoris pertinere dixissent, Gracchus tamen non cauit ne perfidi hospitis sui Flaui insidiis in eum locum deductus, in quo Poenorum dux Mago cum armata manu delituerat, inermis occideretur Et consulatus collegium et erroris societas et par genus mortis a Ti Graccho ad M Marcelli memoriam me trahit |
[8] Alla temerarietà, che sarebbe stata meno notevole in qualunque altro modesto cittadino, dà risalto la fine dell'autorevolissimo Tiberio Gracco, preannunziata da un prodigio e non evitata di proposito: mentre console egli sacrificava in Lucania, due serpenti, sbucati all'improvviso, divorarono il fegato della vittima immolata e scomparvero nella loro tana Rimandato in seguito a ciò il sacrificio, si ripeté lo stesso prodigio Anche dopo l'uccisione della terza vittima, pur essendosi sorvegliate con maggiore attenzione le viscere, non si poté impedire che i serpenti prima sbucassero e poi scomparissero E sebbene gli aruspici avessero dichiarato che tale indizio riguardava la vita del generale, Gracco tuttavia non evitò di cadere nel tranello tesogli dal suo sleale ospite Flavio per essere ucciso inerme, là dove si era nascosto con un drappello armato Magone, condottiero cartaginese La colleganza nel consolato, l'aver commesso lo stesso rettore e l'identica fine mi ricordano, subito dopo Gracco, Marco Marcello |
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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 06 - Parte 01
Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 06 - Parte 01
is captarum Syracusarum et Hannibalis ante Nolana moenia a se primum fugere coacti gloria inflammatus, cum summo studio niteretur ut Poenorum exercitum aut in Italia prosterneret aut Italia pelleret, sollemnique sacrificio uoluntates deorum exploraret, quae prima hostia ante foculum cecidit, eius iecur sine capite inuentum est, proxima caput iocinoris duplex habuit quibus inspectis aruspex tristi uultu non placere sibi exta, quia secundum truncata laeta apparuissent, respondit ita monitus M Marcellus ne quid temere conaretur, insequenti nocte speculandi gratia cum paucis egredi ausus, a multitudine hostium in Bruttis circumuentus aeque magnum dolorem ac detrimentum patriae interitu suo attulit |
Costui, infiammato dalla gloria di aver conquistato Siracusa e di aver costretto per primo Annibale a, fuggire davanti alle mura di Nola, mentre era tutto teso a debellare i Cartaginesi in Italia o a scacciarveli, taceva un solenne sacrificio per conoscere la volontà degli dei, quand'ecco la prima vittima cadde davanti al piccolo focolare sacro e si scopri che il suo fegato era mancante del lobo destra, mentre la seconda aveva due lobi Osservate queste anomalie, l'aruspice rispose turbato in volto che le viscere preannunciavano disgrazia, perché, dopo quelle del fegato troppo corte, ne erano apparse altre troppo grandi Pur così avvertito, Marco Marcello osò uscire dal campo in osservazione durante la notte seguente, accompagnato da pochi soldati; ma, circondato nel Bruzzio da un nugolo di nemici, provocò con la sua morte gran lutto e danno a un tempo per la patria |
Nam Octauius consul dirum omen quemadmodum timuit, ita uitare non potuit: e simulacro enim Apollinis per se abrupto capite et ita infixo humi, ut auelli nequiret, armis cum collega suo dissidens Cinna praesumpsit animo ea re significari exi tium suum in quem metus augurium tristi fine uitae incidit, ac tum demum immobile dei caput terra refigi potuit Non sinit nos M Crassus, inter grauissimas Romani imperii iacturas numerandus, hoc loco de se silentium agere, plurimis et euidentissimis ante tantam ruinam monstrorum pulsatus ictibus ducturus erat a Carris aduersus Parthos exercitum ; pullum ei traditum est paludamentum, cum in proelium exeuntibus album aut purpureum dari soleat maesti et taciti milites ad principia conuenerunt, qui uetere instituto cum clamore alacri adcurrere debebant |
