Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 231-267

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafo 231-267

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafo 231-267

[231] caprae sebo in pulte alicacia et phthisim et tussim sanari vel recenti cum mulso liquefacto ita, ut uncia in cyathum addatur rutaeque ramo permisceatur, non pauci tradunt

rupicaprae sebi cyatho et lactis pari mensura deploratum phthisicum convaluisse certus auctor adfirmat

sunt qui et suum fimi cinerem profuisse scripserint in passo et cervi pulmonem, maxime subulonis, siccatum fumo tritumque in vino
[231] Molti tramandano che sia la tosse sia la tisi vengono guarite col sebo di capra nella poltiglia di spelta o con vino mielato liquido così, che sia aggiunta un'oncia in un bicchiere e sia mescolato con un ramo di ruta

Un autore affidabile afferma che un tisico spacciato era guarito con un bicchiere di sebo di camoscio e con pari dose di latte

Ci sono quelli che hanno scritto che anche la cenere del letame dei maiali giovava nel vino passito e il polmone del cervo, soprattutto di quello giovane, seccato col fumo e tritato nel vino
[232] Hydropicis auxiliatur urina e vesica apri paulatim data in potu, efficacius quae inaruerit cum vesica sua, fimi taurini maxime, sed et bubuli, de armentivis loquor, quod bolbiton vocant, cinis coclearium III in mulsi hemina, bovis feminae in mulieribus, ex altero sexu in viris, quod veluti mysterium occultarunt Magi, fimum vituli maculi inlitum, fimi vitulini cinis cum semine staphylini aequa portione ex vino, sanguis caprinus cum medulla

efficaciorem putant hirci, utique si lentisco pascatur
[232] Aiutano gli idropici l'urina e la vescica del cinghiale data poco a poco in bevanda, più efficace quella che si è asciugata con la sua vescica, soprattutto di sterco di toro, ma anche di bue, parlo di mandrie, che chiamano bollito, la cenere di 3 cucchiai in un'emina di vino mielato, della femmina del bue per le donne, dell'altro sesso per gli uomini, cosa che i maghi nascosero come un segreto, lo sterco del vitello maschio spalmato, la cenere dello sterco del vitello col seme dello stafilino in uguale porzione col vino, il sangue di capra col midollo

Ritengono più efficace quello del caprone, specie se sia nutrito col lentisco
[233] Igni sacro ursinus adips inlinitur, maxime qui est ad renes, vitulinum fimum recens vel bubulum, caseus caprinus siccus cum porro, ramenta pellis cervinae delecta pumice ex aceto trita; rubori prurigine equi spuma aut ungulae cinis; eruptionibus pituitae asinini fimi cinis cum butyro; papulis nigris caseus caprinus siccus ex melle et aceto in balneis, oleo remoto; pusulis suilli fimi cinis aqua inlitus vel cornus cervini cinis, [234] luxatis recens fimum aprunum vel suillum, item vitulinum, verris spuma recens cum aceto, fimum caprinum cum melle, bubula caro inposita; ad tumores fimum suillum sub testo calefactum tritumque cum oleo

duritias corporum omnes mollit optime adips e lupis inlitus
[233] Per l'erpes si spalma il grasso d'orso, soprattutto quello che c'è presso i reni, sterco fresco di vitello o di bue, cacio di capra secco col porro, raschiature di pelle di cervo ottenute con la pomice tritata con l'aceto; la bava del cavallo o la cenere dello zoccolo col prurito arrossato; la cenere dello sterco di asino col burro per le eruzioni del catarro; cacio di capra secco con miele e aceto durante i bagni per le pustole nere, eliminato l'olio; la cenere dello sterco di suino spalmata con acqua o la cenere del corno di cervo per le pustole, [234] Per le lussazioni lo sterco fresco di cinghiale o suino, anche di vitello, bava fresca di cinghiale con aceto, sterco di capra con miele, carne di bue applicata; per i tumori sterco suino scaldato sotto un recipiente e tritato con olio

Il grasso di lupo spalmato ammorbidisce ottimamente tutti gli indurimenti dei corpi

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 30-34
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 30-34

