Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 03-78, pag 3

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 03-78

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 26, Paragrafi 03-78

Pleuriticis et peripneumonicis centarium maius, item hysopum bibitur, pleuriticis peucedani sucus

[42] alus autem, quam Galli sic vocant, Veneti cotoneam, medetur lateri, item renibus convolsisque et ruptis

similis est cunilae bubulae, cacuminibus thymo, dulcis et sitim sedans, radicis alibi albae, alibi nigrae

eosdem effectus in lateris doloribus habet chamaerops myrteis circa caules geminos foliis, capitibus Graeculae rosae, ex vino pota

Ischiadicos dolores et spinae levat agaricum potum ut in tussi, item stoechadis aut Vettonicae farina ex aqua mulsa

[43] Huic plurimum tamen homini negotii alvus exhibet, cuius causa maior pars mortalium vivit

Alias enim cibos non transmittit, continet, alias non capit, alias non conficit, eoque mores venere, ut homo maxime cibo pereat

pessimum corporum vas instat ut creditor et saepius die appellat
Dai pleuritici e dagli asmatici è bevuto il centaurio maggiore, anche l'isopo, per i pleuritici il succo del peucedano

[42] Anche l'alus, che i Galli chiamano così, i Veneti cotonea, cura il fianco, anche i reni e le slogature e le fratture

E' simile alla cunila bovina, al timo nelle cime, dolce e che calma la sete, ora di radice bianca, ora nera

Gli stesse effetti per i dolori del fianco ha la chamerops con le foglie del mirto intorno a gambi doppi, con le cime della rosellina greca, bevuta col vino

L'agarico bevuto come per la tosse toglie i dolori sciatici e della spina dorsale, anche la farina di stoechas o di vettonica con acqua mielata

[43] Tuttavia moltissima preoccupazione reca a quest'uomo il ventre, a causa del quale la maggior poarte degli uomini vive

Infatti talora non fa passare i cibi, trattiene, talora non contiene, talora non digerisce, a tanto giunsero le abitudini, che l'uomo muore soprattutto per il cibo

Il contenitore più vile dei corpi incombe come un creditore e chiama piu volte al giorno
huius gratia praecipue avaritia expetit, alias non luxuria condit, huic navigatur ad Phasim, huic profundi vada exquiruntur; et nemo vilitatem eius aestimat consummationis foeditate

ergo numerosissima est circa hanc medicinae opera

[44] Sistit eam scordotis recens drachma cum vino trita vel decocta potu, Polemonia, quae et dysintericis ex vino datur, verbasci radix pota ex aqua II digitorum magnitudine, nymphaeae Heracliae semen cum vino potum, radix superior e xiphio drachmae pondere ex aceto, semen plantaginis in vino tritum vel ipsa ex aceto cocta aut alica ex suco eius sumpta, item cum lenticula cocta vel aridae farina inspersa potioni cum papavere tosto et trito vel sucus infusus aut potus, Vettonica in vino ferro calefacto

eadem coeliacis in vino austero datur; his et Hiberis inponitur uti dictum est
A causa di questo soprattutto l'avarizia desidera, per lui tuttavia la maggior parte, talora la lussuria non si mostra, per esso si naviga fino a Fasi, per esso si cercano i passaggi del mare profondo; e nessuno considera la sua bassezza dalla porcheria di ciò che rimane

Dunque vastissima è l'opera della medicina intorno a questo

[44] Lo ferma una dracma fresca di scordote tritata col vino o decotta in bevanda, la polemonia, che è data anche ai dissenterici col vino, la radice del verbasco bevuta con l'acqua nella quantità di 2 dita, il seme della ninfea eraclia bevuto col vino, la radice superiore del sifio nella dose di una dracma con l'aceto, il seme della piantaggine tritato nel vino o la stessa cotta con aceto o l'alica presa col suo succo, anche cotta con la lenticchia o la farina di quella secca sparsa nella bevanda con papavero tostato e tritato o il succo infuso o bevuto, la vettonica nel vino scaldato col ferro

La stessa è data nel vino forte ai celiaci; a costoro si applica anche l'iberica come è stato detto
[45] Tenesmo radix nymphaeae Heracliae e vino bibitur, psyllium in aqua, acori radicis decoctum

aixoi sucus alvum sistit et dysinterias et taenias rotundas pellit

symphyti radix pota in vino alvum et dysinteriam sistit, item dauci

aixoum foliis contritis ex vino torminibus resistit, alcimae siccae farina torminibus pota cum vino

