Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 96-116

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 96-116

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 96-116

[96] summa miraculi epistylia tantae molis attolli potuisse; id consecutus ille est aeronibus harenae plenis, molli clivo super capita columnarum exaggerato, paulatim exinaniens imos, ut sensim opus in loco sederet

difficillime hoc contigit in limine ipso, quod foribus inponebat; etenim ea maxima moles fuit nec sedit in cubili, anxio artifice mortis destinatione suprema

[97] tradunt in ea cogitatione fessum nocturno tempore in quiete vidisse praesentem deam, cui templum fieret, hortantem, ut viveret: se composuisse lapidem

atque ita postera luce apparuit; pondere ipso correctus videbatur

cetera eius operis ornamenta plurium librorum instar optinent, nihil ad specimen naturae pertinentia
[96] Il massimo del prodigio che architravi di tanta mole avevano potuto essere sostenuti; quello l'ottenne con ceste piene di sabbia, accumulato un dolce pendio sopra i capitelli delle colonne, vuotando man mano le più basse, cosicché impercettibilmente l'opera si stabilizzasse sul posto

Questo risultò molto difficile su quella stessa soglia, che metteva sugli ingressi; infatti questa fu una massa enorme e non si poggiò sul posto, con suprema fissazione di morte per l'ansioso artefice

[97] Tramandano che stanco in questa riflessione aveva visto durante la notte nel sonno una dea presente, a cui si realizzava un tempio, che esortava, a vivere: che lei aveva sistemato il masso

E così apparve nel giorno seguente; sembrava sistemato dal peso stesso

Gli altri ornamenti del suo lavoro darebbero l'equivalente di diversi libri, nulla di specifico inerente alla natura
[98] Durat et Cyzici delubrum, in quo millium aureum commissuris omnibus politi lapidis subiecit artifex, eboreum Iovem dicaturus intus coronante eum marmoreo Apolline

translucent ergo iuncturae tenuissima capillamentis lenique adflatu simulacra refovent, et praeter ingenium artificis ipsa materia ingenii quamvis occulta in pretio operis intellegitur

[99] Eodem in oppido est lapis fugitivus appellatus; Argonautae eum pro ancora usi reliquerant ibi

hunc e prytaneo, ita vocatur locus, saepe profugum vinxere plumbo

Eadem in urbe iuxta portam, quae Thracia vocatur, turres septem acceptas voces numeroso repercussu multiplicant

nomen huic miraculo Echo est a Graecis datum
[98] Perdura anche a Cizico un tempio, in cui in tutte le commessure della pietra levigata inserì un millesimo d'oro, l'artista, che dentro dedicherà un Giove d'avorio mentre un Apollo marmoreo l'incorona

Pertanto brillano per i filamenti le parti sottilissime dell'interstizio ed accendono le statue con un leggero soffio, e oltre l'ingegno dell'artefice la materia stessa dell'ingegno viene considerata sebbene nascosta nel pregio dell'opera

[99] Nella stessa città c'è una pietra detta fuggitiva; gli Argonauti l'avevano lasciata qui usatala come ancora

Legarono col piombo questa fuggita spesso dal pritaneo, così è detto il luogo

Nella stessa città vicino alla porta, che è detta Tracia, sette torri ripetono con suono frequente le voci ricevute

A questo fenomeno dai Greci fu dato il nome di eco
[100] et hoc quidem locorum natura evenit ac plerumque convallium; ibi casu accidit, Olympiae autem arte, mirabili modo, in porticu, quam ob id heptaphonon appellant, quoniam septiens eadem vox redditur

Cyzici et buleuterium vocant aedificium amplum, sine ferreo calvo ita disposita contignatione, ut eximantur traves sine fulturis ac reponantur

quod item Romae in ponte sublicio religiosum est, posteaquam Coclite Horatio defendente aegre revolsus est

[101] Verum et ad urbis nostrae miracula transire conveniat DCCCque annorum dociles scrutari vires et sic quoque terrarum orbem victum ostendere

quod accidisse totiens paene, quot referentur miracula, apparebit; universitate vero acervata et in quendam unum cumulum coiecta non alia magnitudo exurget quam si mundus alius quidam in uno loco narretur
[100] E certo ciò avviene per la caratteristica dei luoghi e generalmente delle convalli; qui avviene per caso, invece ad Olimpia con artificio, in modo mirabile, nel portico, che chiamano per questo eptafono, perché la stessa voce è ripetuta sette volte

