Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 21-30

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 21-30

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 21-30

[21] omnis autem recisione atque ustione proficit; tralatione quoque, ut vites, optime ocissimeque provenit surculis quaternum digitorum longitudine aut ampliore post vergiliarum occasum sata, dein per favonium translata pedalibus intervallis crebroque circumfossa [21] Ognuna poi s'avvantaggia della potatura e della bruciatura, anche col trapianto, come le viti, cresce ottimamente e molto velocemente con germogli dalla lunghezza di quattro dita o più grande piantata dopo il tramonto delle vergilie, poi trapiantata durante il favonio con intervalli di un piede e zappata spesso
qui praecocem faciunt, pedali circa radicem scrobe aquam calidam infundunt germinare incipiente calice Quelli che producono quella precoce, versano acqua calda n una buca di un piede intorno alla radice quando la corolla comincia a germogliare
[22] Lilium rosae nobilitate proximum est et quadam cognatione unguenti oleique, quod lilinum appellatur [22] Il giglio è per fama vicino alla rosa e per una certa somiglianza del profumo e dell'olio, che è detto olio di giglio

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 57-70
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 57-70

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 57-70

interpositum etiam maxime rosas decet, medicamento proventu earum incipiens Si addice soprattutto messo anche fra le rose, dando inizio alla fioritura durante la produzione di quelle
[23] nec ulli florum excelsitas maior, interdum cubitorum trium, languido semper collo et non sufficiente capitis oneri [23] Per nessuno dei fiori un'altezza maggiore, talvolta di tre dita, sempre con uno stelo debole e non sufficiente per il peso della cima

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 75-131
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 31, Paragrafi 75-131

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 31, Paragrafi 75-131

candor eius eximius foris striati et ab angustiis in latitudinem paulatim sese laxantis effigie calathi, resupinis per ambitum labris tenuique pilo et staminis stantibus in medio crocis Fuori eccellente il suo candore di quello striato e dai punti stretti che s'allargano man mano in larghezza con la forma di un cestino, con i lembi che si piegano attraverso il bordo e col pistillo sottile e con quelli gialli dello stame che si sollevano al centro
ita odor colorque duplex, et alius calicis, alius staminis, differentia angusta Quindi un duplice colore e odore, e uno del calice, l'altro dello stame, con una piccola differenza

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 204 - 215
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 204 - 215

in unguenti vero oleique usu et folia non spernuntur In realtà nell'uso del profumo e dell'olio non vengono tralasciate anche le foglie
est flos non dissimilis illi in herba, quam convolvulum vocant, nascens per frutecta, nullo odore nec crocis intus, candorem tantum referens ac veluti naturae rudimentum lilia facere condiscentis Il fiore non è diverso a quello in una pianta, che chiamano convolvolo, che nasce tra i cespugli, con nessun odore né di color giallo dentro, presentando solo il candore e come il tentativo della natura che si esercita a fare i gigli

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 01-20

[24] alba lilia iisdem omnibus modis seruntur, nihilque est fecundius una radice quinquagenos saepe emittente bulbos [24] I gigli bianchi sono coltivati in tutti gli stessi modi, e niente è più fertile con una sola radice che emette spesso cinquanta bulbi

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 29, Paragrafi 81-84

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 30-34
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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 02, Paragrafi 30-34

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