Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 24, Paragrafi 171-188

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 24, Paragrafi 171-188

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 24, Paragrafi 171-188

[171] Cribro in liminite abiecto herbae intus extantes decerptae adalligataeque gravidis partus adcelerant

Herba, quae gignitur super fimeta ruris, contra anginas efficacissime pollet ex aqua pota

Herba, iuxta quam canes urinam fundunt, evulsa ne ferro attingatur, luxatis celerrime medetur

[172] Rumpotinum arborem demonstravimus inter arbusta

iuxta hanc viduam vite nascitur herba, quam Galli rodarum vocant

caulem habet virgae ficulneae modo geniculatum, folia urticae in medio exalbida, eadem procedente tempore tota rubentia, florem argenteum, praecipua contra tumores fervoresque et collectiones cum axungia vetere tusa ita, ut ferro non attingatur

qui perunctus est, despuit ad suam dexteram terna

efficacius remedium esse aiunt, si tres trium nationum homines perungant dextrorsus
[171] gettato uno staccio in un sentiero le erbe che stanno dentro raccolte e legate addosso affrettano i parti alle gravide

L'erba, che è prodotta sui letamai della campagna, bevuta con l'acqua toglie molto efficacemente le angine

L'erba, vicino a cui lasciano l'urina i cani, tolta cosicché non sia toccata col ferro, cura molto velocemente le lussazioni

[172] Abbiamo citato fra gli arbusti l'albero rompotino

Vicino a questo priva di vite nasce l'erba, che i Galli chiamano rodaro

Ha il gambo nodoso al modo dello stelo del fico, le foglie dell'ortica biancastre nel centro, le stesse che passando il tempo diventano tutte rosse, il fiore argenteo, specifica contro tumori e ardori e ascessi con sugna vecchia tritata in modo, che non sia toccata dal ferro

Chi è stato unto, sputa tre volte alla sua destra

Dicono essere un rimedio più efficace, se tre uomini di tre paesi si ungono verso destra
[173] Herba impia vocatur incana, roris marini aspectu, thyrsi modo vestita atque capitata

inde alii ramuli exsurgunt sua capitula gerentes; ob id impiam appellavere, quoniam liberi super parentem excellant

alii potius ita appellatam, quoniam nullum animal eam attingat, existimavere

[174] haec inter duos lapides trita fervet praecipuo adversus anginas suco, lacte et vino admixto

mirum traditur, numquam eo morbo temptari qui gustaverint; itaque et subus dari, quaeque medicamentum id noluerint haurire, eo morbo interimi

sunt qui avium nidis inseri aliquid ex ea putent atque ita non strangulari pullos avidius devorantes

[175] Veneris pectinem appellant a similitudine pectinum, cuius radix cum malva tusa omnia corpori infixa extrahit

Veterno liberat quae exedum vocatur
[173] L'erba empia è detta canuta, con l'aspetto del rosmarino, ornata al modo del tirso e cimata

Da qui spuntano altri rami che generano i suoi capi; per questo la chiamarono empia, perché i figli superano il padre

Altri la ritennero chiamata così piuttosto, perché nessun animale la tocca

[174] Questa pestata fra due pietre ribolle con un succo specifico contro le angine, misto a latte e vino

Si tramanda una cosa strana, quelli che l'hanno gustata non essere mai toccati da questo male; pertanto essere data anche alle scrofe, quelle che non hanno voluto prendere questo medicamento, essere uccise da questo male

Ci sono quelli che ritengono che un po' di essa sia inserita nei nidi degli uccelli e che così non siano soffocati i piccoli che mangiano più avidamente

[175] Chiamano pettine di Venere dalla somiglianza dei pettini, (la pianta) la cui radice pestata con la malva estrae tutte le cose conficcate nel corpo

Quella che è detta essedo libera dalla sonnolenza
Notia herba coriariorumofficinis familiaris est aliis aliisve nominibus; efficacissimam adversus scorpionem esse potam e vino aut posca reperio