Il console Ottavio, ad esempio, come ebbe timore di un cattivo presagio, così non poté evitarlo: difatti, staccatasi la testa dalla statua di Apollo e confittasi a terra sì da non poterne essere sradicata, egli, ch'era in conflitto armato col suo collega Cinna, capì anzitempo che il prodigio voleva dire per lui rovina e confermò con la sua dolorosa morte la paurosa previsione: solo allora la testa del dio, che prima non si era riusciti a smuovere, poté essere staccata da terra Marco Crasso, che dev'essere annoverato tra le più gravi iatture dell'impero romano, non si lascia passare sotto silenzio, bersagliato come fu da numerosi ed evidenti prodigi, premonitori della sua spaventosa rovina A lui ch'era sul punto di fare avanzare l'esercito da Carre contro i Parti fu consegnato un mantello nero, mentre ai generali che escono in campo si suole consegnarlo bianco o color porpora I soldati, che avrebbero dovuto correre all'assalto secondo l'antica usanza col grido di guerra, si accinsero al primo scontro avviliti e in silenzio |
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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 05 - Parte 01
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aquilarum altera uix conuelli a primo pilo potuit, altera aegerrime extracta in contrariam ac ferebatur partem se ipsa conuertit magna haec prodigia, sed et illae clades aliquanto maiores, tot pulcherrimarum legionum interitus, tam multa signa hostilibus intercepta manibus, tantum Romanae militiae decus barbarorum obtritum equitatu, optimae indolis filii cruore paterni respersi oculi, corpus imperatoris inter promiscuas cadauerum strues auium ferarumque laniatibus obiectum uellem quidem placidius, sed quod relatu uerum est sic deorum spreti monitus excandescunt, sic humana consilia castigantur, ubi se caelestibus praeferunt |
Delle aquile, una poté essere divelta a stento dall'alfiere, l'altra, staccata a malapena, si volse in direzione contraria a quella verso la quale cm portata Questi furono grandi portenti, ma ancor più gravi furono le note stragi, lo sterminio di tante magnifiche legioni, tante insegne catturate da mani nemiche, il fior fiore degli eserciti romani calpestato dalla cavalleria barbara, gli occhi di un padre bagnati dal sangue del bravissimo figlio, il corpo del generale lasciato in pasto ai morsi di uccelli e di fiere tra mucchi di cadaveri alla rinfusa Avrei voluto essere meno macabro, ma questa è la verità Così gli avvertimenti degli dei, se non tenuti in conto, divengono alfine fuoco vendicatore, così sono punite le decisioni umane, ove presumano di prendere il posto di quelle divine |
Cn etiam Pompeium Iuppiter omnipotens abunde monuerat ne cum C Caesare ultimam belli fortunam experiri contenderet, egresso a Dyrrachio aduersa agmini eius fulmina iaciens, examinibus apium signa obscurando, subita tristitia implicatis militum animis, nocturnis totius exercitus terroribus, ab ipsis altaribus hostiarum fuga sed inuictae leges necessitudinis pectus alioquin procul amentia remotum prodigia ista iusta aestimatione perpendere passae non sunt itaque, dum illa eleuat, auctoritatem amplissimam et opes priuato fastigio excelsiores omniaque ornamenta, quae ab ineunte adulescentia ad inuidiam usque contraxerat, spatio unius diei confregit |
Giove onnipotente aveva largamente ammonito anche Cneo Pompeo a non tentar di risolvere definitivamente la guerra con Caio Cesare, scagliando fulmini in direzione contraria a quella del suo esercito che usciva da Durazzo, oscurando gli astri con sciami di api, generando improvvisamente una depressione psichica nei soldati, terrorizzando con visioni notturne tutto l'esercito, facendo addirittura fuggire le vittime dagli altari Ma le leggi invincibili dell'ineluttabilità non permisero che il suo animo, in ogni altra circostanza ben lontano dalla dissennatezza, giudicasse questi indizi, per come andavano giudicati, portentosi E così, mentre sottovalutava quei presagi, egli finiva per perdere il suo alto prestigio pubblico, le sua non comune potenza privata e tutta la gloria, conquistata sin dalla giovinezza fino a suscitarsi gli odi dei rivali, nello spazio di un sol giorno |
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Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili: Libro 02 - Parte 01
Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 02 - Parte 01
quo constat in delubris deum sua sponte signa conuersa, militarem clamorem strepitumque armorum adeo magnum Antiochiae et Ptolemaide auditum, ut in muros concurreretur, sonum tympanorum Pergami abditis delubri editum, palmam uiridem Trallibus in aede Victoriae sub Caesaris statua inter coagmenta lapidum iustae magnitudinis enatam quibus apparet caelestium numen et Caesaris gloriae fauisse et Pompei errorem inhibere uoluisse |