A Cizico chiamano anche buleuterio un ampio edificio, senza chiodo di ferro con una struttura disposta così, che le travi sono tolte e sono rimesse senza sostegni

Questo costituisce scrupolo religioso anche a Roma sul ponte sublicio, a fatica si demolì dopo che Orazio Coclite l'aveva difeso

[101] Veramente conviene anche passare alle meraviglie della nostra città ed esaminare le comprensibili qualità di 800 anni e così mostrare anche tutto il mondo sottomesso

Questo sembrerà essere accaduto quasi tutte le volte, che sono citate cose straordinarie; unite poi nell'universalità e radunate come in un unico gruppo sorgerà una grandezza non diversa che se qualche altro mondo venisse citato in un sol punto

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 01-11
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 01-11

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 01-11

[102] nec ut circum maximum a Caesare dictatore exstructum longitudine stadiorum trium, latitudine unius, sed cum aedificiis iugerum quaternum, ad sedem CCL, inter magna opera dicamus: non inter magnifica basilicam Pauli columnis e Phrygibus mirabilem forumque divi Augusti et templum Pacis Vespasiani Imp Aug, pulcherrima operum, quae umquam vidit orbis

non et tectum diribitori ab Agrippa facti, cum theatrum ante texerit Romae Valerius Ostiensis architectus ludis Libonis

[103] pyramidas regum miramur, cum solum tantum foro exstruendo HS |M| Caesar dictator emerit et, si quem inpensa moveat captis avaritia animis, HS |CXLVIII| domo empta Clodius, quem Milo occidit, habitaverit
[102] E non sosteniamo pure fra le grandi opere il circo massimo costruito dal dittatore Cesare con una lunghezza di tre stadi, con la larghezza di uno, ma con edifici di quattro iugeri, 250 mila per i posti a sedere: fra le cose straordinarie non la basilica di Paolo mirabile per le colonne di marmi frigi e il foro del divino Augusto e il tempio della Pace dell'imperatore Vespasiano Augusto, le più belle delle opere, che il mondo vide mai

Non anche il tetto per lo scrutinio fatto da Agrippa, quando a Roma prima l'architetto Valerio Ostiense aveva ricoperto il teatro per i giochi di Libone

[103] Ammiriamo le piramidi dei re, quando il dittatore Cesare pagò soltanto il suolo per costruire il foro 100 milioni di sesterzi e, se la spesa impressiona qualcuno per gli animi catturati dall'avarizia, Clodio, che uccise Milone, aveva abitato in una casa pagata 14 milioni e 800 mila sesterzi
[104] quod equidem non secus ac regum insaniam miror; itaque et ipsum Milonem HS |DCC| aeris alieni debuisse inter prodigia animi humani duco

sed tum senes aggeris vastum spatium, substructiones Capitolii mirabantur, praeterea cloacas, opus omnium dictu maximum, subfossis montibus atque, ut paullo ante retulimus, urbe pensili subterque navigata M

Agrippae in aedilitate post consulatum

[105] permeant conrivati septem amnes cursuque praecipiti torrentium modo rapere atque auferre omnia coacti, insuper imbrium mole concitati vada ac latera quatiunt, aliquando Tiberis retro infusus recipitur, pugnantque diversi aquarum impetus intus, et tamen obnixa firmitas resistit
[104] Certo non diversamente guardo meravigliato questo e la follia dei re; pertanto metto fra le stranezze dell'animo umano che anche lo stesso Milone abbia avuto debiti per 700 milioni di sesterzi

Ma allora i vecchi ammiravano l'ampio spazio del bastione, le costruzioni del Campidoglio, inoltre le cloache, la più grande opera di tutte a citarsi, per i monti scavati e, come poco prima abbiamo riferito, per una città pensile e navigabile nel sottosuolo durante l'edilità di M

Agrippa dopo il consolato

[105] Sette fiumi convogliati scorrono e precipitosi nel corso al modo dei torrenti spinti a trascinare e portar via ogni cosa, premuti sopra dalla massa delle piogge squassano i guadi e le pareti, talvolta il Tevere insinuatosi dietro si riversa, e le diverse correnti delle acqua combattono all'interno, e tuttavia la decisa solidità resiste

