Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 17, Paragrafi 122-190
in aquosis enim neque amplos neque altos facere expediet, aliter in aestuoso et sicco, ut quam maxime accipiant aquam contineantque haec et veteres arbores colendi ratio est ferventibus enim locis adcumulant aestate radices operiuntque, ne solis ardor exurat [140] aliubi ablaqueant perflatusque admittunt iidem hieme cumulis a gelu vindicant contra illi hieme aperiunt umoremque sitientibus quaerunt ubicumque circumfodiendi (arbores) ratio (in circuitum) pedes in orbem ternos, neque id in pratis, quoniam amore solis umorisque in summa tellure oberrant Et de arboribus quidem fructus gratia serendis inserendisque in universum sint dicta haec: [141] restat earum ratio, quae propter alias seruntur ac vineas maxime, caeduo ligno |
Infatti in luoghi acquosi non serve farle né ampie né profonde, diversamente in uno caldo e secco, affinché ricevano e trattengano quanto più l'acqua Questo è il metodo di coltivare anche i vecchi alberi Infatti nei luoghi caldi d'estate rinforzano e coprono le radici, affinché il calore del sole non bruci [140] Altrove scavano e immettono i venti Gli stessi in inverno (li) proteggono con cumuli dal freddo Al contrario quelli in inverno scoprono e cercano acqua per quelli assetati Dovunque il metodo di scavare intorno agli alberi in giro tre piedi in cerchio, questo non nei prati, poiché per amore del sole e dell'umidità (le radici) riaffiorano sulla superficie del terreno E siano dette in generale queste cose riguardo agli alberi da piantare ed innestare certo a motivo del frutto: [141] Rimane di essi il motivo, che sono piantati per altri e soprattutto per le viti, per il legno da taglio |
Principatum in his optinent salices, quas serunt loco madido, tamen refosso pedes II et semipedem, talea sesquipedali vel pertica, quae utilior, quo plenior [142] intervallo esse debent pedes seni trimae pedibus binis a terra putatione coercentur, ut se in latitudinem fundant ac sine scalis tondeantur salix enim fecundior, quo terrae propior has quoque omnibus annis confodi iubent mense Aprili haec est viminalium cultura [143] perticalis et virga et talea seritur, fossura eadem perticas ex ea caedi iustum est quarto fere anno et hae autem senescentium locum propagine sarciunt praecisa post annum salicis viminalis iugera singula sufficiunt XXV vineae iugeribus |
Fra questi ottengono il primo posto i salici, che piantano in un luogo umido, tuttavia scavato per due piedi e mezzo, con una talea di un piede e mezzo o una pertica, che più utile, quanto più grande [142] Per la distanza devono esserci sei piedi A tre anni sono frenati da una potatura a due piedi da terra, affinchè si propaghino in larghezza e siano tagliati senza scale Infatti più fecondo il salice, quanto più vicino al terreno Consigliano anche che essi siano zappati tutti gli anni nel mese di Aprile Questa è la coltivazione degli intrecci [143] (Il salice) per le pertiche è piantato anche con un virgulto e per talea, nella stessa fossa E' bene che le pertiche siano tagliate da esso nel quarto anno circa E queste poi prendono il posto di quelle che invecchiano con la propaggine tagliata dopo un anno Uno iugero di salice da legatura sufficiente per 25 iugeri di vigna |
eiusdem rei causa populus alba seritur bipedaneo pastinato, talea sesquipedali, biduo siccata, palmipedi intervallo, terra superiniecta II cubitorum crassitudine [144] Harundo etiamnum dilutiore quam hae solo gaudet seritur bulbo radicis, quod alii oculum vocant, dodrantali scrobe, intervallo II pedum et semipedis, reficiturque ex sese vetere harundineto exstirpato, quod utilius repertum quam castrare, sicut antea namque inter se radices serpunt mutuoque discursu necantur [145] tempus conserendi, priusquam oculi harundinum intumescant, ante kal Martias crescit ad brumam usque desinitque, cum durescere incipit hoc signum tempestivam habet caesuram et hanc autem, quotiens et vineam, fodiendam putant seritur et traversa, non alte terra condita, erumpuntque e singulis oculis totidem plantae |
