Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 102-122

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 102-122

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 33, Paragrafi 102-122
[102] Vis eius adstringere ac refrigerare, principalis autem circa oculos, namque ideo etiam plerique platyophthalmon id appellavere, quoniam in calliblepharis mulierum dilatet oculos, et fluctiones inhibet oculorum exulcerationesque farina eius ac turis cummi admixto

sistit et sanguinem e cerebro profluentem, efficacissime et contra recentia volnera et contra veteres canum morsus inspersa farina et contra ambusta igni cum adipe ac spuma argenti cerussaque et cera

[103] uritur autem offis bubuli fimi circumlitum in clibanis, dein restinguitur mulierum lacte teriturque in mortariis admixta aqua pluvia; ac subinde turbidum transfunditur in aereum vas emundatum nitro

faex eius intellegitur plumbosissima, quae subsedit in mortario abiciturque
[102] La sua proprietà restringere e rinfrescare, la principale poi riguarda gli occhi, e infatti perciò molti lo chiamarono anche platioftalmo, perché nei medicamenti delle palpebre delle donne dilata gli occhi, e la sua polvere e quella dell'incenso con gomma mescolata inibisce la lacrimazioni degli occhi e le ulcerazioni

Ferma anche il sangue che scorre dal cervello, molto efficacemente anche contro le ferite recenti e contro i morsi vecchi dei cani con farina cosparsa e contro le bruciature del fuoco con grasso e spuma d'argento e biacca e cera

[103] Viene bruciato poi nei forni racchiuso in pallottole di sterco bovino, quindi si spegne con il latte delle donne e si pesta nei mortai con acqua piovana mescolata; e poi si versa torbido in un vaso di rame pulito con nitro

La sua feccia è ritenuta ricchissima di piombo, che si deposita nel mortaio e si butta
dein vas, in quod turbida transfusa sint, opertum linteo per noctem relinquitur et postero die quidquid innatet effunditur spongeave tollitur

[104] quod ibi subsedit, flos intellegitur ac linteo interposito in sole siccatur, non ut perarescat, iterumque in mortario teritur et in pastillos dividitur

ante omnia autem urendi modus necessarius est, ne plumbum fiat

quidam non fimo utuntur coquentes, sed adipe

alii tritum in aqua triplici linteo saccant faecemque abiciunt idque, quod defluxit, transfundunt, quidquid subsidat colligentes

emplastris quoque et collyriis miscent

[105] Scoriam in argento Graeci vocant helcysma
Poi il vaso, in cui siano state trasfuse le impurità, si lascia per una notte coperto con un panno e il giorno dopo qualunque cosa nuoti si butta o si toglie con una spugna

[104] Quello che qui si deposita, è ritenuto il fior fiore e con un panno messo sopra è seccato al sole, non affinchè secchi completamente, ed è pestato di nuovo nel mortaio e si divide in pastiglie

Prima di tutto poi è necessaria la durata della cottura, affinchè non diventi piombo

Alcuni che lo cuociono non usano lo sterco, ma il grasso

Altri filtrano con un panno piegato in tre quello tritato nell'acqua e gettano la feccia e travasano ciò che è defluito, raccogliendo qualunque cosa si derpositi

Lo mescolano anche per empiastri e colliri

[105] I Greci chiamano elcysma la scoria nell'argento
vis eius adstringere et refrigerare corpora, ac remedio est addita emplastris ut molybdaena, de qua dicemus in plumbo, cicatricibus maxime glutinandis, et contra tenesmos dysenteriasque infusa clysteribus cum myrteo oleo

addunt et in medicamenta, quae vocant liparas, ad excrescentia ulcu aut ex attritu facta aut in capite manantia

[106] Fit in isdem metallis et quae vocatur spuma argenti

genera eius tria: optima quam chrysitim vocant, sequens quam argyritim, tertia quam molybditim

et plerumque omnes hi colores in isdem tubulis inveniuntur

probatissima est Attica, proxima Hispaniensis

chrysitis ex vena ipsa fit, argyritis ex argento, molybditis e plumbi ipsius fusura, quae fit Puteolis, et inde habet nomen
La sua proprità restringere e rinfrescare i corpi, ed è a rimedio aggiunta agli empiastri come il molibdeno, di cui parleremo riguardo al piombo, soprattutto per le cicatrici da rimarginare, e contro i tenesmi e le dissenterie infusa nei clisteri con olio di mirto

L'aggiungono anche nei medicamenti, che chiamano lipare, per le escrescenze con piaga o causate dall'attrito o che gocciolano sulla testa

[106] Nelle stesse miniere si ricava anche quella che è detta spuma d'argento

Tre i suoi tipi: ottima quella che chiamano crisite, successiva l'argirite, terza la molibdite