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 231-267

[106] trahuntur moles superne tantae non succumbentibus cavis operis, pulsant ruinae sponte praecipites aut inpactae incendiis, quatitur solum terrae motibus, durant tamen a Tarquinio Prisco annis DCC prope inexpugnabiles, non omittendo memorabili exemplo vel magis, quoniam celeberrimis rerum conditoribus omissum est

[107] cum id opus Tarquinius Priscus plebis manibus faceret, essetque labor incertum maior an longior, passim conscita nece Quiritibus taedium fugientibus, novum, inexcogitatum ante posteaque remedium invenit ille rex, ut omnium ita defunctorum corpora figeret cruci spectanda civibus simul et feris volucribusque laceranda
[106] Sopra sono trascinati massi tanto grandi pur non cedendo le gallerie dell'opera, premono le frane che cadono spontaneamente o intaccate dagli incendi, il suolo della terra è squassato dai terremoti, tuttavia resistono da Tarquinio prisco inespugnabili da quasi 700 anni, da non tralasciare un memorabile esempio ancor più, perché fu trascurato dai più famosi storici

[107] Quando Tarquinio Prisco faceva quest'opera con le braccia della plebe, ed era incerto se il lavoro fosse più pesante o più lungo, poichè i Quiriti qua e là fuggivano l'oppressione con una morte deliberata, quel re scoprì un rimedio nuovo, non escogitato né prima né dopo, cosicché affiggesse alla croce i corpi di tutti quelli morti da mostrare ai cittadini e contemporaneamente da lacerare per le bestie e gli uccelli
[108] quam ob rem pudor Romani nominis proprius, qui saepe res perditas servavit in proeliis, tunc quoque subvenit, sed illo tempore vi post vitam erubescens, cum puderet vivos, tamquam puditurum esset extinctos

amplitudinem cavis eam fecisse proditur, ut vehem faeni large onustam transmitteret

[109] Parva sunt cuncta, quae diximus, et omnia uni comparanda miraculo, antequam nova attingam

M

Lepido Q

Catulo cos, ut constat inter diligentissimos auctores, domus pulchrior non fuit Romae quam Lepidi ipsius, at, Hercules, intra annos XXXV eadem centesimum locum non optinuit

[110] computet in hac aestimatione qui volet marmorum molem, opera pictorum, inpendia regalia et cum pulcherrima laudatissimaque certantes centum domus posteaque ab innumerabilibus aliis in hunc diem victas
[108] Perciò la vergogna del proprio nome di romano, che spesso risolse le situazioni disperate nelle battaglie, anche allora subentrò, ma in quel caso arrossendo con forza dopo la vita, vergognandosi da vivi, come se avessero avuto da vergognarsi da morti

Si tramanda aver fatto quella grandezza per le gallerie, affinché facesse passare un carro ampiamente carico di fieno

[109] Piccole cose sono tutte, quelle che abbiamo detto, e tutte da paragonare a un solo portento, prima che io apprenda nuove cose

Consoli M

Lepido e Q

Catulo, come risulta fra gli autori molto scrupolosi, a Roma non ci fu una casa più bella che quella dello stesso Lepido, ma, per Ercole, entro 35 anni la stessa non ottenne il centesimo posto

[110] Chi vorrà calcoli in questa valutazione la massa dei marmi, i lavori dei pittori, le spese regali e cento case che rivaleggiano con la più bella e più ammirata e poi fino a questo giorno superate da innumerevoli altre

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 35, Paragrafi 72-91

profecto incendia puniunt luxum, nec tamen effici potest, ut mores aliquid ipso homine mortalius esse intellegant

[111] Sed omnes eas duae domus vicerunt

bis vidimus urbem totam cingi domibus principum Gai et Neronis, huius quidem, ne quid deesset, aurea

nimirum sic habitaverant illi, qui hoc imperium fecere tantum, ad devincendas gentes triumphosque referendos ab aratro aut foco exeuntes, quorum agri quoque minorem modum optinuere quam sellaria isotrum

[112] ubit vero cogitatio, quota portio harum fuerint areae illae, quas invictis imperatoribus decernebant publice ad exaedificandas domos; summusque illarum honos erat, sicut in P

Valerio Publicola, primo consule cum L
Certo gli incendi puniscono il lusso, e tuttavia non può verificarsi, che le mode capiscano esserci qualcosa più mortale dell'uomo stesso

