Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 122-190
oculorum inde materia emicat, cum qua XXXVI mense viveradix transfertur [161] Est et luxuriosa ratio vites serendi, ut quattuor malleoli vehementi vinculo colligentur ima parte [luxuriosa] atque ita vel per ossa bubuli cruris vel per colla fictilia traiecti obruantur binis eminentibus gemmis uniscunt hoc modo recisisque palmitem emittunt postea fistula fracta radix libere capit vires, uvaque fert omnium corporum suorum acinos [162] in alio genere invento novicio finditur malleolus, medullaque erasa in se colligantur ipsi caules ita, ut gemmis parcatur omni modo tum malleolus in terra fimo mixta seritur et, cum spargere caules coepit, deciditur foditurque saepius talis uvae acinos nihil intus ligni habituros Columella promittit, cum vivere semina ipsa perquam mirum sit medulla adempta |
Poi fuoriesce l'elemento degli occhi, con cui la pianticella è trapiantata nel trentaseiesimo mese [161] C'è anche un metodo voluttuoso di piantare le viti, cosicché si leghino quattro maglioli con un legame stretto nella parte bassa [voluttuosa] e trascinati così o attraverso le ossa della zampa di un bue o attraverso le imboccature di coccio sono ricoperti con due gemme che sporgono Si uniscono in questo modo e recisi emettono un tralcio Poi rotto il canale la radice accoglie liberamente le forze, e l'uva porta acini di tutte le sue membra [162] In un altro metodo scoperto da poco il magliolo viene aperto, e il midollo raschiato gli stessi gambi sono legati fra loro così, che in ogni modo si abbia riguardo per le gemme Allora il magliolo è piantato nel terreno misto al concime e, quando comincia a spargere gambi, viene tagliato e zappato più spesso Columella assicura che gli acini di quest'uva non avranno nulla di legno dentro, sebbene sia alquanto strano che tolto il midollo gli stessi semi vivano |
[163] Nasci surculis etiam, quibus non sit articulatio, arbores non omittendum videtur namque buxi tenuissimis quinis senisve colligatis depacti proveniunt quondam in observatione erat, ut defringerentur ex inputata buxo, aliter vivere non crediti detraxere hoc experimenta [164] Seminarii curam sequitur vinearum ratio quinque generum hae: sparsis per terram palmitibus aut per se vite subrecta vel cum amminiculo sine iugo aut pedatae simplici iugo aut conpluviatae quadriplici [165] quae pedatae ratio, eadem intellegetur eius quoque, in qua sine amminiculo vitis per se stabit id enim non fit nisi pedamenti inopia simplici iugo constat porrecto ordine quem canterium appellant |
[163] Non sembra da tralasciare che gli alberi nascono anche da germogli, per i quali non c'è l'articolazione Infatti nascono i bossi piantati con cinque o sei collegati Un tempo era in osservanza, che fossero staccati dal bosso non potato, diversamente ritenuti non vivere Le esperienze eliminarono questo [164] La disposizione delle vigne segue la cura del vivaio Di cinque generi queste: con i tralci sparsi per terra o la vite retta da sola o con un sostegno senza la traversa o con una traversa semplice di supporto o di una quadruplice a forma di compluvio (disposta a tetto) [165] Questo metodo del palo, lo stesso sia considerato anche di quella (vite), su cui la vite si reggerà da sola senza sostegno Infatti ciò non accade se non per mancanza del palo Si basa su una semplice traversa collocata in una fila che chiamano canterio |
melior ea vino, quoniam sibi ipsa non obumbrat adsiduoque sole coquitur et adflatum magis sentit, celerius rorem dimittit, pampinationi quoque et occationi omnique operi facilior super cetera deflorescit utilius [166] iugum fit pertica aut harundine aut crine funiculove, ut in Hispania Brundisique conpluviata copiosior vino est, dicta a cavis aedium conpluviis dividitur in quaternas partes totidem iugis huius serendi ratio dicetur, eadem valitura in omni genere, in hoc vero numerosior tantum III vero seritur modis: optime in pastinato, proxime in sulco, novissime in scrobe [167] De pastinatione dictum est; sulco latitudo palae satis est, scrobibus ternorum pedum in quamque partem altitudo in quocumque genere tripedalis, ideo nec vitis minor transferri debet, exstatura etiamnum duabus gemmis |
