Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 122-190, pag 4

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 17, Paragrafi 122-190

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 122-190

relinquitur sub iugo et qui vocatur custos, hic est novellus palmes, non longior tribus gemmis, proximo anno materiam daturus, si vitis luxuria se consumpserit, et alius iuxta eum, verrucae magnitudine, qui furunculus appellatur, si forte custos fallat

[182] Vitis, antequam septumum annum a surculo conpleat, evocata ad fructum eiuncescit ac moritur

nec veterem placet palmitem in longum et ad quartum usque pedamentum emitti, quod alii dracones, alii funiculos vocant, ut faciant quae masculeta appellant

cum induruit vitis, pessimum in vinea traducere

[183] quinto anno et ipsi palmites intorquentur singulaeque singulis materiae emittuntur ac deinde proximis, prioresque amputantur
Viene lasciato sotto la traversa anche quello che è detto custode, questo è un tralcio nuovo, non più lungo di tre gemme, che darà legno nell'anno seguente, se la vite per eccesso si sarà esaurita, e un altro vicino ad esso, della grandezza di una verruca, che è chiamato foruncolo, se per caso il custode fallisce

[182] La vite, chiamata al frutto prima che dal germoglio completi il settimo anno, s'assottiglia come un giunco e muore

Non piace che il tralcio vecchio sia esteso in lungo e fino al quarto palo, cosa che alcuni chiamano draghi, altri funicelle, affinché producano quello che chiamano masculeti

Quando la vite s'è indurita, cosa pessima trasferirla nella vigna

[183] Al quinto anno anche i tralci stessi sono ritorti e da ciascuno sono emessi singoli legni e poi dai più vicini, e i primi sono recisi
semper custodem relinqui melius, sed is proximus viti esse debet, nec longior quam dictum est, et, si luxuriaverint palmites, intorqueri, ut IV materias vel II, si uniiuga erit vinea, emittat

[184] Si per se vitis ordinabitur sine pedamento, qualecumque initio adminiculum desiderabit, dum stare condiscat et recta surgere, cetera a primordio eadem, dividi autem putatione pollices in aequali examine undique, ne praegravet fructus parte aliqua

obiter idem deprimens prohibebit in excelsum emicare

huic vineae trium pedum altitudo excelsior nutat, ceteris a quinto, dum ne excedat hominis longitudinem iustam
Meglio che il custode sia sempre lasciato, ma questo dev'essere vicino alla vite, non più lungo di quanto si è detto, e, se i tralci sono stati esuberanti, essere ritorto, affinché emetta 4 legni o 2, se la vigna sarà con una sola traversa

[184] Se la vite sarà sistemata da sé senza sostegno, all'inizio desidererà qualunque appoggio, finchè si abitua a reggersi e a mantenersi diritta, dopo l'inizio uguali le altre regole, poi con la potatura i sarmenti essere divisi in misura uguale da ogni parte, affinché il frutto non prema da una certa parte

Esso contemporaneamente comprimendo impedisce di slanciarsi verso l'altro

Per questa vite un'altezza più grande di tre piedi vacilla, per le altre da cinque, purché non superi la normale altezza di un uomo
[185] iis quoque, quae sparguntur in terra, breves ad limitandum caveas circumdant, scrobibus per ambitum factis, ne vagi palmites inter se pugnent occursantes, maiorque pars terrarum ita supinam in tellure vindemiam metit, siquidem et in Africa et in Aegypto Syriaque ac tota Asia et multis locis Europae hic mos praevalet

[186] ibi ergo iuxta terram conprimi debet vitis, eodem modo et tempore nutrita radice, quo in iugata vinea, ut semper pollices tantum relinquantur, fertili solo cum tribus gemmis, graciliore binis, praestatque multos esse quam longos

quae de natura soli diximus, tanto potentiora sentientur, quanto propior fuerit uva terrae
[185] Anche intorno a queste, che s'allargano sul terreno, piccole buche circondano per delimitare, con fosse fatte lungo l'ampiezza, affinchè i tralci vaganti non s'intralcino fra loro scontrandosi, e la maggior parte delle terre raccoglie così la vendemmia giacente sul terreno, giacché anche in Africa e in Egitto e in Siria e in tutta l'Asia e in molto luoghi dell'Europa prevale quest'uso

[186] Qui dunque la vite dev'essere trattenuta vicino al terreno, nello stesso modo e tempo nutrita anche la radice, come sulla vite sotto la traversa, affinché siano lasciati sempre solo i tralci, con tre gemme nel suolo fertile, due in quello più debole, ed è preferibile che siano molti che lunghi

Quelle cose che abbiamo detto circa la natura del suolo, si sentiranno tanto più forti, quanto più vicino sarà stata l'uva alla terra

