Postumus alter erit miranda coniuge Ulixes: non illi longae tot nocuere morae, castra decem annorum, et Ciconum mons, Ismara capta,[25] exustaeque tuae nox, Polypheme, genae, et Circae fraudes, lotosque herbaeque tenaces, Scyllaque et alternas scissa Charybdis aquas, Lampeties Ithacis veribus mugisse iuvencos (paverat hos Phoebo filia Lampetie),[30] et thalamum Aeaeae flentis fugisse puellae, totque hiemis noctes totque natasse dies, nigrantisque domos animarum intrasse silentum, Sirenum surdo remige adisse lacus, et veteres arcus leto renovasse procorum,[35] errorisque sui sic statuisse modum |
Sarai, Postumo, un altro Ulisse per l'ammirevole sposa: a quello non nocque tanta lunga assenza, dieci anni di guerra, e il monte dei Ciconi, Ismara presa, [25] e la notte dei tuoi bruciati, o Polifemo, e gli inganni di Circe, e il loto e le erbe tenaci, e Scilla e Cariddi divisa nelle acque alterne, che i buoi di Lampezia avessero muggito sugli spiedi Itacesi (la figlia Lampezia li aveva custoditi per Febo),[30] e l'aver fuggito il talamo della piangente fanciulla Eea, e aver nuotato tante notti e tanti giorni di tempesta, e essere entrato nelle dimore oscure delle anime silenziose, aver raggiunto il lago delle Sirene con sordo remare, e aver ripreso i vecchi archi per la strage dei Proci, [35] e aver messo così fine ai suoi viaggi |