Tragedie di Manzoni: riassunto

Tragedie di Manzoni: riassunto

Manzoni rompe la tradizione delle tragedie

Per prima cosa scegliere di comporre tragedie storiche, non si rifà a eventi biblici o a eroi antichi come Alfieri, poi rifiuta le unità aristoteliche di tempo, luogo, spazio e azione. Per esempio, quando Alfieri scrivere una tragedia anche se il personaggio era inserito in un evento storico l'azione veniva isolata e sottratta a ogni legame di tempo e spazio, che non erano mai visti concretamente, questo perché Alfieri osservava le unità, quindi non si intrecciavano nemmeno azioni diverse dello stesso personaggio e non c'erano mutamenti delle loro azioni o dei loro caratteri psicologici. Manzoni invece ricostruisce con fedeltà il contesto storico, come scrive nella lettera a Monsieur Chauvet , dove afferma di non voler inventare fatti a cui adattare i sentimenti, ma vuole spiegare ciò che gli uomini hanno fatto.

Non bisogna inventare i fatti perché la storia comprende già tutte le azioni di tutti gli uomini. Nella ricostruzione del fatto storico il poeta non deve essere arbitrario, ma deve seguire la dinamica dell'evento e mantenersi fedele al vero storico. Il poeta a differenza dello storico completa le azioni degli uomini inventando e investigando con fantasia i sentimenti e i pensieri di chi è stato protagonista degli eventi. Questo gli deriva dalle letture di Shakespeare e degli autori del primo Romanticismo. Perciò la letteratura deve solo integrare e completare la storia, evitando di creare il falso e il romanzesco, ossia il gusto dell'invenzione in sé e per sé, fine a se stessa. La forzatura delle passioni che i poeti creavano per muovere gli spettatori verso il sentimento non corrisponde allo spirito della tragedia, che deve essere invece una ricostruzione di azioni e situazioni conformi a quelle che hanno luogo nella vita reale. Allora si poteva inserire il vero e far sì che la tragedia non avesse effetti deleteri sulla morale solo liberandosi delle unità aristoteliche.

Quest'ultime infatti costringevano il poeta ad amplificare le passioni dei protagonisti, facendolo cadere nel falso. Del resto, come aveva già sostenuto Schlegel, Aristotele non intendeva imporre una regola e nemmeno l'esigenza di verosimiglianza trova giustificazione in queste unità. Infatti è sbagliato dire che lo spettatore riterrebbe inverosimile un'azione che si svolga in diversi luoghi e per un lungo tempo, mentre lui sa di non essersi mosso di posto e di aver trascorso poco tempo a osservare la rappresentazione, perché la verosimiglianza deriva dalla coerenza dell'azione scenica in sé e non dal rapporto dello spettatore con il luogo e con il tempo della vicenda rappresentata.

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Alessandro Manzoni (Milano 1785-1873), scrittore italiano

Infine di i innovativo nella tragedia di Manzoni vi è anche la ripresa del coro, sparito nella tragedia di Alfieri, mai presente in quella latina, ma fondamentale per quella greca. Infatti il coro greco serviva a raccontare ciò che avveniva dietro al palco e aveva il ruolo di spettatore che idealizzava le passioni provate dal pubblico. Il coro di Manzoni è invece il cantuccio del'autore, il luogo in cui l'autore può parlare in prima persona e può esprimere la propria visione e le proprie reazioni davanti ai fatti. Il coro evitava a Manzoni di diventare protagonista dei fatti che narrava, ma piuttosto gli consentiva di esporre le proprie considerazioni personali sulla vicenda rappresentata, restando all'esterno rispetto all'orditura dell'azione; per questo è destinato alla lettura e non alla recitazione. 

 

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