E per lo più tutti questi colori si trovano nelle stesse sbarre di metallo

Molto apprezzata è l'attica, successiva la spagnola

La crisite deriva dalla stessa vena, l'argirite dall'argento, la molibdite dalla fusione del piombo stesso, che si fa a Pozzuoli, e da qui prende nome

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 140-152
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 140-152

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 03, paragrafi 140-152

[107] omnis autem fit excocta sua materia ex superiore catino defluens in inferiorem et ex eo sublata vericulis ferreis atque in ipsa flamma convoluta vericulo, ut sit modici ponderis

est autem, ut ex nomine intellegi potest, fervescentis et futurae materiae spuma

distat a scoria quo potest spuma a faece distare: alterum purgantis se materiae, alterum purgatae vitium est

[108] quidam duo genera faciunt spumae, quae vocant scirerytida et peumenen, tertium molybdaenum in plumbo dicendam

spuma, ut sit utilis, iterum coquitur confractis tubulis ad magnitudinem anulorum

ita accensa follibus ad separandos carbones cineremque abluitur aceto aut vino simulque restinguitur

quodsi sit argyritis, ut candor ei detur, magnitudine fabae confracta in fictili coqui iubetur ex aqua addito in linteolis tritico et hordeo novis, donec ea purgentur
[107] Ofnuna poi deriva dalla sua materia cotta che cola da un catino più in alto verso uno più in basso e tolta da questo con ficcoli spiedi di ferro e girata sulla fiamma stessa con uno spiedo, affinché sia di piccolo peso

Poi c'è, come può essere capito dal nome, la schiuma della materia bollente e successiva

Si differenzia dalla scoria quanto può differenziarsi la schiuma dalla feccia: una è lo scarto della materia che si purifica, l'altro di quella purificata

[108] Alcuni fanno due specie di schiuma, che chiamano scireritide e peumene, la terza molibdena da trattare riguardo al piombo

La schiuma, affinché sia utile, si cuoce di nuovo con sbarre spezzate a grandezza di anelli

Così accesa con i mantici per separare i carboni e la cenere si bagna con aceto o vino e contemporaneamente si spegne

Che se è argirite, per donarle bianchezza, spezzata nella grandezza di una fava si ordina essere cotta con acqua in un vaso di terracotta in un panno con frumento aggiunto e orzo freschi, finché questi siano ripuliti
[109] postea VI diebus terunt in mortariis, ter die abluentes aqua frigida et, cum dies desinat, calida, addito sale fossili in libram spumae obolo

novissimo die dein condunt in plumbeo vase

alii cum faba candida et tisana cocunt siccantque sole, alii in lana candida cum faba, donec lanam non denigret

tunc salem fossilem adiciunt subinde aqua mutata siccantque diebus XL calidissimis aestatis

nec non in ventre suillo in aqua coquunt exemptamque nitro fricant et ut supra terunt in mortariis cum sale

sunt qui non coquant, sed cum sale terant et adiecta aqua abluant

[110] usus eius ad collyria et cuti mulierum cicatricum foeditates tollendas maculasque, abluendum capillum

vis autem siccare, mollire, refrigerare, temperate purgare, explere ulcera, tumores lenire; talibusque emplastris additur et liparis supra dictis
[109] Poi pestano per sei giorni nei mortai, lavando tre volte al giorno con acqua fredda e, quando finisce il giorno, con quella calda, con sale fossile aggiunto in un obolo per ogni libbra di schiuma

Poi l'ultimo giorno lo mettono in un vaso di piombo

Alcuni lo cuociono con fava bianca e tisana e lo seccano al sole, altri nella lana bianca con la fava, finché non annerisce la lana

Allora cambiata quindi l'acqua aggiungono sale fossile e la seccano nei 40 giorni più caldi dell'estate

Lo cuociono in acqua anche nel ventre suino e strofinano col nitro quella che è stata tolta e come sopra la tritano nei mortai col sale

Ci sono quelli che non la cuociono, ma pestano col sale e aggiunta acqua lavano

[110] Il suo uso per colliri e per togliere le deturpazioni delle cicatrici alla pelle delle donne e le macchie, per la capigliatura da lavare

La proprietà poi seccare, ammorbidire, rinfrescare, disinfettare moderatamente, rimarginare le piaghe, lenire i gonfiori; e si aggiunge a tali impiastri e a quelli grassi detti sopra

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 138-150
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 14, Paragrafi 138-150

ignes etiam sacros tollit cum ruta myrtisque et aceto, item perniones cum myrtis et cera