[176] Philanthropon herbam Graeci appellant astute, quoniam vestibus adhaerescat

ex hac corona inposita capitis dolores sedat



Nam quae canaria appellatur lappa, cum plantagine et milifolio trita ex vino carcinomata sanat, ternis diebus soluta

medetur et subus, effossa sine ferro, addita in colluviem poturis vel ex lacte ac vino

quidam adiciunt effodientem dicere oportere: haec est herba argemon, quam Minerva repperit subus remedium, quae de illa gustaverint

[177] Tordylon alii semen silis esse dixerunt, alii herbam per se, quam et syreon vocaverunt
L'erba nozia è conosciuta alle botteghe dei cuoiai e ad alcuni con altri nomi; trovo che sia efficacissima contro lo scorpione bevuta col vino o con acqua e aceto

[176] I Greci chiamano argutamente filantropo un'erba, perché aderisce alle vesti

Una corona di questa posta sul capo calma i dolori



Infatti quelle che è detta lappola canaria, tritata nel vino con piantagine e millefoglie cura i carcinomi, tolta ogni tre giorni

Cura anche i maiali, tolta senza ferro, aggiunta nell'intruglio a quelli che berranno o con latte e vino

Alcuni aggiungono che chi la coglie deve dire: questa è l'erba argemone, che Minerva trovò come rimedio per i maiali, che l'abbiano gustata

[177] Alcuni hanno detto che il tordilo è il seme del sile, altri un'erba di per sé, che chiamarono anche syreo

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 91-100

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 91-100

neque aliud de ea proditum invenio quam in montibus nasci, conbustam potu ciere menses et pectoris excreationes, efficaciore etiamnum radice; suco eius ternis obolis hausto renes sanari; addi radicem eius et in malagmata

[178] Gramen ipsum inter herbas vulgatissimum geniculatis serpit internodiis crebroque ab his et ex cacumine novas radices spargit

folia eius in reliquo orbe in exilitatem fastigantur, in Parnaso tantum hederacia specie densius quam usque fruticant, flore odorato candidoque

iumentis herba non alia gratior, sive viridis sive in feno siccata et, cum detur, adspersa aqua

[179] sucum quoque eius in Parnaso excipi tradunt propter ubertatem; dulcis hic est

in vicem eius in reliqua parte terrarum succedit decoctum ad vulnera conglutinanda, quod et ipsa herba tusa praestat tueturque ab inflammationibus plagas
Non trovo tramandato altro di essa che nascere sui monti, che bruciata in bevanda agevole i cicli e le secrezioni del petto, con una radice ancor più efficace; che col suo succo bevuto in tre oboli sono curati i reni; che la sua radice è aggiunta anche negli unguenti

[178] La stessa gramigna la più diffusa fra le erbe si dirama con nodose giunture e spesso da queste sparge nuove radici anche dalla cima

Le sue foglie nel restante mondo si estendono in sottigliezza, solo sul Parnaso con l'aspetto dell'edera fruttificano più densamente che mai, col fiore profumato e candido

Non altra erba più gradita ai giumenti, sia verde sia seccata nel fieno e, quando sia data, bagnata di acqua

[179] Tramandano che anche il suo succo sia estratto sul Parnaso per l'abbondanza; questo è dolce

Al suo posto nella restante parte delle terre si forma un decotto per coagulare le ferite, cosa che permette anche la stessa erba tritata e protegge le piaghe dalle infiammazioni
adicitur decocto vinum ac mel, ab aliquis et turis, piperis, murrae tertiae portiones, rursusque coquitur in aereo vase ad dentium dolores, epiphoras

[180] radix decocta in vino torminibus medetur et urinae difficultatibus ulceribusque vesicae, calculos frangit

semen vehementius urinam inpellit, alvum vomitionesque sistit

privatim autem draconum morsibus auxiliatur

sunt qui genicula VIIII vel unius vel e duabus tribusve herbis ad hunc articulorum numerum involvi lana sucida nigra iubeant ad remedia strumae panorumve

