Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 59-64

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 59-64

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 59-64

[59]In universum autem de pomis servandis praecipitur pomaria in loco frigido ac sicco contabulari, septentrionalibus fenestris sereno die patere, austros specularibus arcere, aquilonis quoque adflatu poma deturpante rugis [59] In genere poi per conservare i frutti è prescritto che i magazzini siano coperti di travi in un luogo fresco e asciutto, che si aprano con finestre a nord nella giornata serena, che si ostacolino i venti del sud con vetrate, anche se il soffio dell'aquilone rovina con le grinze i frutti
colligi mala post aequinoctium autumni neque ante XVI lunam neque ultra duodetricesimam, nec pluvio die neque ante primam horam; cadiva separari; stramentis solidis paleisve substerni, rara componi, uti limites pervii spiritum aequalem accipiant Che le mele siano raccolte dopo l'equinozio d'autunno e non prima della sedicesima luna né dopo la ventottesima, né in un giorno piovoso né prima della prima ora; che quelle cadute siano separate; siano stese su stuoie compatte o di paglia, siano sistemate sparse, affinché i passaggi aperti ricevano uguale aria
Amerina maxime durare, melimela minime Che soprattutto le amerine durano, affatto le melimele

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 144-164
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 26, Paragrafi 144-164

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 26, Paragrafi 144-164

[60]Cotoneis in concluso spiramentum omne adimendum aut incoqui melle ea mergive oportere [60] Che per le cotogne in un luogo chiuso è necessario per evitare ogni soffio o che esse siano cotte col miele o immerse
Punica aqua marina fervente indurari, mox triduo sole siccata ita ne nocturno rore contingantur suspendi et, cum libeat uti, aqua dulci perlui Che le puniche sono indurite con acqua di mare calda, poi seccate per tre giorni al sole e vengono appese perché non siano intaccate dalla rugiada notturna e, quando si vuole farne uso, sono lavate con acqua dolce

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 01-10
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 21, Paragrafi 01-10

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 21, Paragrafi 01-10

Varro et in doliis harenae servari iubet; et inmatura obrui terra in ollis fundo effracto, sed spiritu excluso ac surculo pice inlito: sic etiam crescere amplitudine maiore quam possint in arbore Varrone prescrive che siano conservate in botti di sabbia; e acerbe siano coperte di terra in vasi col fondo bucato, ma dopo aver tolto l'aria e spalmato il picciolo di pece: crescere così anche con una grandezza maggiore di quanto possano sull'albero
cetera mala et foliis ficulnis, praeterquam cadivis, singula convolvi cistisque vitilibus condi vel creta figulinarum inlini Che le altre mele sono avvolte ciascuna anche con foglie di fico, eccetto quelle cadute, e sono conservate in ceste di vimini o sono spalmate con la creta dei vasai

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi  82-96
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 15, Paragrafi 82-96

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 15, Paragrafi 82-96

[61]Pira in vasis fictilibus picatis inversis obrui scrobe [61] Che le pere in vasi di coccio spalmati di pece sono sotterrate in una buca
Tarentina serissima legi, Aniciana servari et in passo, sorva quoque et scrobibus gypsato operculo, duum pedum terra superiniecta, in loco aprico, inversis vasis, et in doliis ut uvas interque uvas cum ramis suspendi Che le tarentine sono raccolte molto tardi, le aniciane sono conservate anche nel passito, anche le sorbe nelle buche e con un coperchio di gesso, ricoperte di due piedi di terra, in un luogo soleggiato, in vasi capovolti, e sono sospese con i rami in botti come le uve e in mezzo alle uve

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 113-143
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 29, Paragrafi 113-143

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 29, Paragrafi 113-143

[62]E proximis auctoribus quidam altius curam repetunt deputarique statim poma ac vites ad hunc usum praecipiunt decrescente luna, post horam diei tertiam, caelo sereno aut siccis ventis [62] Alcuni fra gli autori recenti rievocano più accuratamente la sollecitudine e prescrivono che i frutti e le viti per questo uso siano potati subito con la luna calante, dopo la terza ora del giorno, col cielo sereno o con i venti secchi
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 18, Paragrafi 1-55

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 34, Paragrafi 19-65

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 02, Paragrafi 14-29

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 29-101

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 33, Paragrafi 01-28

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 03, paragrafi 45-103