[111] Ma due case superarono tutte queste

Per due volte vedemmo tutta la città essere circondata dalle case dei principi Gaio e Nerone, di costui certo aurea, affinchè non mancasse qualcosa

Proprio così avevano abitato quelli, che resero tanto grande questo impero, che si allontanano dall'aratro o dal focolare per vincere i popoli e per riportare trionfi, i cui campi occupavano anche minore spazio dei salotti di costoro

[112] Veramente la riflessione considera, quale parte di esse erano state quelle aree, che sceglievano pubblicamente per i condottieri invitti per costruire le case; e loro massimo onore era, come per P

Valerio Publicola, primo console con L
Bruto, post tanta merita et fratre eius, qui bis in eodem magistratu Sabinos devicerat, adici decreto, ut domus eorum fores extra aperirentur et ianua in publicum reiceretur

hoc erat clarissimum insigne inter triumphales quoque domos

[113] Non patiar istos duos ne hac quidem gloria famae frui, docebimusque etiam insaniam eorum victam privatis opibus M

Scauri, cuius nescio an aedilitas maxime prostraverit mores maiusque sit Sullae malum tanta privigni potentia quam proscriptio tot milium

[114] in aedilitate hic sua fecit opus maximum omnium, non temporaria mora, verum etiam aeternitatis destinatione

theatrum hoc fuit; scaena ei triplex in altitudinem CCCLX columnarum in ea civitate, quae sex Hymettias non tulerat sine probro civis amplissimi
Bruto, dopo tanti benemeriti anche di suo fratello, che per due volte nella stessa magistratura aveva sconfitto i Sabini, essere aggiunto per decreto, affinché le uscite della loro casa si aprissero all'esterno e la porta si spalancasse sul suolo pubblico

Questo era il segno più nobile anche fra le case dei trionfatori

[113] Non permetterò che questi due usufruiscano neppure di questa gloria della fama, e dimostreremo anche la loro follia vinta dalle ricchezze private di M

Scauro, di cui non so se soprattutto l'edilità aveva rovinato i costumi e se sia maggiore il male di Silla per il tanto potere del figliastro che la proscrizione di tante migliaia di persone

[114] Questo nella sua edilità fece l'opera più grande di tutte, non occasione temporanea, ma anche nella destinazione dell'eternità

Questo fu un teatro; per esso una scena triplice in altezza di 360 colonne in quella città, che non aveva tollerato senza biasimo le sei di marmo dell'Imetto di un cittadino molto eminente

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ima pars scaenae e marmore fuit, media e vitro, inaudito etiam postea genere luxuriae, summa e tabulis inauratis; columnae, ut diximus, imae duodequadragenum pedum

[115] signa aerea inter columnas, ut indicavimus, fuerunt III numero; cavea ipse cepit hominum LXXX, cum Pompeiani theatri totiens multiplicata urbe tantoque maiore populo sufficiat large XXXX sedere

relicus apparatus tantus Attalica veste, tabulis pictis, cetero choragio fuit, ut, in Tusculanam villam reportatis quae superfluebant cotidiani usus deliciis, incensa villa ab iratis servis concremarentur HS |CCC|

[116] Aufert animum et a destinato itinere degredi cogit contemplatio tam prodigae mentis aliamque conectit maiorem insaniam e ligno

C
La parte bassa della scena fu di marmo, la centrale di vetro, con un tipo di lusso inaudito anche dopo, la sommità con tavole dorate; le colonne più basse, come abbiamo detto, di 38 piedi

[115] Le statue di bronzo fra le colonne, come abbiam o indicato, furono nel numero di 3 mila; lo stesso con la cavea accolse 80 mila uomini, quando quella del teatro di Pompeo moltiplicatasi tante volte la città e con una popolazione di tanto maggiore offre bastevolmente 40 mila a sedere

Il restante addobbo fu tanto ricco di tendaggio attalico, tavole dipinte, restante arredo scenico, che, portate in una villa tuscolana quelle cose che avanzavano per i piaceri dell'uso quotidiano, incendiata la villa dai servi infuriati, venivano bruciati 300 milioni di sesterzi

[116] Richiama l'attenzione e costringe ad allontanarsi dal cammino fissato la riflessione di una mente tanto generosa e riporta un'altra maggiore follia del legno

C

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