Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 06-10, pag 4

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 06; 06-10

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 06; 06-10

[9,2] Alii in igne causam quidam esse, sed non ob hoc iudicant, sed quia pluribus obrutus locis ardeat et proxima quaeque consumat; quae si quando exesa ceciderint, tunc sequi motum earum partium quae subiectis adminiculis destitutae labant, donec corruerunt nullo occurrente quod onus exciperet; tunc chasmata, tunc hiatus uasti aperiuntur aut, cum diu dubitaverunt, super ea se quae supersunt stantque componunt [9,2] Altri ritengono che la causa si trovi sì nel fuoco, ma non per lo stesso motivo, ma perché esso brucia di nascosto in vari punti del sottosuolo e consuma tutte le cose che gli vanno vicino; e se qualche volta, consumate, si sbriciolano, allora ne deriva un movimento di quelle parti che, private dei sostegni che le sorreggevano, vacillano, fino a quando precipitano tutte insieme, perché non esiste più niente a sostenere il loro peso; allora si aprono voragini e vaste fenditure, oppure quelle parti, dopo aver vacillato lungamente, si collocano sopra a quello che rimane in piedi in modo stabile
[9,3] Hoc apud nos quoque videmus accidere, quotiens incendio laborat pars civitatis: cum exustae trabes sunt aut corrupta quae superioribus firmamentum dabant, tunc diu agitata fastigia concidunt et tam diu deferuntur atque incerta sunt, donec in solido resederunt [9,3] Vediamo succedere questo anche presso di noi, ogni volta che una parte della città viene colta da un incendio: quando le travi sono state arse dal fuoco o le strutture che davano stabilità ai piani superiori sono state danneggiate in modo grave, allora le parti più alte, fatte tremare a lungo, crollano, e precipitano e sono instabili fino al momento in cui non si posano su qualcosa di solido
[10,1] Anaximenes ait terram ipsam sibi causam esse motus nec extrinsecus incurrere quod illam impellat, sed intra ipsam et ex ipsa: quasdam enim partes eius decidere, quas aut umor resolverit aut ignis exederit aut spiritus violentia excusserit [10,1] Anassimene afferma che la stessa terra è causa delle sue scosse e che ciò che la scuote non deriva dallesterno, ma si trova dentro di essa e proviene da essa: infatti, alcune sue parti crollano o perché lacqua le ha sciolte o perché il fuoco le ha arse o la violenza dellaria le ha buttate giù

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 21-25
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 21-25

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 21-25

Sed his quoque cessantibus non deesse propter quod aliquid abscedat aut revellatur; nam primum omnia vetustate labuntur nec quicquam tutum a senectute est; haec solida quoque et magni roboris carpit Ma, anche se vengono meno queste, non mancano le cause che facciano staccare e strappino via qualche sua parte,infatti, innanzitutto, tutte le cose vacillano con il trascorrere del tempo, e nulla è al riparo della vecchiaia; essa distrugge anche le cose solide e molto robuste
[10,2] Itaque quemadmodum in aedificiis veteribus quasdam non percussa tamen decidunt, cum plus ponderis habuere quam virium, ita in hoc universo terrae corpore evenit ut partes eius vetustate solvantur, solutae cadant et tremorem superioribus afferant: primum, dum abscedunt (nihil enim utique magnum sine motu eius cui haesit absciditur); deinde, cum deciderunt, solido exceptae resiliunt pilae more (quae, cum cecidit, exultat ac saepius pellitur, totiens a solo in novum impetum missa); si vero in stagnantibus aquis delatae sunt, hic ipse casus vicina concutit fluctu, quem subitum vastumque illisum ex alto pondus eiecit [10,2] Quindi, come nei vecchi edifici, alcune parti, anche se non sono colpite, crollano ugualmente quando hanno un peso superiore alle loro forze, così nel corpo della terra nel suo insieme succede che alcune sue parti con il tempo si sgretolino e, una volta sgretolate, cadano e facciano tremare gli strati più in superficie: innanzitutto, mentre si staccano ( infatti nessuna massa soprattutto se grande, si stacca senza scosse da ciò da cui era attaccata); poi, quando sono crollate, incontrando una superficie solida, rimbalzano come una palla ( che, quando è caduta, salta e riceve tante spinte quante sono quelle che le dà il suolo ad ogni rimbalzo); se, al contrario, sono cadute in acque stagnanti, questa stessa caduta scuote le zone vicine con unondata improvvisa e immensa sollevata da quella massa lanciata con violenza dallalto

Maybe you might be interested

Seneca, Naturales Quaestiones: Prefatio 01 - 17
Seneca, Naturales Quaestiones: Prefatio 01 - 17

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Prefatio 01 - 17

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 01-02
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 01; 01-02

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 01; 01-02

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 06-10
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 06-10

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 03; 06-10

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 04; 05,01- 05,04
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 04; 05,01- 05,04

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 04; 05,01- 05,04

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 04; 2,01-2,05
Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 04; 2,01-2,05

Latino: dall'autore Seneca, opera Naturales Quaestiones parte Libro 04; 2,01-2,05

Tags: #seneca
Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 09-10 Parte 01

Seneca, Lettere a Lucilio: Libro 16

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 03-04 Parte 01

Seneca, De Constantia Sapientis: 06; 01-08

Seneca, Lettere a Lucilio: Libri 05-06 Parte 01

Seneca, Naturales Quaestiones: Libro 03; 26-30