A ragione dello stesso motivo è piantato il pioppo bianco in un luogo zappato per due piedi, con una talea di un piede e mezzo, seccata per due giorni, con una distanza di un piede e un palmo, con terreno gettato con uno spessore di 2 cubiti [144] La canna gode in un terreno anche più acquoso che per questa pianta È piantata con un bulbo con le radici, che altri chiamano occhio, in una buca di nove pollici, con una distanza di due piedi e mezzo, e tagliato un vecchio canneto si riproduce da sé, il che trovato più utile che tagliare, come prima Infatti le radici strisciano fra loro e sono uccise da una reciproca diramazione [145] Il periodo di piantare, prima che gli occhi delle canne s'irrigidiscano, prima delle calende di Marzo Cresce fino al solstizio d'inverno e si ferma, quando comincia ad indurire Questo indizio richiede un taglio tempestivo Ritengono poi che anch' essa sia da potare tanto quanto anche la vigna E' piantata anche di traverso, non ricoperta profondamente di terra, e da ciascun occhio spuntano altrettante piante |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 07, Paragrafi 116 - 172
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 07, Paragrafi 116 - 172
[146] seritur et deplantata pedali sulco, binis obrutis gemmis, ut tertius nodus terram attingat, prono cacumine, ne rores concipiat caeditur decrescente luna vineis anno siccata utilior quam viridis [147] Castanea pedamentis omnibus praefertur facilitate tractatus, perdurandi pervicacia; regerminatione caedua vel salice laetior quaerit solum facile nec tamen harenosum, maximeque sabulum umidum aut carbunculum vel tofi etiam farinam, quamlibet opaco septentrionalique et praefrigido situ, vel etiam declivi recusat eadem glaream, rubricam, cretam omnemque terrae fecunditatem [148] seri nuce diximus, sed nisi ex maximis non provenit, nec nisi quinis acervatim satis refringi solum debet sub ea ex Novembri mense in Februarium, quo solutae sponte cadunt ex arbore atque subnascuntur |
[146] E' generata anche trapiantata in un solco di un piede, con due gemme coperte, cosicché un terzo nodo afferri il terreno, con la cima piegata, affinché non assorba le rugiade Viene tagliata con la luna calante Per le vigne più utile seccata per un anno che verde [147] Il castagno è preferito per tutti i sostegni per la facilità del lavoro, per la costanza della durata; tagliato rigermina anche più abbondante del salice Richiede un suolo facile e tuttavia non arenoso, e soprattutto sabbione umido o carboncino o anche polvere di tufo, in qualsiasi luogo ombreggiato e settentrionale e molto freddo, o anche in pendio Rifiuta quella ghiaiosa, rossa, la creta e ogni fecondità del terreno [148] Abbiamo detto essere piantato col nocciolo, ma non si genera se non dai più grandi, e se non piantati a mucchi di cinque Il suolo dev'essere sbriciolato sotto questo dal mese di Novembre a Febbraio, quando aperte cadono spontaneamente dall'albero e rinascono sotto |
intervalla sint pedalia, undique sulco dodrantali ex hoc seminario transferuntur in aliud bipedali intervallo post biennium [149] sunt et propagines, nulli quidem faciliores nudata enim radice tota in sulco prosternitur; tum ex cacumine supra terram relicto renascitur et alia ab radice sed tralata nescit hospitari pavetque novitatem biennio fere; postea prosilit ideo nucibus potius quam viveradicibus plantaria caedua implentur [150] cultura non alia quam supra dictis, fodiendo supputandisque per biennium sequens de cetero ipsa se colit umbra stolones supervacuos enecante caeditur intra septimum annum sufficiunt pedamenta iugeri vicenis vinearum iugeribus, quando etiam bifida ex stirpe fiunt, durantque ultra alteram silvae suae caesuram |
Ci siano distanze di un piede, con un solco di noce pollici da ogni parte Dopo due anni sono traferite da questo vivaio in un altro alla distanza di due piedi [149] Ci sono anche le propaggini, per nessuno certo più semplici Infatti messa a nudo tutta la radice è stesa in un solco; allora rinasce dalla cima lasciata sul terreno e un'altra dalla radice Ma trasferita non riesce ad essere ospitata e teme la novità per circa un biennio; dopo produce Perciò le piante da taglio sono inserite con i noccioli più che con radici [150] La coltivazione non diversa da quelle dette sopra, zappando e da potare per il biennio successivo Per il resto si coltiva da sé con l'ombra che uccide i germogli inutili Viene tagliata entro il settimo anno I pali di uno iugero bastano per venti iugeri di vigne, poiché dal ceppo ne provengono anche due, e durano oltre l'altro taglio del suo bosco |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 01-20
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 01-20