Questa migliore per il vino, poiché essa stessa non si fa ombra ed è maturata da un sole continuo e sente di più il vento, perde più velocemente la rugiada, più propensa alla pampinazione ed anche all'erpicatura e ad ogni lavoro Sopra tutte le altre cose sfiorisce più opportunamente [166] La traversa si fa con una pertica o una canna o col crine e una funicella, come in Spagna e a Brindisi La compluviata è più ricca di vino, denominata dai compluvi concavi delle case È divisa in quattro parti con altrettante traverse Sarà spiegato il metodo di questo modo di piantare, lo stesso valido in ogni specie, ma solo in questa più vario In realtà si pianta in tre modi: ottimamente nel terreno vangato, successivamente nel solco, in ultimo in una buca [167] Della zappatura si è parlato; per il solco è sufficiente la larghezza della vanga, per le buche (quella) di tre piedi da ogni parte La profondità in qualunque specie di tre piedi, perciò non dev'essere trapiantata una vite più piccola, inoltre dovrà emergere con due gemme |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 116 - 172
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 116 - 172
[168] emolliri terram minutis in scrobe imo sulcis fimoque misceri necessarium clivosa altiores scrobes poscunt, praeterea pulvinatis a devexitate labris qui ex his longiores fient, ut vites binas accipiant e diverso, alvei vocabuntur esse vitis radicem in medio scrobe oportet, sed ipsam innixam solido in orientem aequinoctialem spectare, adminicula prima e calamo accipere; [169] vineas limitari decumano XVIII pedum latitudinis ad contrarios vehiculorum transitus, aliisque traversis limitibus denum pedum distingui per media iugera aut, si maior modus sit, totidem pedum cardine, quot decumano, limitari, semper vero quintanis semitari, hoc est ut quinto quoque palo singulae iugo paginae includantur; solo spisso non nisi repastinato nec nisi vive radicem seri, tenero et soluto vel malleolum sulco vel scrobe |
[168] Necessario che il terreno sia ammorbidito con piccoli solchi in una buca profonda e sia mischiato col concime I pendii richiedono buche più profonde, inoltre con bordi rigonfi dal declivio Quelle che fra esse diventano più grandi, per accogliere due viti una davanti all'altra, sono chiamate alvei Occorre che la radice della vite sia al centro della buca, ma che la stessa fissata sul solido guardi verso l'oriente equinoziale, che riceva i primi sostegni dalla canna; [169] che le vigne siano delimitate con un decumano (da est ad ovest) di una larghezza di 18 piedi per i passaggi opposti dei veicoli, e siano divise con altre traverse nei limiti di dieci piedi in mezzo ai campi o, se lo spazio è più grande, essere delimitate con un cardine (da sud a nord) di altrettanti piedi, quanto da est ad ovest, essere sempre però divise da sentieri di cinque in cinque, cioè che ogni quattro pali siano incluse dalla traversa singoli filari; che non siano piantate in un suolo spesso se non zappato e se non la radice viva |
[170] in colles sulcos agere traversos melius quam pastinare, ut defluvia transtris eorum contineantur; aquoso caelo vel sicco solo malleolos serere autumno, nisi si tractus ratio mutabit siccus enim et calidus autumno poscet, umidus frigidusque etiam veris exitu in arido solo viveradix quoque frustra seritur, male et in siccis malleolus, nisi post imbrem, at in riguis vel frondens vitis et usque ad solstitium recte, ut in Hispania quiescere ventos sationis die utilissimum plerique austros optant, Cato abdicat [171] Interesse medio temperamento inter binas vites oportet pedes quinos, minimum autem laeto solo pedes quaternos, tenui plurimum octonos, Umbri et Marsi ad vicenos intermittunt arationis gratia in his, quae vocant porculeta, pluvio et caliginoso tractu rariores poni, sicco densiores |
[170] Che sui colli meglio fare solchi trasversali che zappare, affinché i deflussi siano trattenuti dai loro argini, col cielo piovoso o il suolo secco piantare i maglioli in autunno, a meno che non si cambierà il sistema della posizione Infatti quello secco e caldo richiede in autunno, quello umido e freddo anche alla fine della primavera Nel suolo arido è piantata inutilmente anche la radice viva, infelicemente il magliolo anche in quelli secchi, se non dopo la pioggia, e in quelli umidi anche la vite che ha fronde e validamente fino al solstizio d'estate, come in Spagna Molto utile che i venti riposino nel giorno della piantagione I più desiderano gli austri, Catone rifiuta [171] Occorre che ci siano cinque piedi tra due viti in giusta proporzione, in un suolo fertile poi quattro piedi al minimo, in uno sottile principalmente otto, Umbri e Marsi interpongono fino a venti a causa dell'arare su questi, che chiamano porcule, che siano poste più rade nella zona piovosa e nebbiosa, più fitte in quella secca |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 01-20