[46] Astragalus folia habet longa, incisuris multis obliquis, circa radicem caules III aut IIII, foliorum plenos, florem hyacinthi, radices villosas, inplicatas, rubras, praeduras

nascitur in petrosis, apricis et isdem nivalibus, sicut in Pheneo Arcadiae

vis ei ad spissanda corpora

alvum sistit radix in vino pota, quo fit ut moveat urinam repercusso liquore, sicut pleraque quae alvum sistunt

sanat et dysintericos in vino rubro tusa; difficile autem tunditur
[45] Per il tenesmo si beve la radice della ninfea eraclia col vino, lo psillio nell'acqua, il decotto della radice di acoro

Il succo del sempreverde ferma l'intestino ed elimina le dissenterie e le tenie rotonde

La radice del sinfio bevuta nel vino ferma l'intestino e la dissenteria, così del dauco

Il sempreverde con le foglie pestate col vino si oppone alle coliche, la farina di alcima secca bevuta col vino alle coliche

[46] L'astragalo ha foglie lunghe, con molte incisioni oblique, 3 o 4 gambi intorno alla radice, pieni di foglie, il fiore del giacinto, le radici pelose, intricate, rosse, molto dure

Nasce in luoghi petrosi, soleggiati e negli stessi innevati, come a Feneo dell'Arcadia

Per esso la capacità di rassodare i corpi

La radice bevuta nel vino ferma l'intestino, per cui accade che smuova l'urina col liquido spinto, come la maggior parte (delle sostanze) che fermano l'intestino

Cura anche i dissenterici pestata nel vino rosso; però difficilmente viene pestata

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 68-70
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 68-70

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 68-70

eadem gingivarum suppurationi utilissima est fotu

colligitur exitu autumni, cum folia amisit; siccatur in umbra

[47] Et ladano sistitur alvus utroque, quod in segetibus nascitur contuso et cribrato

bibitur ex aqua mulsa, item nobili e vino

ledon appellatur herba, ex qua fit in Cypro barbis caprarum adhaerescens

nobilius in Arabia fit, iam et in Syria atque Africa quod toxicum vocant; nervos enim in arcu circumdatos lanis trahunt adhaerescente roscida lanugine

plura de eo diximus inter unguenta

hoc gravissimum odore est durissimumque tactu

[48] plurimum enim terrae colligit, cum probetur maxime purum, odoratum, molle, viride, resinosum

natura ei molliendi, siccandi, concoquendi, somnum adliciendi
La stessa è utilissima in fomento per la suppurazione delle gengive

Si raccoglie alla fine dell'autunno, quando perde le foglie; viene seccata all'ombra

[47] Anche da entrambi i laudani è fermato l'intestino, questo nasce fra le spighe dopo che è stato pestato e setacciato

Si beve con acqua mielata, anche con vino buono

E' chiamata ledon l'erba, da cui a Cipro si ricava che aderisce alle barbe delle capre

Si ricava più egregiamente in Arabia, ormai anche in Siria e Africa quello che chiamano tossico; infatti tirano le corde sull'arco circondate da lane con una lanugide umida che aderisce

Su questo abbiamo detto molte cose fra gli unguenti

Questo è molto forte nell'odore e molto duro al tatto

[48] Infatti raccoglie moltissimo terreno, pmentre si apprezza soprattutto puro, profumato, soffice, verde, resinoso

Per esso la proprietà di ammorbidire, seccare, macerare, conciliare il sonno
capillum fluentem cohibet nigritiamque custodit, auribus cum hydromelite aut rosaceo infunditur, furfures cutis et manantia ulcera sale addito sanat, tussim veterem cum styrace sumptum, efficacissimum ad ructus

[49] Alvum sistit et chondris sive pseudodictamnum

Hypocisthis, orobethron quibusdam dicta, malo granato inmaturo similis, nascitur, ut diximus, sub cistho, unde nomen

haec arefacta in umbra sistit alvum, ex vino nigro austero utraque

duo enim genera eius, candida et rufa

usus in suco: spissat, secat

et rufa magis stomachi rheumatismos emendat pota III obolis, sanguinis excreationes cum amylo, dysinterias pota et infusa, item verbenaca ex aqua data aut carentibus febri ex vino Ammineo, cochlearibus V additis in cyathos III vini
Blocca il capello che cade e conserva il colore nero, viene infuso nelle orecchie con idromele o olio di rosa, cura le forfore della pelle e le ulcere purulente con sale aggiunto, preso con lo stirace la tosse cronica, molto efficace per i rutti

[49] Ferma l'intestino anche il chondris o pseudodittamo

L'ippocisti, detto da alcuni orobethron, simile alla mela granata acerba, nasce, come abbiamo detto, sotto il cisti, da cui il nome

Questi seccati entrambi all'ombra fermano l'intestino, con vino nero forte

Infatti due i suoi generi, bianco e rosso

L'uso nel succo: astringe, secca

E il rosso elimina maggiormente i reumi dello stomaco bevuto in 3 oboli, con l'amido le emissioni di sangue, bevuto e infuso le dissenterie, anche la verbena data con acqua o con vino ammineo a quelli senza febbre, con 5 cucchiai aggiunti in 3 bicchieri di vino