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 30-34

in iis, quae rumpere opus sit, plurimum proficit fimum bubulum in cinere calefactum aut caprinum in vino vel aceto decoctum; in furunculis sebum bubulum cum sale aut, si dolores sint, cum oleo liquefactum sine sale, simili modo caprinum; [235] in ambustis ursinus adips cum lilii radicibus, aprunum aut suillum fimum inveteratum, saetarum ex his e penicillis tectoriis cinis cum adipe tritus, tali bubuli cinis cum cera et medulla cervina, fel tauri, fimum leporis et caprarum fimum

sine cicatrice sanare dicitur glutinum

[236] praestantissimum fit ex auribus taurorum et genitalibus, nec quicquam efficacius prodest ambustis, sed adulteratur nihil aeque, quibusvis pellibus inveteratis calciamentisque etiam decoctis

Rhodiacum fidelissimum, eoque pictores et medici utuntur; id quoque quo candidius, eo probatius; nigrum et lignosum damnatur
Su quelli, che sia necessario operare, serve moltissimo lo sterco di bue riscaldato sulla cenere o di capra cotto nel vino o nell'aceto; sui foruncoli il sebo bovino col sale o, se ci siano dolori, sciolto con olio senza sale, nello stesso modo quello di capra; [235] sulle ustioni grasso d'orso con radici di giglio, o sterco invecchiato di cinghiale o suino, la cenere delle setole di questi (prese) dai pennelli dei pittori tritata col grasso, la cenere del tallone del bue con la cera e il midollo di cervo, il fiele del toro, lo sterco della lepre e lo sterco delle capre

Si dice che il glutine curi senza cicatrice

[236] La più adatta si ottiene dalle orecchie dei tori e dai genitali, né altra cosa giova più efficacemente alle ustioni, ma nulla si modifica ugualmente, con qualunque pelle cucinata invecchiata e anche di calzature

La più resistente quello di Rodi, e perciò la usano pittori e medici; questa inoltre quanto più candida, tanto più valida; è disapprovata quella nera e legnosa
[237] Nervorum doloribus fimum caprinum decoctum in aceto cum melle utilissimum putant vel putrescente nervo

spasmata et percussu vitiata fimo apruno curant vere collecto et arefacto; sic et quadrigas agentes tractos rotave vulneratos et quoquo modo sanguine contuso, vel si recens inlinatur

[238] sunt qui incoxisse aceto utilius putent

quin et in potu farinam eam ruptis convulsisque, eversis ex aceto salutarem promittunt

reverentiores cinerem eius ex aqua bibunt, feruntque et Neronem principem hac potione recreari solitum, cum sic quoque se trigario adprobare vellet

proximam suillo fimo vim putant
[237] Ritengono utilissimo per i dolori dei nervi lo sterco di capra cotto in aceto col miele anche per il nervo che marcisce

Curano gli spasmi e i mali da percossa con sterco di cinghiale raccolto a primavera e seccato; così anche i guidatori di quadrighe trascinati o feriti dalla ruota e anche con sangue rappreso, se è spalmato fresco

[238] Ci sono quelli che ritengono aver cucinato più efficacemente con l'aceto

Anzi considerano questa polvere in bevanda salutare con l'aceto per i fratturati e gli slogati, quelli caduti

Quelli più scrupolosi bevono la sua cenere con l'acqua, e dicono che anche il principe Nerone era solito essere ristorato con questa bevanda, quando voleva così piacere anche all'auriga

Ritengono simile la capacità con lo sterco suino

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 67-95
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 36, Paragrafi 67-95

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 36, Paragrafi 67-95

[239] Sanguinem sistit coagulum cervinum ex aceto, item leporis, huius quidem et pilorum cinis, item e fimo asini cinis inlitus, efficacior vis e maribus aceto admixto et in lana ad omne profluvium inposito, similiter ex equino, capitis et feminum aut fimi vitulorum cinis inlitus ex aceto, item caprini cornus vel fimi ex aceto