[111] In argentariis metallis invenitur minium quoque, et nunc inter pigmenta magnae auctoritatis et quondam apud Romanos non solum maximae, sed etiam sacrae

enumerat auctores Verrius, quibus credere necesse sit Iovis ipsius simulacri faciem diebus festis minio inlini solitam triumphantiumque corpora

[112] sic Camillum triumphasse; hac religione etiamnum addi in unguenta cenae triumphalis et a censoribus in primis Iovem miniandum locari

cuius rei causam equidem miror, quamquam et hodie id expeti constat Aethiopum populis totosque eo tingui proceres, hunc ibi deorum simulacris colorem esse

quapropter diligentius persequemur omnia de eo
Con la ruta e i mirti e l'aceto toglie anche gli erpes, anche i geloni con mirti e cera

[111] Nelle miniere d'argento si trova anche il minio, ed ora di gran pregio fra le pitture e un tempo presso i Romani non solo di grandissimo (pregio), ma anche sacro

Verrio elenca autori, a cui sia necessario credere che nei giorni festivi era solita essere spalmata col minio il viso della statua dello stesso Giove e i corpi di quelli che erano portati in trionfo

[112] Che così aveva trionfato Camillo; che per questa sacralità anche ora si aggiunge agli unguenti della cena trionfale e che dai censori viene posto Giove da miniare fra le prime cose

Della cui ragione certo mi stupisco, sebbene anche oggi risulta che ciò sia richiesto dalle popolazioni degli Etiopi e che tutti i nobili siano tinti con esso, che questo sia qui il colore per le statue degli dei

Perciò esporremo tutto più accuratamente su ciò
[113] Theophrastus LXXXX annis ante Praxibulum Atheniensium magistratum, quod tempus exit in urbis nostrae CCCXLVIIII annum, tradit inventum minium a Callia Atheniense initio sperante aurum excoqui posse harenae rubenti in metallis argenti; hanc fuisse originem eius, [114] reperiri autem iam tum in Hispania, sed durum et harenosum, item apud Colchos in rupe quadam inaccessa, ex qua iaculantes decuterent; id esse adulterum, optimum vero supra Ephesum Cilbianis agris harena cocci colorem habente, hanc teri, dein lavari farinam et quod subsidat iterum lavari; differentiam artis esse, quod alii minium faciant prima lotura, apud alios id esse dilutius, sequentis autem loturae optimum

[115] Auctoritatem colori fuisse non miror
[113] Teofrasto tramanda che 90 anni prima che Prassibulo (fosse) magistrato degli Ateniesi, periodo che risulta l'anno 349 della nostra città, il minio fu scoperto dall'ateniese Callia che all'inizio sperava che l'oro potesse essere sciolto alla sabbia rossa nelle miniere d'argento; che questa era stata la sua origine, [114] che già allora quindi era trovato in Spagna, ma duro e sabbioso, anche presso la Colchide su una certa roccia inaccessibile, da cui lo toglievano quelli che lanciano giavellotti; che questo era adulterato, invece ottimo sopra Efeso nelle campagne Cilbiane da una sabbia che aveva il colore della bacca, che questa si macina, che la polvere poi si lava e ciò che si deposita viene lavato di nuovo; che c'è una differnza di lavorazione, poiché alcuni realizzano il minio col primo lavaggio, presso altri che ciò è più diluito, mentre ottimo quello della lavatura seguente

[115] Non mi stupisco che esistesse questo pregio per il colore

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 09, Paragrafi 161 - 170
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 09, Paragrafi 161 - 170

iam enim Troianis temporibus rubrica in honore erat Homero teste, qui naves ea commendat, alias circa pigmenta picturasque rarus

milton vocant Graeci miniumque cinnabarim

unde natus error inscitia nominum

[116] sic enim appellant illi saniem draconis elisi elephantorum morientium pondere permixto utriusque animalis sanguine, ut diximus, neque est alius colos, qui in pictura proprie sanguinem reddat

illa cinnabaris antidotis medicamentisque utilissima est

at, Hercules, medici, quia cinnabarim vocant, utuntur hoc minio, quod venenum esse paulo mox docebimus

[117] Cinnabari veteres quae etiam nunc vocant monochromata pingebant

pinxerunt et Ephesio minio, quod derelictum est, quia curatio magni operis erat

praeterea utrumque nimis acre existimabatur

ideo transiere ad rubricam et sinopidem, de quibus suis locis dicam
Infatti già ai tempi troiani la terra rossa era in considerazione, testimone Omero, che apprezza le navi per questo, mentre (è) scarso circa i colori e le pitture