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 19-65
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 19-65

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 34, Paragrafi 19-65

[50] Laver quoque, nascens in rivis, condita et cocta torminibus medetur, potamogiton vero ex vino dysintericis etiam et coeliacis, similis betae foliis, minor tantum hirsutiorque, paulum semper eminens extra aquam

usus in foliis: refrigerant, spissant, peculiariter cruribus vitiosis utilia et contra ulcerum nomas cum melle vel aceto

[51] Castor hanc aliter noverat, tenui folio velut equinis saetis, thyrso longo et levi, in aquosis nascentem

radice sanabat strumas et duritias

potamogiton adversatur crocodilis; itaque secum habent eam qui venantur

alvum sistit et Achillea

eosdem effectus praestat et statice, VII caulibus veluti rosae capita sustinens

[52] Ceratio uno folio, radice nodosa et magna, in cibo coeliacis et dysintericis medetur
[50] Anche l'erba laver, che nasce sulle rive, condita e cotta cura le coliche, invece il potamogitone col vino i dissenterici ed anche i celiaci, simile alla bietola nelle foglie, solo più piccolo e più peloso, che spunta sempre un poco oltre l'acqua

L'uso nelle foglie: rinfrescano, astringono, particolarmente utili per le gambe malate e contro le corrosioni delle ulcere con miele e aceto

[51] Castore lo conosceva diversamente, con la foglia sottile come crini equini, con stelo lungo e liscio, che nasce in luoghi acquosi

Con la radice guariva le scrofole e gli indurimenti

Il potamogitone si oppone ai coccodrilli; perciò la tengono con sè quelli che cacciano

Ferma l'intestino anche l'achillea

Presenta gli stessi effetti anche con la statice, sostenendo cime di rosa con 7 gambi

[52] La ceratia con una sola foglia, la radice nodosa e grande, cura nel cibo celiaci e dissenterici
leontopodion alii leuceoron, alii doripetron, alii thorybethron vocant, cuius radix alvum sistit purgatque bilem, in aquam mulsam addito pondere denariorum II

nascitur in campestri et gracili solo

semen eius potum lymphatica somnia facere dicitur

[53] lagopus sistit alvum e vino pota aut in febri ex aqua

eadem inguini adalligatur in tumore

nascitur in segetibus

multi super omnia laudant ad deploratos dysintericos quinquefolium decoctis in lacte radicibus potis et aristolochiam victoriati pondere in cyathis vini III

quae ex supra dictis calida sumentur, haec candente ferro temperari aptius erit

[54] E diverso purgat alvum sucus centaurii minoris drachma in hemina aquae cum exiguo salis et aceti bilemque detrahit, maiore tormina discutiuntur
Alcuni chiamano il leontopodio leuceoron, altri doripetron, altri thorybethron, la cui radice ferma l'intestino e purifica la bile, con la dose di due denari aggiunta in acqua mielata

Nasce nel suolo campestre e magro

Il suo seme bevuto si dice provocare sogni deliranti

[53] Il lagopodo ferma l'intestino bevuto col vino o con l'acqua nella febbre

Lo stesso è legato all'inguine nel tumore

Nasce fra le messi

Molti lodano sopra tutte le cose il cinquefoglie per i dissenterici incurabili per le radici bevute decotte nel latte e l'aristolochia con la dose di un'oncia in 3 bicchieri di vino

Quelle fra le dette sopra che si prendono calde, sarà più conveniente che queste siano riscaldate col ferro rovente

[54] Al contrario purifica l'intestino il succo con una dracma di centaurea minore in un'emina di acqua con un poco di sale e aceto ed estrae la bile, con la maggiore si eliminano le coliche

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 72-80
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 13, Paragrafi 72-80

Vettonica alvum solvit drachmis III in hydromelitis cyathis VIIII, item Euphorbeum vel agaricum drachmis cum sale modico potum ex aqua aut in mulso obolis III

solvit et cyclaminos ex aqua pota aut balanis subditis, item chamaecissi balanus

hysopi manipulus decoctus ad tertias cum sale et pituitas trahit vel tritus cum oxymelite et sale pellitque ventris animalia

pituitam et bilem detrahit peucedani radix

[55] Alvum purgant anagallides ex aqua mulsa, item epithymum, qui est flos e thymo satureiae simili

differentia, quod hic herbaceus est, alterius thymi albus; quidam hippopheon vocant

stomacho minus utilis vomitiones movet, sed tormina et inflationes discutit

sumitur et ecligmate ad pectoris vitia cum melle et aliquando iride

[56] alvum solvit a IIII drachmis ad VI cum melle et exiguo salis atque aceti
La vettonica rilassa l'intestino con 3 dracme in 9 bicchieri di idromele, anche l'euforbia o l'agarico in dracme con poco sale bevuto con l'acqua o con 3 oboli nel vino mielato