[240] hircini vero iocineris dissecti sanies efficacior, et cinis utriusque ex vino potus vel naribus ex aceto inlitus, hircini quoque utris, vinarii dumtaxat, cinis cum pari pondere resinae, quo genere sistitur sanguis et vulnus glutinatur

haedinum quoque coagulum ex aceto et feminum eius combustorum cinis similiter pollere traduntur
[239] Il caglio di cervo frena il sangue con l'aceto, anche quello di lepre, di questa pure la cenere dei peli, anche la cenere di sterco d'asino spalmata, più efficace la virtù (di quella) dei maschi con aceto mescolato e messa su lana per ogni perdita, ugualmente con quella equina, la cenere della testa e delle cosce o dello sterco dei vitelli spalmata con l'aceto, anche di corno di capra o di sterco con aceto

[240] Invece più efficace l'umore del fegato di caprone spezzettato, e la cenere di entrambi bevuta col vino o spalmata sulle narici con l'aceto, anche di un otre di caprone, purché di vino, la cenere con pari peso di resina, nel cui modo si ferma il sangue e si rimargina una ferita

Anche il caglio di capretto con aceto e la cenere delle sue cosce bruciate sono tramandate giovare ugualmente
[241] Ulcera sanat in tibiis cruribusque ursinus adips admixta rubrica; quae vero serpant, fel aprunum cum resina et cerussa, maxillarum apri vel suum cinis, fimum suum inlitum siccum, item caprinum ex aceto subactum et subfervefactum

cetera purgantur et explentur butyro, cornus cervini cinere vel medulla cervi, felle taurino cum cyprino oleo aut irino

fimum recens suum vel inveterati farina inlinuntur vulneribus ferro factis

phagedaenis et fistulis inmittitur fel tauri cum suco porri aut lacte mulierum vel sanguis aridus cum cotyledone herba

[242] carcinomata curat coagulum leporis cum pari pondere capparis adspersum vino, gangraenas ursinum fel pinna inlitum, asini ungularum cinis ea quae serpunt ulcera inspersus
[241] Il grasso d'orso cura le piaghe sulle gambe e sulle cosce con ocra mescolata; invece il fiele di cinghiale con resina e biacca quelle che serpeggiano, o la cenere delle mascelle di cinghiale o dei suini, lo sterco dei maiali spalmato secco, anche di capra applicato con aceto e scaldato

Le altre sono pulite e sono spalmate con burro, con cenere di corno di cervo e midollo di cervo, con fiele di toro con olio di Cipro o di iris

Sterco fresco di maiali o polvere di quello secco sono spalmati per le ferite fatte col ferro

Il fiele di toro è applicato per le fagedene e le fistole col succo del porro o con il latte delle donne o il sangue secco con l'erba cotiledone

[242] Il caglio delle lepre cosparso col vino con uguale dose di capperi cura i carcinomi, il fiele di orso spalmato con una piuma le cancrene, la cenere degli zoccoli dell'asino cosparsa quelle piaghe che serpeggiano

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 99-109
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 99-109

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 99-109

sanguis equi adrodit carnes septica vi, item fimi equini inveterati favilla; ea vero, quae phagedaenas vocant in ulcu genere, corii bubuli cinis cum melle

caro vituli recentia vulnera non patitur intumescere, fimum bubulum cum melle

[243] fimi vitulini cinis sordida ulcera et quae cacoëthe vocant et lacte mulieris sanant; recentes plagas ferro inlatas glutinum taurinum liquefactum, tertio die solutum

caseus caprinus siccus ex aceto ac melle purgat ulcera; quae vero serpant, cohibet sebum cum cera, idem addita pice ac sulpure percurat

similiter proficit ad cacoëthe haedi feminum cinis e lacte mulieris, et adversus carbunculos suis feminae cerebrum tostum inlitumque
Il sangue del cavallo corrode le carni per la capacità settica, anche la scintilla dello sterco invecchiato di cavallo; invece la cenere del cuoio bovino col miele, nel genere ulceroso quelle, che chiamano fagedene

La carne di vitello, lo sterco bovino col miele non permette che le ferite recenti si gonfino

[243] La cenere dello sterco del vitello con latte di donna le piaghe spregevoli e quelle che chiamano maligne; il glutine liquefatto dei tori le piaghe recenti fatte col ferro, tolto nel terzo giorno