[151] Aesculus similiter provenit, caesura triennio serior, minus morosa nasci in quacumque terra seritur vere balano, sed non nisi aesculi, scrobe dodrantali, intervallis II pedum saritur leviter quater anno hoc pedamentum minime putrescit caesumque maxime fruticat Praeter haec, quae diximus, sunt caedua fraxinus, laurus, persica, corulus, malus, sed tardius nascuntur terramque defixa vix tolerant, non modo umorem sabucus contra firmissima ad palum taleis seritur, ut populus nam de cupresso satis diximus [152] Et praedictis velut armamentis vinearum restat ipsarum natura praecipua tradenda cura vitium surculis et quarundam arborum, quibus fungosior intus natura, geniculati scaporum nodi intersaepiunt medullam ferulae ipsae breves, et ad summa breviores articuli utrimque sua internodia includunt |
[151] L'ischio nasce similmente, più tardivo nel taglio di tre anni, meno difficoltoso a nascere in qualsiasi terra è piantato a primavere con una ghianda, ma solo gli ischi, in una buca di nove pollici, con distanze di 2 piedi E' sarchiato leggermente quanttro volte l'anno Questo sostegno marcisce molto poco e fruttifica soprattutto tagliato Oltre a questi, che abbiamo citato, sono da taglio il frassino, l'alloro, il pesco, il nocciolo, il melo, ma nascono più tardi, e conficcati sopportano a stento la terra, non solo l'umidità Il sambuco invece è piantato molto saldo al palo con le talee, come il pioppo Infatti ne abbiamo parlato abbastanza a proposito del cipresso [152] E citati così i sostegni delle viti resta da trattare con cura la natura particolare delle stesse Nei germogli delle viti e di alcuni alberi, la cui natura piuttosto fungosa dentro, i nodi piegati dei gambi interrompono il midollo Corti i germogli stessi, anche più corte in cima le articolazioni racchiudono i loro internodi da entrambe le parti |
[153] medulla, sive illa vitalis anima est, ante se tendit longitudinem inplens, quamdiu nodi pervia patent situla cum vero concreti ademere transitum, repercussa erumpit ab ima sui parte iuxta priorem nodum alternis laterum semper inguinibus, ut dictum est in harundine ac ferula, quorum dexterum ab imo intellegitur articulo, laevum in proximo, atque ita per vices hoc vocatur in vite gemma, cum ibi caespitem fecit; ante vero quam faciat, in concavo oculus et in cacumine ipso germen sic palmites, nepotes, uvae, folia, pampini gignuntur, mirumque firmiora esse in dextera parte genita [154] Hos ergo in surculis nodos, cum seruntur, medios secare oportet ita, ne profluat medulla et in fico quidem dodrantales, paxillis solo patefacto, seruntur sic, ut descendant quae proxima arbori fuerint, II oculi extra terram emineant |
[153] Il midollo, quello è come un'anima vitale, si spinge avanti riempiendo la lunghezza, fin dove i passaggi del nodo si aprono con un canale Ma quando chiusi impediscono il passaggio, ricacciato prorompe dalla sua parte inferiore vicino al nodo precedente sempre con intersezioni alterne dei lati, come è stato detto sulla canna e la ferula, di cui il destro è ritenuto nell'articolazione in basso, il sinistro nel successivo, e così in alternanza Questo è chiamato nella vite gemma, quando qui genera un germoglio; ma prima che lo faccia, occhio nell'incavo e germe sulla punta stessa Così sono generati tralci, nespole, uve, foglie, pampini, e strano che quelli nati nella parte destra siano più solidi [154] Dunque, quando sono piantati questi nodi sui germogli, occorre così tagliare a metà, affinché il midollo non scorra Anche nel fico sono quindi piantati così, dopo aver forato il suolo con paletti di nove pollici, affinché scendano quelle parti che erano state più vicine all'albero, due occhi sporgono oltre il terreno |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 16, Paragrafi 102-112
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oculi autem in arborum surculis proprie vocantur, unde germinantur [155] hac de causa et in plantariis aliquando eodem anno ferunt, quo fuere laturi fructus in arbore, cum tempestive sati praegnates inchoatos conceptus aliubi pariunt ita satas ficos tertio anno transferre facile hoc pro senescendi celeritate adtributum huic arbori, ut citissime proveniat [156] Vitium numerosior satus est primum omnium nihil seritur ex his nisi inutile et deputatum in sarmenta opputatur autem quidquid proximo tulit fructum solebat capitulatus utrimque e duro surculus seri, eoque argumento malleolus vocatur etiamnunc postea avelli cum sua calce coeptus est, ut in fico, neque est aliud vivacius tertium genus adiectum etiamnum expeditius sine calce, quod sagittae vocantur, cum intorti panguntur, iidem cum recisi nec intorti, trigemmes |