Rilassa anche il ciclamino bevuto in acqua o con supposte introdotte, anche la supposta di chamaecisso

Un pugno d'isopo bollito fino ad un terzo con sale toglie anche i muchi o tritato con ossimele e sale e caccia i parassiti del ventre

La radice del peucedano estrae il muco e la bile

[55] Le anagallidi purificano l'intestino con acqua mielata, anche l'epitimo, che è il fiore del timo simile alla saturea

La differenza, che questo è erbaceo, dell'altro timo bianco; alcuni lo chiamano ippopeo

Meno utile per lo stomaco provoca vomiti, ma elimina coliche e flatulenze

Per i mali del petto si prende anche in emulsione col miele e talvolta con l'iride

[56] Scioglie l'intestino da 4 a 6 dracme col miele e un poco di sale e di aceto
quidam aliter epithymum tradunt sine radice nasci, tenue, similitudine pallioli, rubens, siccari in umbra, bibi ex aqua acetabuli parte dimidia, detrahere pituitam bilemque alvo leniter soluta

[57] et nymphaea in vino austero solvit et pycnocomon, erucae foliis crassioribus et acrioribus, radice rotunda, lutei coloris, terram olente, caule quadriangulo, modico, tenui, flore ocimi

invenitur in saxosis

radix eius in aqua mulsa II pondere et alvum et bilem et pituitam exinanit; semen somnia tumultuosa facit una drachma in vino potum

et capnos trunca detrahit bilem

[58] Polypodi, quam nostri feliculam vocant, similis felici, radix in usu, pilosa, coloris intus herbacei, crassitudine digiti minimi, acetabulis cavernosa ceu polyporum cirri, subdulcis, in petris nascens aut sub arboribus vetustis
Alcuni tramandano diversamente che l'epitimio nasce senza radice, sottile, con la somiglianza di una mantellina, rosseggiante, che si secca all'ombra, si beve con acqua con mezza quantità di acetabolo, che estrae il muco e la bile dopo che è stato leggermente sciolto l'intestino

[57] Anche la ninfea nel vino forte scioglie e il pycnocomo, con le foglie della ruchetta più spesse e più aspre, la radice rotonda, del colore del fango, che odora di terra, col gambo quadrangolare, piccolo, sottile col fiore del basilico

Si trova nei luoghi sassosi

La sua radice in acqua mielata nella dose di 2 denari scarica sia l'intestino sia la bile sia il muco; il seme provoca sonni agitati bevuto con una dracma nel vino

Anche il capnos tagliato toglie la bile

[58] In uso la radice del polipodio, che i nostri chiamano piccola felce, simile alla felce, pelosa, dentro di colore erbaceo, con la grandezza del dito mignolo, cava con spazi come i cirri dei polipi, dolciastra, che nasce fra le pietre o sotto gli alberi vecchi

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exprimitur sucus aqua madefactae, et ipsa minute concisa inspergitur oleri vel betae vel malvae vel salsamento aut cum pulticula coquitur ad alvum vel in febri leniter solvendam

detrahit bilem et pituitam, stomachum offendit

aridae farina indita naribus polypum consumit

Florem et semen non fert

[59] Scamonium quoque dissolutione stomachi bilem detrahit, alvum solvit, praeterquam si adiciantur aloes drh II obolis eius II

est autem sucus herbae ab radice ramosae, pinguibus foliis, triangulis, albis, radice crassa, madida, nausiosa

nascitur pingui et albo solo

[60] radix circa canis ortum excavatur, ut in ipsam confluat sucus, qui sole siccatus digeritur in pastillos

siccatur et ipsa vel cortex
Si preme il succo di quella macerata con acqua, e la stessa spezzata minutamente è cosparsa sul cavolo o la bietola o la malva o la salsa o è cotta con una poltiglia per smuovere leggermente anche l'intestino nella febbre

Estrae la bile e il muco, danneggia lo stomaco

La farina di quella secca infilata nelle narici riduce il polipo

Non porta fiore e seme

[59] Anche lo scamonio toglie la bile con liberazione dello stomaco, scioglie l'intestino, eccetto se siano aggiunte 2 dracme di aloe con 2 oboli di esso

C'è poi il succo dell'erba ramosa fin dalla radice, con foglie grasse, triangolari, bianche, la radice spessa, umida, nauseante

Nasce nel suolo grasso e bianco

[60] La radice si estrae verso il sorgere della canicola, affinché confluisca nella stessa il succo, che seccato al sole è ridotto in pastiglie

Si secca anche la stessa e la corteccia

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