Il formaggio di capra secco con aceto e miele pulisce le piaghe; invece quelle che serpeggiano, il sebo con la cera le frena, guarisce anche con pece aggiunta e zolfo

Serve ugualmente per quelle maligne la cenere delle cosce di capretto con latte di donna, e contro i carbonchioli il cervello della scrofa tostato e spalmato
[244] Scabiem hominis asininae medullae maxime abolent et urina eiusdem cum suo luto inlita, butyrum etiam, quod in iumentis proficit cum resina calida, glutinum taurinum in aceto liquefactum addita calce, fel caprinum cum aluminis cinere; bovas fimum bubulum, unde et nomen traxere

canum scabies sanatur bubulo sanguine recenti iterumque, cum inarescat, inlito et postero die abluto cinere lixivo

[245] Spinae et similia corpori extrahuntur felis excrementis, item caprae ex vino, coagulo quocumque, sed maxime leporis, cum turis polline et oleo aut cum visci pari pondere aut cum propoli

Cicatrices nigras sebum asininum reducit ad colorem, fel vituli extenuat calefactum

medici adiciunt murram et mel et crocum aereaque pyxide condunt; aliqui et florem aeris admiscent
[244] Soprattutto i midolli di asino eliminano la scabbia dell'uomo e l'urina dello stesso spalmata con il suo fango, anche il burro, che con resina calda giova per il bestiame, il glutine di toro liquefatto in aceto con calce aggiunta, il fiele di capra con cenere di allume; lo sterco bovino le rosolie da cui hanno preso anche il nome

La scabbia dei cani si cura con sangue fresco bovino e di nuovo, quando si asciuga, con cenere di lisciva sciolta e spalmata il giorno dopo

[245] Le spine e cose simili sono estratte dal corpo con gli escrementi di gatto, anche di capra col vino, con qualsiasi caglio, ma soprattutto di lepre, con polvere d'incenso ed olio o col vischio in pari dose o con propoli

Il sebo d'asino riporta le cicatrici nere al colore, il fiele di vitello scaldato riduce

I medici aggiungono mirra e miele e zafferano e lo conservano in un vaso di rame; alcuni mescolano anche il fior di rame

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 08, Paragrafi 193 - 201

[246] Mulierum purgationes adiuvat fel tauri in lana sucida adpositum, Olympias Thebana addit oesypum et nitrum, cornus cervini cinis potus, item vulva laborantes inlitus quoque et fel taurinum cum opio adpositum obolis binis

vulvas et pilo cervino suffire prodest

tradunt cervas, cum senserint se gravidas, lapillum devorare, quem in excrementis repertum aut in vulva, nam et ibi invenitur, custodire partus adalligatum

[247] inveniuntur et ossicula in corde et in vulva perquam utilia gravidis parturientibusque

nam de pumice, qui in vaccarum utero simili modo invenitur, diximus in natura boum

lupi adips inlitus vulvas mollit, dolores earum iocur, carnes vero lupi edisse parituris prodest aut si incipientibus parturire sit iuxta qui ederit, adeo ut etiam contra inlatas noxias valeat
[246] Il fiele del toro agevola i cicli delle donne messo in una lana grassa, Olimpiade di Tebe aggiunge esipo e salnitro, la cenere del corno di cervo bevuta, anche l'organo femminile ed anche il fiele di toro spalmato sulle pazienti e messo con oppio in due oboli

Giova suffumicare gli organi femminili anche con pelo di cervo

Tramandano che le cerve, quando si siano sentite gravide, mangiano una pietruzza, che trovata negli escrementi o nell'organo femminile, infatti anche qui è trovato, legata addosso tutela i parti

[247] Sono trovati anche ossicini nel cuore e nell'organo femminile alquanto utili alle donne incinte e alle partorienti

Infatti circa la pomice, che si trova allo stesso modo nell'utero delle vacche, abbiamo parlato nella caratteristica dei buoi

Il grasso del lupo spalmato addolcisce gli organi femminili, il fegato i loro dolori, a quelle che stanno per partorire invece giova aver mangiato carni di lupo o se a quelle che cominciano a partorire sia vicino chi le abbia mangiate, tanto che serve anche contro i mali ricevuti

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