Nonostante il fatto che Quintiliano sia il primo a godere della fiducia dell'imperatore, che gli affida la scuola di retorica, dove lui era professore.
È un altro spagnolo, la cultura dell'impero è varia, quella che una volta era periferia adesso diventa importante. Nasce nel decennio fra il 30 e il 40 d.C. Dotato di mezzi economici, perché affronta i suoi studi superiori a Roma, dove diventa un apprezzato avvocato. La stima dell'imperatore si tradusse anche in termini economici, gli concesse uno stipendio altissimo.
Possiamo considerare l'istitutio oratoria, come un manuale su come debba formarsi il perfetto oratore. Il percorso è molto lungo e parte dalla nascita. Il bimbo quando nasce è qualcuno che apprende da subito, da qui la necessità per Quintiliano di dare al bambino una balia che sappia rivolgersi a questo bimbo appena nato, senza ricorrere a quelle forme di balbettio che ci rendono stupidi.
L'educazione che porta l'oratore ad essere tale parte da lontano. Quintiliano è vicino a Cicerone, nel concepire la retorica non come un semplice apprendimento delle tecniche del dire, una disciplina compendiaria di tutti i saperi. L'oratore sa come e cosa dire, non solo come. Cicerone era molto severo nel definire la filosofia come ancella della retorica, su tutti i saperi la retorica era quella che doveva prevalere. Come Cicerone ritiene che l'oratore sia un civis bonus, persona che partecipi alla vita politica dello stato romano.
La contraddizione di Quintiliano è molto facile da individuare, il modello di Quintiliano vuole essere lo stesso di Cicerone, il contesto istituzionale ora è completamente diverso. Per quanto riguarda la critica ai filosofi, poi vedremo che Quintiliano è molto vicino a Domiziano, nasce anche da un certo adeguamento alla politica di Domiziano. Domiziano manda in esilio gli astrologi, fare previsioni divenne un delitto di lesa maestà.