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[172] subtilitas parsimoniae conpendia invenit, cum vinea in pastinato seratur, obiter seminarium faciendi, ut et viveradix loco suo et malleolus, qui transferatur, inter vites et ordines seratur, quae ratio in iugero circiter XVI milia viveradicum donat interest autem biennium fructus, quo tardius in sato provenit quam in tralato [173] Viveradix posita in vinea post annum resecatur usque ad terram, ut unus tantum emineat oculus, adminiculo iuxta adfixo et fimo addito simili modo et secundo anno reciditur viresque concipit et intra se pascit suffecturas oneri alias festinatione pariendi gracilis atque eiuncida, ni cohibeatur castigatione tali, in fetum exeat tota nihil avidius nascitur ac, nisi ad pariendum vires serventur, tota fit fetus |
[172] Il criterio della parsimonia trova vantaggi, quando sia piantata una vigna in un suolo zappato, di fare sopra un vivaio, affinché sia piantata anche la radice viva al suo posto e il magliolo, che è trapiantato, fra viti e filari, questo sistema porta circa 16000 piante vive in un iugero Ha importanza poi il raccolto di un biennio, poiché giunge più tardivo in quello piantato che in quello trapiantato [173] La pianta viva posta nella vigna dopo un anno viene potata fino al terreno, affinché emerga solo un occhio, con un sostegno fissato vicino e aggiunto il concime Nello stesso modo anche nel secondo anno è reciso e acquista le forze e sviluppa dentro di sé le capacità per il peso Diversamente, debole per la fretta del produrre e sottile come un giunco, se non è trattenuta con una tale correzione, si riduce tutta al frutto Niente nasce più avido e, se non sono conservate le forze per produrre, diventa tutta frutto |
[174] Pedamenta optuma, quae diximus, aut ridicae e robore oleaque, si non sint, pali e iunipero, cupresso, laburno, sabuco reliquorum generum sudes omnibus annis reciduntur saluberrima in iugo harundo conexa fasciculis durat annis quinis cum breviores palmites sarmento iunguntur inter se funium modo, ex hoc arcus funeta dicuntur [175] Tertius vineae annus palmitem velocem robustumque emittit et quem faciat aetas vitem hic in iugum insilit aliqui tum excaecant eum supina falce auferendo oculos, ut longius evocent, noxia iniuria utilior enim consuetudo pariendi satiusque pampinos adiugatae detergere usque quo placeat roborari eam [176] sunt qui vetant tangi proximo anno, quam tralata sit, neque ante LX mensem falce curari, tunc autem ad III gemmas recidi |
[174] I migliori sostegni, che abbiamo citato, o di steccato dalla quercia e dall'ulivo, se non ci sono, di palo dal ginepro, dal cipresso, dall'avornio, dal sambuco I paletti degli altri generi sono tagliati tutti gli anni Quella legata a fasci molto vantaggiosa sulla traversa di canna dura cinque anni Quando sono legati fra loro i tralci più corti con un sarmento al modo delle funi, sono detti funeti gli archi (ricavati) da questo [175] Il terzo anno della vigna emette un tralcio agile e robusto e il tempo la rende una vite Questo sale sulla traversa Allora alcuni l'accecano con una falce rovesciata togliendo gli occhi, affinché s'allunghi più lontano, crudeltà nociva Infatti più utile la consuetudine di produrre e più adeguato togliere i pampini a quella sulla traversa fin quando piaccia che essa sia irrobustita [176] Ci sono quelli che vietano che sia toccata l'anno seguente, che è stata trapiantata, né che la falce sia considerata prima del sessantesimo mese, allora quindi che siano recise tre gemme |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 16, Paragrafi 102-112
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alii et proximo quidem anno recidunt, sed ut ternos quaternosve singulis annis adiciant articulos, quarto demum perducant ad iugum id utrimque fructu tardum, praeterea retorridum et nodosum pumilionum incremento optimum autem matrem esse firmam, postea fetum audacem nec tutum est quod cicatricosum, magno imperitiae errore; [177] quidquid est tale, plagis nascitur, non e matre totas habeat illa vires, dum roboratur, et annuos accipiet tota fetus, cum permissium fuerit nasci nihil natura portionibus parit quae excreverit satis firma, protinus in iugo collocari debebit; si etiamnum infirmior erit, sub ipso iugo hospitari recisa [178] viribus, non aetate, decernitur temerarium est ante crassitudinem pollicarem viti imperare sequente anno palmites educentur pro viribus matris singuli aut gemini |
