Si stima che entro il 2050 in mare ci saranno più chili di plastica che di pesce

Si stima che entro il 2050 in mare ci saranno più chili di plastica che di pesce

Quando Christine Figgener, biologa marina, il 10 agosto 2015 ha caricato in rete un video girato in Costa Rica, il mondo si è incendiato. Raffigurava una tartaruga marina soccorsa dalla sua equipe. L'animale aveva un oggetto conficcato nel naso. Era una cannuccia di plastica

Il video è diventato virale, ha dato inizio a una guerra culturale che ha visto la cannuccia di plastica diventare per anni il simbolo della lotta per la sostenibilità ambientale, il nemico pubblico numero uno, quasi che liberandosene, si sarebbe davvero salvato il pianeta. Naturalmente, le più grandi aziende hanno fatto i salti di gioia davanti all'occasione di manifestare la propria indole eco-guerriera. Il loro campione? la cannuccia di carta.

E così, bevendo Starbucks in bicchieri di plastica ma usando cannucce rigorosamente di cellulosa, la gente si è sentita un po' meglio e ha potuto scordarsi della grande chiarezza di immondizia del Pacifico, un accumulo di rifiuti galleggianti che, con le sue 80.000 tonnellate di plastica, copre a oggi un'area tre volte più ampia della Francia. Eppure il National Geographic ha calcolato che, degli 8 milioni di quintali di plastica che finiscono negli oceani ogni anno, le cannucce costituiscono solo lo 0,025%.

Quindi cosa rende la cannuccia una minaccia così grave?

Nulla. E' semplicemente un esempio di "attivismo da poltrona", ovvero un'attività che richiede pochissimo sforzo per ottenere risultati percepiti ma non fattibili. 

Quello contro la cannuccia di plastica è un odio facile, che non richiede sacrifici nei cambiamenti radicali, ed è per questo che i media, la politica e le multinazionali ci si sono tuffati a capofitto. Nel frattempo, si stima che entro il 2050 in mare ci saranno più chili di plastica che di pesce.

Ma se non è dalle cannucce che deriva la plastica dei mari, da dove viene? Sono due le fonti primarie:

  1. La prima: l'attrezzatura da pesca abbandonata dai pescherecci commerciali
  2. la seconda: la mala gestione dei rifiuti nel Sud globale. E' proprio dal Sud del mondo che i cosiddetti "paesi sviluppati" dipendono per lo smaltimento di gran parte della loro spazzatura.

Si stima che la Germania sia all'esportatore di rifiuti plastici numero uno al mondo, con spedizioni che raggiungono le 800.000 tonnellate metriche ogni anno. Il Regno Unito e il Giappone non sono da meno. La maggior parte dei rifiuti importati in Kenya proviene dagli Stati Uniti prodotti dall'industria della moda che finiscono ad accumularsi nelle discariche a cielo aperto 

In accordance with the Terms of Use, responsibility for published content rests solely with the user who created it. Perungiorno.it disclaims any liability for content submitted by users.
Report

Maybe you might be interested

Immaginate che l’atmosfera sia una vasca e il diossido di carbonio è l’acqua
Immaginate che l’atmosfera sia una vasca e il diossido di carbonio è l’acqua

noi continuiamo a versare anidride carbonica nella vasca, mentre lo scarico (oceani e foreste) è in grado di smaltire circa la metà di quanto aggiunto. La quantità totale di CO2 continua a crescere.

L’innalzamento del livello dei mari non rimarrà a lungo una questione di millimetri
L’innalzamento del livello dei mari non rimarrà a lungo una questione di millimetri

Il riscaldamento degli oceani causa una serie di problemi allarmanti. In primo luogo fornisce più energia ai cicloni tropicali, che stanno divenendo più forti e si intensificano più velocemente. In se...

il tuffo improvviso della balena a pochi metri e poi tanta paura

non deturpiamo questa incredibile bellezza che è il mare

le caratteristiche dello Tsunami

La lontra di mare dell’oceano Pacifico

I sifonofori: galleggianti gonfiabili

Capodogli: i misteri di questi animali sociali