nel quale, com'è noto, le statue degli dei si rovesciarono da sole, si ridi in Antiochia e in Tolemaide un grido di guerra e uno strepito di armi così forte, che gli abitanti accorsero alle mura, dalla parte più interna di un tempio in Pergamo usci un suono di timpani, e a Tralle, nel tempio della Vittoria, sotto la statua di Cesare negli interstizi tra una pietra e l'altra spuntò una palma di grandezza naturale Dal che appare che il volere degli dei favori la gloria di Cesare ma avrebbe voluto impedire l'errore di Pompeo |
Tuas aras tuaque sanctissima templa, diue Iuli, ueneratus oro ut propitio ac fauenti numine tantorum casus uirorum sub tui exempli praesidio ac tutela delitescere patiaris: te enim accepimus eo die, quo purpurea ueste uelatus aurea in sella consedisti, ne maximo studio senatus exquisitum et delatum honorem spreuisse uidereris, priusquam exoptatum ciuium oculis conspectum tui offerres, cultui religionis, in quam mox eras transiturus, uacasse mactatoque opimo boue cor in extis non repperisse, ac responsum tibi ab Spurinna aruspice pertinere id signum ad uitam et consilium tuum, quod utraque haec corde continerentur erupit deinde eorum parricidium, qui, dum te hominum numero subtrahere uolunt, deorum concilio adiecerunt |
Reso omaggio, o divo Giulio, ai tuoi altari e ai tuoi templi, io ti scongiuro di permettere con benevolo e favorevole assenso che all'ombra sicura del tuo esempio restino nascoste le vicende di uomini così illustri: sappiamo, infatti, che nel giorno in cui rivestito del manto color porpora prendesti posto sull'aureo seggio e lo facesti per non dar l'impressione che spregiassi tale onore, preparato e conferito dal senato con altissimo zelo, prima di offrirti allo sguardo appassionato dei cittadini, compisti i riti di quegli dèi, tra i quali di li a poco saresti stato ascritto, e, ucciso un bue opimo, non trovasti tra le sue viscere il cuore: al che l'aruspice Spurinna rispose che tale indizio si riferiva alla tua vita e alla tua saggezza, perché l'una e l'altra hanno sede nel cuore E poco dopo ebbe luogo d'improvviso il parricidio di coloro che, mentre avrebbero voluto eliminarti di tra gli uomini, ti aggiunsero al novero degli dei |
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Latino: dall'autore Valerio Massimo, opera Detti e fatti memorabili parte Libro 02 - Parte 02
Claudatur hoc exemplo talium ostentorum domestica relatio, ne, si ulterius Romana adprehendero, e caelesti templo ad priuatas domos non consentaneos usus transtulisse uidear adtingam igitur externa, quae Latinis litteris inserta, ut auctoritatis minus habent, ita aliquid gratae uarietatis adferre possunt In exercitu Xerxis, quem aduersus prouinciam Graeciam contraxerat, equae partu leporem editum constat quo genere monstri tanti apparatus significatus est euentus: nam qui mare classibus, terram pedestri et fugax animal pauido regressu regnum suum repetere est cactus Eidem montem Athon uix tandem transgresso, priusquam Athenas deleret, Lacedaemonis inuadendae consilium agitanti admirabile inter cenam prodigium incidit: infusum namque paterae eius uinum in sanguinem, nec semel sed iterum et tertio conuersum est |
Con questo esempio considererei chiuso il racconto dei prodigi che riguardano noi Romani, nel timore che, se ne toccassi ancora, potrei dare l'impressione di passare poco convenientemente dal tempio del cielo alle case della terra Tratterò, dunque, di casi stranieri, che, inseriti nella pubblicistica latina, pur se sono meno attendibili, apportano tuttavia una nota di gradita varietà Si sa che nell'esercito raccolto da Serse contro la provincia di Grecia una cavalla partorì una lepre simile portento spiegò quale sarebbe stato il risultato di si grandi preparativi, infatti l'uomo che aveva il mare di navi e la terra di forze militari, fu costretto a risalire verso il suo regno con una paurosa ritirata, come un animale in fuga Lo stesso Serse aveva con grandi sforzi oltrepassato appena il monte Athos, prima di distruggere Atene, e pensava di assalire Sparta, quand'ecco, durante un convito, si verificò un meraviglioso prodigio: il vino versato nella sua coppa si mutò in sangue, e non una, ma due e tre volte |