[181] ieiunum esse debere qui colligat; ita ire in domum absentis, cui medeatur, supervenientique ter dicere, ieiuno ieiunum medicamentum dare, atque ita adalligare triduoque id facere

quod e graminum genere VII internodia habet, efficacissime capiti contra dolores adalligatur
Si aggiunge al decotto vino o miele, da alcuni anche terze parti d'incenso, pepe, mirra, e viene di nuovo cotta in un vaso di rame per i dolori dei denti, le lacrimazioni

[180] La radice bollita nel vino cura le coliche e le difficoltà dell'urina e le ulcere della vescica, rompe i calcoli

Il seme spinge più fortemente l'urina, ferma l'intestino e i vomiti

Aiuta anche in particolare i morsi dei pitoni

Ci sono quelli che consigliano che 9 nodi o di una o da due o tre piante fino a questo numero di giunture siano avvolti nella lana nera umida per i rimedi della scrofola e dei tumori cutanei

[181] Chi la coglie dev'essere a digiuno; andare così a casa di quello, che cura, mentre è assente e dire tre volte a quello mentre arriva, che egli digiuno dà il medicamento a uno digiuno, e così legarlo addosso e farlo per tre giorni

Iltipo delle gramigne che ha 7 giunture, è legato molto efficacemente alla testa contro i dolori

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 86-96
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 28, Paragrafi 86-96

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 28, Paragrafi 86-96

quidam propter vesicae cruciatus decoctum ex vino gramen ad dimidias a balineis bibi iubent

[182] Sunt qui et aculeatu gramen vocent trium generum

cum in cacumine aculei sunt plurimum quini, dactylon appellant

hos convolutos naribus inserunt extrahuntque sanguinis ciendi gratia

altero, quod est aixoo simile, ad paronychia et pterygia unguium et, cum caro unguibus increvit, utuntur cum axungia, ideo dactylon appellantes, quidam digitis medeatur

[183] tertium genus dactyli, sed tenuis, nascitur in parietinis aut tegulis

huic caustica vis est

sistit ulcera, quae serpunt

gramen capiti circumdatum sanguinis e naribus fluctiones sistit

camelos necare traditur in Babylonis regione id, quod iuxta vias nascitur
Alcuni consigliano che la gramigna cotta nel vino fino alla metà sia bevuta dopo i bagni per i dolori della vescica

[182] Ci sono quelli che ritengono anche la gramigna spinosa di tre generi

Quando ci sono al massimo cinque spine sulla punta, la chiamano dattilo

Le inseriscono arrotolate nelle narici e le estraggono per l'agevolazione del sangue

Usano l'altra, che è simile alla barba di Giove, con la sugna per le paronichie e le macchie delle unghie e, quando spunta l'escrescenza alle unghie, chiamandole allora dattilo, poiché cura le dita

[183] Un terzo tipo di dattilo, ma sottile, nasce fra le rovine o le tegole

A questo è presente una forza caustica

Ferma le ulcere, che si diffondono

La gramigna messa intorno al capo ferma i flussi di sangue dalle narici

Si tramanda uccidere i cammelli nella zona di Babilonia, quella che nasce lungo le strade
[184] Nec faeno Graeco minor auctoritas, quod telin vocant, alii carphos, aliqui buceras, alii aegoceras, quoniam corniculis semen est simile, nos siliciam

quomodo sereretur, docuimus suo loco

vis eius siccare, mollire, dissolvere

sucus decocti feminarum pluribus malis subvenit, sive duritia sive tumore sive contractio sit vulvae: foventur, insidunt; infusum quoque prodest

[185] furfures in facie extenuat

spleni addito nitro decoctum et inpositum medetur, item ex aceto

sic et iocineri decoctum

Diocles difficile parientibus semen eius dedit acetabuli mensura tritum in VIIII cyathis sapae, ut tertias partes biberent, dein calida lavarentur, et in balineo sudantibus dimidium ex relicto iterum dedit, mox a balineo relicum, pro summo auxilio
[184] Non minore prestigio per il fieno greco, che chiamano teli, altri carpo, alcuni bucera, altri egocera, perché il seme è simile ai cornetti, noi silicia

