Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 99-109

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 99-109

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 99-109
[99] continere partus promittuntur; venerem stimulare genitalia ad sexus suos in melle sumpta, etiamsi viri mulierum coitus oderint; quin immo totius domus concordiam eodem genitali et articulo spinae cum adhaerente corio adservatis constare [99] sono assicurati verificarsi i parti; che le parti genitali prese secondo il proprio sesso col miele stimolano la passione, anche se gli uomini abbiano rifiutato gli accoppiamenti delle donne; che inoltre perdura l'armonia di tutta la casa con la parte genitale e l'articolazione della spina dorsale conservate con la pelle che aderisce
hinc spinae articulum scite nodum Atlantion vocant; est autem primus Di qui chiamano adeguatamente nodo atlantico l'articolazione della spina dorsale; è inoltre la prima
in comitialium quoque remediis habent eum La tengono anche per i rimedi nell'epilessia

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 01-25
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 30, Paragrafi 01-25

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 30, Paragrafi 01-25

adipe accenso serpentes fugari dicunt Col grasso bruciato dicono che siano cacciati i serpenti
[100] maxilla comminuta in aneso et in cibo sumpta horrores sedari; eodem suffitu mulierum menses evocari [100] Che le mascelle frantumate nell'anice e prese col cibo calmano i brividi; che con lo stesso suffumigio sono provocati i cicli delle donne

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 91-100

tantumque est vanitatis, ut, si ad bracchium alligetur superior e dextra parte rostri dens, iaculantium ictus deerraturos negent E c'è tanta superstizione, che, se si lega al braccio il dente superiore della parte destra del muso, dicono che i colpi di quelli che li scagliano falliranno
palato eiusdem arefacto et cum alumine Aegyptio calefacto ac ter in ore permuato faetores et ulcera oris emendari, eos vero, qui linguam in calciamento sub pede habeant, non latrari a canibus; [101] sinistra parte cerebri naribus inlita morbos perniciosos mitigari sive hominum sive quadripedum; frontis corium fascinationibus resistere, cervicis carnes, sive emandantur sive arefactae bibantur, lumborum doloribus; nervis a dorso armisque suffiendos nervorum dolores; pilos rostri admotos mulierum labris amatorium esse; iocur in potu datum torminibus et calculis mederi Che col palato bruciato della stessa e con allume egiziano riscaldato rigirato tre volte in bocca sono eliminati i cattivi odori e le ulcere della bocca, invece che quelli, che hanno la lingua nel calzare sotto il piede, non ricevono i latrati dai cani; [101] che con la parte sinistra del cervello spalmata sulle narici sono attenuati i mali pericolosi sia degli uomini sia dei quadrupedi; che la pelle della fronte si oppone agli incantesimi, le carni del collo, sia che siano mangiate sia che siano bevute bruciate, ai dolori del lombi; che i dolori dei nervi devono essere suffumigati con i nervi del dorso e con le spalle; che i peli del muso accostati alle labbra delle donne siano un filtro amoroso; che il fegato dato in bevanda cura coliche e calcoli

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 06, Paragrafi 01-14
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 06, Paragrafi 01-14

[102] nam cor in cibo potuve sumptum omnibus doloribus corporum auxiliari, lienem lienibus, omentum ulcerum inflammationibus cum oleo, medullas doloribus spinae et nervorum lassitudini; renium nervos potos in vino cum ture fecunditatem restituere ademptam veneficio; vulvam cum mali Punici dulcis cortice in potu datam prodesse mulierum vulvae; adipe a lumbis suffiri parientes difficulter et statim parere; e dorso medullam adalligatam contra vanas species opitulari, [103] lippientibus, ruptis, et contra inflammationes adversos pedes tactu, laevos dexteris spasticis genitale e maribus suffitu, item partibus, dexteros laevis; sinistrum pedeum superlatum parturienti letalem esse, dextro inlato facile eniti [102] Infatti che il cuore preso nel cibo o in bevanda aiuta tutti i dolori dei corpi, che la milza per le milze, l'omento con l'olio per le infiammazioni delle ulcere, i midolli per i dolori della spina dorsale e la spossatezza dei nervi; che i nervi dei reni bevuti nel vino con l'incenso ridanno la fertilità tolta con un incantesimo; che l'organo femminile dato in bevanda con scorza di melagrana dolce giova all'organo delle donne; che col grasso dei lombi sono suffumigate le partorienti e che subito partoriscono; che il midollo del dorso legato addosso aiuta contro le visioni, [103] Per i cisposi, i fratturati, gli spastici con un suffumigio col genitale del maschi e contro le infiammazioni col toccare i piedi al contrario, per le parti destre i (piedi) sinistri, anche per i parti, per le parti sinistre i destri; che il piede sinistro messo sopra la partoriente è letale, col destro poggiato si partorisce facilmente
membranam, quae fel continuerit, cardiacis potem in vino vel in cibo sumptam contra succurrere; vesicam in vino potam contra urinae incontinentiam; quae autem in vesica inventa sit urina, [104] additis oleo ac sesamis et melle haustam prodesse stomachi acrimoniae veteri Che la membrana, che abbia contenuto il fiele, per i cardiaci bevuta nel vino o presa col cibo aiuta contro; la vescica bevuta nel vino contro l'incontinenza dell'urina; l'urina che sia stata trovata nella vescica, [104] che quella bevuta con olio di sesamo e miele aggiunti giova all'acidità cronica dello stomaco

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 01-13

costarum primam et octavam suffitu ruptis salutarem esse; ex spina vero parturientibus ossa; sanguinem cum polenta sumptum torminibus; eodem tactis postibus ubicumque Magorum infestari artes, non elici deos nec conloqui, sive lucernis sive pelvi sive aqua sive pila sive quo alio genere temptetur; carnes si edantur, contra rabidi canis morsus efficaces esse, etiamnum iocur efficacius Che la prima e l'ottava costola sono dalutari in suffumigio per le fratture; invece le ossa dalla spina dorsale per le partorienti; il sangue preso con la polenta per le coliche; che toccati gli stipiti con lo stesso, dovunque siano diffuse le arti dei maghi, non succede che gli dei siano evocati né comunicano, sia con le lucerne sia col catino sia con l'acqua sia con la palla sia in qualche altro modo; se sono mangiate le carni, essere efficaci contro i morsi del cane rabbioso, sebbene il fegato più efficacemente

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