Altri poi recidono anche nell'anno seguente, ma lasciano tre o quattro giunture ogni anno, nel quarto infine la sistemano sulla traversa Entrambi questi (metodi) tardivi nel frutto, inoltre ritorto e nodoso con la crescita di alberi nani La cosa migliore quindi che il ceppo sia solido, poi un frutto vigoroso Non è sicuro quello con una cicatrice, con grave errore d'ignoranza; [177] Qualunque cosa è tale, nasce dalle ferite, non dal ceppo Che quella abbia tutte le forze, mentre s'irrobustisce, e riceva tutta i frutti annui, quando ci sia stato il permesso di nascere La natura non produce nulla in porzioni Quella che sarà cresciuta abbastanza solida, dovrà essere posta subito sulla traversa; se sarà ancora troppo debole, tagliata (dovrà) essere collocata sotto la stessa traversa [178] Si sceglie secondo le forze, non l'età E' temerario pretendere dalla vite prima (che sia) della grandezza di un pollice Nell'anno seguente i tralci sono alimentati secondo le forze del ceppo, uno o due |
iidem et secuto, si coget infirmitas, nutriantur, tertioque demum II adiciantur nec sunt plures quaternis umquam permittendi, breviterque non indulgendum et semper inhibenda fecunditas est ea est natura, ut parere malit quam vivere quidquid materiae adimitur fructui accedit Illa semina mavult quam fructum gigni, quoniam fructus caduca res est sic perniciose luxuriat, nec ampliat se, sed egerit [179] Dabit consilium et soli natura in macro, etiamsi vires habebit, recisa intra iugum moretur, ut omnis fetura sub eo exeat minimum id esse debebit intervallum, ut attingat iugum speretque, non teneat, adeo non recumbat in eo nec delicate se spargat ita temperetur hic modus, ut crescere etiamnum malit quam parere |
Gli stessi siano nutriti anche nel successivo, se la debolezza costringerà, e nel terzo infine siano aggiunti due Non se ne devono lasciare mai più di quattro, e in breve non si deve indulgere e l'esuberanza dev'essere sempre frenata Questa è la natura, cosicchè preferisce produrre che vivere Qualunque cosa è sottratta al legno finisce al frutto Quella preferisce produrre semi che frutto, poiché il frutto è una cosa momentanea Così eccede pericolosamente, né s'ingrandisce, ma s'impoverisce [179] Darà consiglio anche la natura del suolo In uno magro, sebbene avrà forze, resterà tagliato fra la traversa, affinché ogni germoglio esca sotto essa La distanza dovrà essere minima, affinché tocchi la traversa e tenti, non ci arrivi, così non s'appoggi su essa e non si allarghi comodamente Questo sistema è disposto così, che preferisca ancora crescere che produrre |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 51-56
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[180] Palmes duas tresve gemmas habere sub iugo debet, ex quibus materia nascatur, tunc per iugum mergi alligarique, ut sustineatur iugo, non pendeat, vinculo mox adstrictius a tertia gemma alligari, quoniam et sic coercetur impetus materiae densioresque citra pampini exultant cacumen religari vetant natura haec est: deiecta pars aut praeligata fructum dat, plurimumque ipsa curvatura quod citra est, materiem emittit, offensante, credo, spiritu et illa quam diximus medulla quae ita emicuerit materia fructum dabit anno sequente [181] sic duo genera palmitum: quod e duro exit materiamque in proximum annum promittit, pampinarium vocatur aut, ubi supra cicatricem est, fructuarium; alterum ex anniculo palmite semper fructuarium |
[180] Il tralcio deve avere due o tre gemme sotto la traversa, da cui sia prodotto il legno, allora essere steso e legato lungo la traversa, affinché sia sostenuto dalla traversa, non penda, poi essere legato più fortemente con un laccio dalla terza gemma, poiché anche così è frenata la forza del legno e i pampini prorompono più fitti da sotto Vietano che la cima sia legata Questa è la caratteristica: la parte messa sotto o legata dà il frutto, e soprattutto la curvatura stessa Ciò che è sotto, produce il legno, poiché si blocca, credo, lo spirito vitale e quello che abbiamo chiamato midollo Il legno che così sarà emerso darà il frutto l'anno seguente [181] Così due tipi di tralci: quello che esce dalla parte dura e promette legno nel prossimo anno, è chiamato a pampini o, dove si trova sopra la cicatrice, a frutti; l'altro da un tralcio di un anno sempre a frutti |