In che modo si seminasse, l'abbiamo insegnato a suo luogo

La sua capacità seccare, ammorbidire, sciogliere

Il succo del decotto soccorre ai diversi mali delle donne, sia nell'indurimento sia nel tumore sia nella contrazione dell'organo femminile: sono dati in fomento, s'inseriscono; giova anche l'infuso

[185] Cancella le forfore sul viso

Cotto con nitro aggiunto ed applicato cura la milza, anche con l'aceto

Così cotto anche per fegato

Diocle dette con difficoltà alle partorienti nella misura di un acetabolo un suo seme tritato in 9 bicchieri di sapa, affinché bevessero una terza parte, poi fossero lavate con acqua calda, e mentre sudavano nel bagno dette di nuovo una metà del rimanente, poi il resto dopo il bagno, come massimo aiuto

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 10, Paragrafi 81-93

[186] farinam faeni cum hordeo aut lini semine decoctam aqua mulsa contra vulvae cruciatus subiecit idem inposuitque imo ventri

lepras, lentigines sulpuris pari portione mixta farinae curavit, nitro ante praeparata cute, saepius die inlinens perunguique prohibens

Theodorus faeno miscuit quartam partem purgati nasturci acerrimo aceto ad lepras

[187] Timon semen feni acetabuli dimidii mensura cum sapae et aquae VIIII cyathis ad menses ciendos dedit potui

nec dubitatur, quin decoctum eius utilissimum sit vulvis interaneisque exulceratis, sicuti semen articulis atque praecordiis; si vero cum malva decoquatur postea addito mulso, potus ante cetera vulvis interaneisque laudatur, quippe cum vapor quoque decocti plurimum prosit

alarumque etiam graveolentiam decoctum faeni semen emendat
[186] Mise ed applicò la stessa cosa sul basso ventre, la farina del fieno con l'orzo o bollita nel seme di lino con acqua e miele contro i dolori dell'organo femminile

Curò lebbre, lentiggini con pari porzione di zolfo mista a farina, dopo aver prima preparato la pelle, spalmando più volte al giorno e proibendo di essere frizionati

Teodoro mischiò al fieno una quarta parte di nasturzio purificato con aceto molto aspro per le lebbre

[187] Timone dette da bere il seme del fieno con la dose di mezzo acetabolo con sapa e 9 bicchieri di acqua per agevolare i cicli

Né si dubita, che il suo decotto sia utilissimo per gli organi femminili e gli intestini ulcerati, come il seme per le articolazioni e gli organi interni; se invece è cotto con la malva bevuto poi con vino mielato aggiunto, è apprezzato prima di tutto il resto per gli organi femminili e le interiora, anzi poi anche il vapore del decotto giova moltissimo

I seme decotto del fieno toglie anche il cattivo odore delle ascelle
farina porrigines capitis furfuresque cum vino et nitro celeriter tollit

[188] in hydromelite autem decocta addita axungia genitalibus medetur, item pano, parotidi, podagrae, chiragrae, articulis, carnibus quis recedunt ab ossibus, aceto vero subacta luxatis

inlinitur et lieni decocta in aceto et melle tantum

carcinomata subacta ex vino purgat, mox addito melle persanat

sumitur et sorbitio e farina ad pectus exulceratum longamque tussim

decoquitur, donec amaritudo desinat; postea mel additur

Nunc ipsa claritas herbarum dicetur

La farina con vino e nitro toglie velocemente le forfore e le tigne del capo

[188] Cotta poi nell'idromele con sugna aggiunta cura i genitali, anche il tumore cutaneo, la parotide, la gotta, la chiragra, le articolazioni, le carni che si staccano dalle ossa, invece unita con aceto le lussazioni

Viene spalmata anche per la milza cotta in aceto e miele soltanto

Unita col vino purifica i carcinomi, poi con miele aggiunto li guarisce

E' presa anche una bevanda dalla farina per il petto piagato e per la tosse ostinata

Si cuoce, finché cessa l'amaro, poi si aggiunge il miele

Ora sarà esposta la stessa fama delle erbe

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