Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 06-10

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 06-10

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 06-10

[6,1] Duo, inquit Epigenes, cometarum genera sunt: alii ardorem undique effundunt nec locum mutant, alii in unam partem ignem vagum in modum comae porrigunt et stellas praetermeant (quales duo aetate nostra visi sunt) [6,1] Due sono i generi di comete, afferma Epigene: le une diffondono tuttintorno la loro fiamma e non cambiano posto, le altre allungano in una certa direzione il loro fuoco sparso come una chioma e passano da una stella allaltra ( e due di questo tipo sono state osservate nella nostra epoca)
Illi priores criniti undique et immoti humiles fere sunt et isdem causis quibus trabes facesque conflantur ex intemperie aeris turbidi multa secum arida umidaque terris exhalata versantis Quelle del primo tipo, dotate di chioma tutta intorno e statiche, si trovano quasi sempre poco in alto e sono provocate dalle stesse cause che originano le travi e le fiaccole, cioè dalleccesso di aria torbida che agita dentro di sé molte particelle secche e umide esalate dalla terra
[6,2] Potest enim spiritus per angusta elisus accendere supra se positum aera plenum alimentis idoneis igni, deinde propellere et niti, donec ex aliqua causa refluat rursus ac remittatur, deinde iterum proximo die ac sequentibus consurgere et eundem locum inflammare: videmus enim ventos per complures dies ad constitutum redire; pluviae quoque et alia tempestatum genera ad praescriptum revertuntur [6,2] Infatti, una corrente daria, quando esce attraverso un passaggio stretto, è in grado di infiammare laria posta sopra di sé e piena di sostanze combustibili, e poi spingerla davanti a sé con forza, finché per un motivo ò per un altro non torna indietro e si indebolisce; poi ancora il giorno dopo e in quelli seguenti riprende vigore e infiamma lo stesso luogo: assistiamo infatti che i venti tornano per più giorni come a unora stabilita; anche le piogge e gli altri generi di perturbazioni tornano a giorni fissi

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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 11-15

[6,3] Ut breviter autem voluntatem eius exprimam, eadem fieri ratione hos cometas existimat qua fiunt ignes turbine eiecti; hoc unum interest, quod illi turbines ex superiore parte in terras deprimuntur, hi de terra in superiora eluctantur [6,3] Per riassumere il pensiero di Epigene, dirò che egli ritiene che queste comete si formino per la stessa causa per cui si creano le meteore ignee gettate fuori da un turbine; la sola differenza è che i turbini si abbattono dallalto verso terra, le comete si staccano a fatica da terra per alzarsi verso le regioni superiori
[7,1] Adversus haec multa dicuntur [7,1] Contro tali tesi si sollevano molte obiezioni

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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 05-07

Primum si ventus in causa esset, numquam cometes sine vento appareret: nunc autem et quietissimo aere apparet Innanzitutto, se la causa fosse il vento, una cometa non comparirebbe mai in assenza di vento: ora, invece, appare anche quando laria è del tutto calma
Deinde si vento fieret, cum vento caderet; et si vento inciperet, cresceret vento eoque esset ardentior quo ille incitatior Poi, se avesse origine dal vento, verrebbe meno insieme al vento; e se facesse la sua comparsa insieme al vento, crescerebbe col vento e splenderebbe tanto più quanto più forte fosse il vento

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Seneca, Naturales Quaestiones: Prefatio 01 - 17
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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Prefatio 01 - 17

His accedit illud quoque quod ventus multas aeris partes impellit, cometes uno loco apparet; et ventus in sublime non pervenit, cometae autem visuntur supra quam ire ventis licet A queste tesi si aggiunge anche il fatto che il vento muove molte parti dellatmosfera, mentre la cometa appare solo in un luogo; e il vento non sale fino alle regioni più alte del cielo, mentre le comete appaiono al di sopra del limite che i venti possono raggiungere
[7,2] Transit deinde ad illos quos ait certiorem habere stellarum speciem, qui et procedunt et signa praetereunt [7,2] Egli poi passa alle comete che, afferma, hanno più propriamente laspetto di stelle, che avanzano nel cielo e che passano davanti alle costellazioni

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Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 06-10

Hos ait ex isdem causis fieri quibus illos quos dixit humiliores; hoc tamen interesse, quod terrarum exhalationes multa secum arida ferentes celsiorem petant partem et in editiora caeli aquilone pellantur Afferma che tali comete hanno origine dalle stesse cause di quelle che ha definito più vicine alla terra, però con la differenza che le esalazioni della terra che portano con sé molte particelle secche tendono a una regione più alta del cielo e sono spinte dallaquilone a salire più su

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