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 116 - 172
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 116 - 172

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 116 - 172

[187] Genera separari ac singulis conseri tractus utilissimum, mixtura enim generum etiam in vino, non modo in musto, discors, aut, si misceantur, non alia quam pariter maturescentia iungi necessarium

iuga altiora, quo laetior ager et quo planior, item roscido, nebuloso minusque ventoso conveniunt, contra humiliora gracili et arido et aestuoso ventisque exposito

iuga ad pedamentum quam artissimo nodo vinciri oportet, vitem levi contineri

quae genera vitium et in quali solo caeloque essent conserenda, cum enumeraremus naturas earum et vinorum, docuimus

[188] De reliquo cultu vehementer ambigitur
[187] Molto vantaggioso che le specie siano separate e siano piantate in singoli tratti, infatti discorde la mescolanza dei generi anche nel vino, non solo nel mosto, o, se sono mescolati, necessario che non siano unite altre che quelle che maturano insieme

Traverse più alte, si addicono dove il campo (è) più fertile e dove più pianeggiante, ugualmente per uno rugiadoso, nebbioso e meno ventoso, al contrario più piccole in un luogo magro e arido e caldo ed esposto ai venti

Occorre che le traverse siano legate al sostegno con un nodo quanto più stretto, che la vite sia frenata con uno leggero

Quali tipi di viti dovrebbero essere piantati e in quale suolo e clima, l'abbiamo insegnato quando elencavamo le caratteristiche di queste e dei vini

[188] Sulla restante coltivazione si contrasta fortemente
plerique aestate tota post singulos rores confodi iubent vineam, alii vetant gemmantem; decuti enim oculos tractuque intrantium deteri, et ob id arcendum procul omne quidem pecus, sed maxime lanatum, quoniam facillime auferat gemmas

inimicos et pubescente uva rastros, satisque esse vineam ter anno confodi, ab aequinoctio verno ad vergiliarum exortum et canis ortu et nigrescente acino

[189] quidam ita determinant: veterem semel a vindemia ante brumam, cum alii ablaqueare et stercorare satis putent, iterum ab idibus Aprilibus, antequam concipiat, hoc est in VI idus Maias; dein prius quam florere incipiat et cum defloruerit et variante se uva

peritiores adfirmant, si iusto saepius fodiatur, in tantum tenerescere acinos, ut rumpantur
I più consigliano che la vigna sia zappata per tutta l'estate dopo ogni rugiada, altri vietano mentre germoglia; che infatti le gemme sono fatte cadere e sono ammaccate dal passaggio di quelli che entrano, e per questo bisogna certo terere lontano ogni bestiame, ma soprattutto il lanoso, poiché molto facilmente strappa le gemme

Che i rastrelli sono nocivi quando l'uva cresce e che è sufficiente che la vigna sia zappata tre volte l'anno, dall'equinozio di primavera al sorgere delle Pleiadi e al nascere del Cane e quando l'acino s'annerisce

[189] Alcuni stabiliscono così: che la (vigna) vecchia (sia zappata) una volta dalla vendemmia prima del solstizio d'inverno, mentre altri ritengono sufficiente smuovere e concimare, nuovamente dopo le idi di Aprile, prima che produca, cioè entro sei giorni dalle idi di maggio; poi prima che cominci a fiorire e quando sarà fiorita anche mentre l'uva si modifica

Quelli più esperti affermano, se si zappa più spesso del necessario, che gli acini diventano tanto teneri, che si rompono

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Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 01-20

quae fodiantur, ante ferventes horas diei fodiendas convenit, sicuti lutum neque arare neque fodere, fossione pulverem excitatum contra soles nebulasque prodesse

[190] Pampinatio verna in confesso est ab idibus Maiis, intra dies X, utique antequam florere incipiat, et eam infra iugum debere fieri

de sequente variant sententiae

cum defloruerit, aliqui pampinandum putant, alii sub ipsa maturitate

sed de his Catonis praecepta decernent

namque et putationum tradenda ratio est

Quelli che sono zappati, conviene che siano smossi prima delle ore calde del giorno, come non arare né zappare il fango, che la polvere smossa per lo scavo giova contro i raggi e le nebbie

[190] La spampinatura primaverile in genere avviene dalle idi di Maggio, entro dieci giorni, comunque prima che cominci a fiorire, e che essa debba avvenire sotto la traversa

Sulla successiva i pareri variano

Alcuni ritengono che si debba spampinare quando sarà sfiorita, altri durante la stessa maturazione

Ma su queste cose decidono le opinioni di Catone

Infatti c'è da trattare anche l'argomento delle potature

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