Poi sono chiamati propriamente occhi sui germogli degli alberi, da dove vengono germogliati [155] Per questo motivo anche nei vivai talvolta producono nello stesso anno, in cui avrebbero dato il frutto sull'albero, quando piantati opportunamante fecondi producono altrove i frutti abbozzati Facile così trasferire nel terzo anno i fichi piantati Concesso a quest'albero ciò a compenso della precocità dell'invecchiamento, che cresce molto velocemente [156] Più varia è la piantagione delle viti Innanzitutto di esse non si pianta nulla se non inutile e tagliato per le fascine Si pota però qualunque cosa in precedenza ha dato frutto Soleva essere piantato un germoglio con un capo da entrambe le parti dure, e per questo motivo è chiamato ancora oggi magliolo Dopo cominciò ad essere staccato con la sua base, come nel fico, e non c'è un altro più vitale Il terzo metodo aggiunto anche ora più veloce senza la base, perciò è detto della freccia, quando sono piantati ricurvi, gli stessi (detti) trigemme quando recisi e non curvi |
plures autem ex eodem surculo hoc modo fiunt [157] serere e pampinariis sterile est, nec nisi fecundo oportet quae raros habet nodos, infecunda iudicatur; densitas gemmarum fertilitatis indicium est quidam seri vetant nisi eos qui floruerint surculos sagittas serere minus utile, quoniam in transferendo facile rumpitur quod intortum fuit seruntur pedali, non breviores, longitudine, quinque sexve nodorum pauciores tribus gemmis in hac mensura esse non poterunt [158] inseri eodem die, quo deputentur, utilissimum; si multo postea necesse sit serere custoditos, uti praecepimus, caveri utique, ne extra terram positi sole inarescant, vento aut frigore hebetentur qui diutius in sicco fuerint, priusquam serantur, in aqua pluribus diebus revirescant |
Dallo stesso germoglio poi in questo modo se ne formano diversi [157] E' inutile piantare dai pampini, conviene solo da uno fecondo Quella che ha pochi nodi, è considerata infeconda; la densità delle gemme è segno di fertilità Alcuni sconsigliano che esse siano piantate se non quelle che hanno fatto fiorire i germogli Meno utile piantare le frecce, perché nel trapiantare si spezza facilmente quello che fu curvato Sono piantate non più corte di un piede in lunghezza, e di cinque o sei nodi In questa lunghezza non potranno essere più povere di tre gemme [158] Molto vantaggioso essere piantate nello stesso giorno, in cui sono potate; se è necessario molto dopo piantarle protette, come abbiamo detto, fare attenzione specialmente, che poste fuori dal terreno non secchino per il sole, non siano indebolite dal vento o dal freddo Quelle che saranno state più a lungo al secco, prima che siano piantate, rinvigoriscano in acqua per più giorni |
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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 19, Paragrafi 51-56
Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 19, Paragrafi 51-56
[159] Solum apricum et quam amplissimum in seminario sive in vinea bidente pastinari debet, ternos pedes bipalio alto, marra reici quaternum pedum fermento, ita ut in pedes binos fossa procedat, fossum purgari et extendi, ne crudum relinquatur, verum exigi mensura male pastinatum deprendunt scamna inaequalia metienda est et ea pars, quae interiacet, pulvini [160] surculi seruntur et in scrobe et in sulco longiore; super quam tenerrima ingeritur terra, sed in gracili solo frustra nisi substrato pinguiore corio quam duas integi oportet et proximam attingi, terram eodem paxillo deprimi et spissari, interesse in plantario sesquipedes inter bina semina in latitudinem, in longitudinem semisses; ita satos malleolos XXIIII mense recidere ad imum articulum, nisi ipsi parcatur |
[159] Il suolo soleggiato e quanto più ampio in un vivaio o in una vigna deve essere scavato con una zappa, con un badile alto tre piedi, essere riposto con la marra in un rigonfiamento di quattro piedi, cosicché la buca arrivi a due piedi, che la fossa sia ripulita e stesa, affinché non sia lasciata dura, che il dovuto sia richiesto con misura Rialzi disuguali rivelano un cattivo scavo Bisogna misurare anche quella parte del fondamento, che si trova in mezzo [160] I germogli sono piantati anche in una buca e in un solco più grande; sopra è gettata terra quanto più tenera, ma inutilmente in un suolo debole se non con uno strato più grasso di crosta E' necessario che di due siano ricoperte e si faccia affiorare la successiva, che la terra sia premuta e addensata con lo stesso paletto, nel vivaio essere importante fra due semi uno spazio di un piede e mezzo in larghezza, di mezzo piede in lunghezza; così tagliare i maglioli piantati al ventiquattresimo mese all'articolazione in basso, se non si ha riguardo per questo stesso |