I Greci lo chiamano milto e il minio cinabro

Nato da qui l'errore per la confusione dei nomi

[116] Infatti così quelli chiamano l'umore del serpente schiacciato dal peso degli elefanti che muoiono col sangue mescolato di entrambi gli animali, come abbiamo detto, e non c'è altro colore in pittura, che renda adeguatamente il sangue

Quel cinabro è utilissimo per antidoti e medicamenti

Ma, per Ercole, i medici, poiché lo chiamano cinabro, usano questo minio, il che spiegheremo tra poco essere un veleno

[117] Col cinabro gli antichi dipingevano quelli che anche ora chiamano monocrome

Dipinsero anche col minio di Efeso, che è stato abbandonato, perché la preparazione era di grande impegno

Inoltre ciascuno dei due era ritenuto troppo acre

Perciò passarono alla terra rossa e alla sinopide, di cui parlerò a suo luogo
cinnabaris adulteratur sanguine caprina aut sorvis tritis

pretium sincerae nummi L

[118] Iuba minium nasci et in Carmania tradit, Timagenes et in Aethiopia, sed neutro ex loco invehitur ad nos nec fere aliunde quam ex Hispania, celeberrimo Sisaponensi regione in Baetica miniario metallo vectigalibus populi Romani, nullius rei diligentiore custodia

non licet ibi perficere id, excoctique Romam adfertur vena signata, ad bina milia fere pondo annua, Romae autem lavatur, in vendendo pretio statuta lege, ne modum excederet HS LXX in libras

sed adulteratur multis modis, unde praeda societati

[119] namque est alterum genus omnibus fere argentariis itemque plumbariis metallis, quod fit exusto lapide venis permixto, non ex illo, cuius vomicam argentum vivum appellavimus, is enim et ipse in argentum excoquitur, sed ex aliis simul repertis
Il cinabro si falsifica col sangue di capra o sorbe tritate

50 nummi il prezzo di quello autentico

[118] Giuba tramanda che il minio nasce anche in Carmania, Timagene anche in Etiopia, ma da nessuno dei due luoghi è esportato verso di noi nè in genere da altrove che dalla Spagna, con la famosissima miniera di minio nella regione di Sisapo nella Betica per i tributi del popolo Romano, di nessuna cosa con più diligente sorveglianza

Lì non è permesso prepararlo, ed essere cotto e si porta a Roma la vena contrassegnata, per circa due mila libbre annue, a Roma poi si lava, fissata una legge da vendere ad un prezzo, affinché non superi la quantità di 70 sesterzi a libbra

Ma si falsifica in molti modi, da qui il guadagno per l'associazione

[119] Infatti c'è un altro tipo in quasi tutte le miniere d'argento ed anche di piombo, che si ricava con una pietra bruciata mischiata nelle vene, non da quello, il cui argento vivo chiamiamo vomica, infatti anche questo stesso si cuoce nell'argento, ma da altri trovati insieme

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steriles etiam plumbi micae

deprehenduntur solo colore nec nisi in fornacibus rubescentes exustique tunduntur in farinam

hoc est secundarium minum perquam paucis notum, multum infra naturales illas harenas

[120] hoc ergo adulteratur minium in officinis sociorum, et vilius Syrico

quonam modo Syricum fiat suo loco docebimus; sublini autem Syrico minium compendi ratio demonstrat

et alio modo pingendum furto opportunum est, plenos subinde abluentium penicillos sidit autem in aqua constatque furantibus

[121] sincero cocci nitor esse debet, secundarii autem splendor in parietibus sentit plumbaginem

quamquam hoc robigo quaedam metalli est

Sisaponiensibus autem miniariis sua vena harenae sine argento

excoquitur auri modo; probatur auro candente, fucatum enim nigrescit, sincerum retinet colorem
Sterili anche le briciole di piombo

Sono scoperte per il solo colore e non arrossendo se non nelle fornaci e bruciate sono pestate in polvere

Questo è il minio secondario noto alquanto a pochi, molto al di sotto di quelle sabbie naturali

[120] Con questo dunque il minio si falsifica nelle botteghe degli appaltatori, e più a basso costo di quello sirico

Spiegheremo a suo luogo in che modo si ottenga il sirico; che il minio poi sia mescolato al sirico lo dimostra il calcolo del risparmio

Anche in un altro modo è favorevole al furto di quelli che dipingono, che lavano ripetutamente i pennelli pieni

[121] Per l'autentico dev'esserci la lucentezza della bacca, invece lo splendore di quello secondario sulle pareti avverte la ruggine

Sebbene questo sia una certa ruggine del metallo

Per le miniere di minio di Sisapo una propria vena di sabbia senza argento

Si cuoce al modo dell'oro; si prova con l'oro rovente, infatti falsificato annerisce, l'autentico trattiene il colore

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