Rebecca ed Eliazer - Antoine Coypel

Rebecca ed Eliazer - Antoine Coypel

Il momento raffigurato è quello in cui Eliazer, rappresentato come un maturo carovaniere al quale il turbante e la scimitarra danno un tocco orientale, porge alla bella Rebecca un monile d'oro, per ringraziarla di averlo dissetato con la sua anfora e di aver abbeverato i suoi cammelli.
In realtà solo un muso di cammello si intravede sulla destra, presso un servitore, ma il gesto di Eliazer suggerisce che in quella direzione lo attende la sua carovana, per la quale sta chiedendo ospitalità alla giovane. A terra, accanto al pozzo scintilla un vaso a cratere in rame, mentre l'anfora è ora custodita dalla compagna di Rebecca che si china curiosa in primo piano.

Tutti intorno si dispongono come gioiose e pettegole villanelle, le altre ragazze, una delle quali è ancora intenta ad attingere al pozzo ma si sporge dietro i due protagonisti per spiare il loro colloquio. Siamo in una radura ombreggiata da folti alberi, nel fondo si scorge un rustico borgo turrito sovrastato da una gigantesca roccia.

La naturalezza della scena è costruita anche con l'uso sapiente della luce che scorre sulla superficie degli oggetti e dei panneggi. Ben evidenziata è Rebecca, la cui ritrosia è sottolineata dal pudico abbassarsi degli occhi e dal gesto della mano destra, mentre con la sinistra la fanciulla accetta il dono di Eliazer. La sua tunica candida è il punto più luminoso del quadro. Stretta da un cinto verginale, ricade sulla lunga gonna azzurra conferendo alla figura una grazia nobile che la distingue dalle sue più scomposte compagne e rendendola il centro anche psicologico della scena

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