Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 21-25
[21,1] Nobis quoque placet hune spiritum esse qui possit tanta conari, quo nihil est in rerum natura potentius, nihil acrius, sine quo ne illa quidem quae vehementissima sunt valent: ignem spiritus concitat; aquae, si ventum detrahas, inertes sunt: tunc demum impetum sumunt, cum illas agit flatus | [21,1] Anche secondo noi è questaria che ha la capacità di effetti così straordinari, poiché in natura non esiste nulla di più potente, nulla di più energico, e senza di essa neanche gli elementi più violenti mantengono la loro forza: laria alimenta il fuoco; le acque, se togli il vento, rimangono ferme: esse prendono slancio quando un soffio le spinge |
Et potest dissipare magna terrarum spatia et novos montes subiectus extollere et insulas non ante visas in medio mari ponere: Theren et Therasiam et hanc nostrae aetatis insulam, spectantibus nobis in Aegaeo mari natam, quis dubitat quin in lucem spiritus vexerit | E laria può disperdere grandi estensioni di terra e sollevare dal di sotto nuove montagne e far apparire nel mare isole mai viste prima: chi dubita che sia stata laria a portare alla luce Tera e Terasia e questisola dei nostri tempi, nata davanti ai nostri occhi nel mar Egeo |
[21,2] Duo genera sunt, ut Posidonio placet, quibus movetur terra | [21,2] Secondo Posidonio, esistono due tipi di terremoto |
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Seneca, Naturales Quaestiones: Prefatio 01 - 17
Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Prefatio 01 - 17
Utrique nomen est proprium: altera succussio est, cum terra quatitur et sursum ac deorsum movetur, altera inclinatio, qua in latera nutat alternis navigii more | Ognuno ha il suo nome specifico: uno è il movimento sussultorio, quando la terra è scossa e si muove dal basso verso lalto e al contrario, laltro è il moto ondulatorio, in cui la terra oscilla alternativamente da un lato e dallaltro, come una nave |
Ego et tertium illud existimo quod nostro vocabulo signatum est; non enim sine causa tremorem terrae dixere maiores, qui utrique dissimilis est; nam nec succutiuntur tunc omnia nec inclinantur sed vibrantur, res minime in eiusmodi casu noxia; sicut longe perniciosior est inclinatio concussione: nam nisi celeriter ex altera parte properabit motus qui inclinata restituat, ruina necessario sequitur | Io, però, reputo che esista anche un terzo tipo, che è stato indicato con un vocabolo latino: infatti, non senza ragione i nostri antenati hanno parlato di un tremore della terra, che è diverso dagli altri due, perché le cose non ricevono una scossa verticale, né oscillano lateralmente, ma vibrano, che in questi casi è il movimento più inoffensivo; così come loscillazione è molto più dannosa della scossa sussultoria: infatti se non giunge rapidamente dalla parte opposta un movimento che ricolloca dritte le cose che stanno per cadere, ne deriva inevitabilmente un crollo |
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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 01-05
Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 01-05
[22,1] Cum dissimiles hi motus inter se sint, causae quoque eorum diversae sunt | [22,1] Poiché tali movimenti sono diversi fra di loro, anche le loro cause sono diverse |
Prius ergo de motu quatiente dicamus | Prima, quindi, trattiamo del moto sussultorio |
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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 02; 21-25
Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 02; 21-25
Si quando magna onera per vices vehiculorum plurium tracta sunt et rotae maiore nisu in salebras inciderunt, terram concuti senties | Se dei grandi pesi avanzano trascinati da una colonna di carri e le ruote, per il grandissimo sforzo, incappano nelle asperità del terreno, sentirai che il suolo è scosso |
[22,2] Asclepiodotus tradit: cum petra e latere montis abrupta cecidisset, aedificia vicina tremore collapsa sunt | [22,2] Asclepiodoto tramanda: essendo caduto un masso, staccatosi dal fianco di una montagna, le case vicine sono crollate per la scossa |
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Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 07; 11-15
Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 07; 11-15
Idem sub terris fieri potest, ut ex his quae impendent rupibus aliqua resoluta magno pondere ac sono in subiacentem cavernam cadat, eo vehementius quo aut plus ponderis venit aut altius: et sic commovetur omne tectum cavatae vallis | La stessa cosa può accadere sotto terra, cioè che qualcuna di queste rupi sospese, staccatasi, precipiti pesantemente e rumorosamente nella caverna sottostante, con una maggiore violenza quanto maggiore è il suo peso o laltezza da cui cade; e così trema tutta la volta della caverna sotterranea |