Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 73-106, pag 2

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 73-106

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 12, Paragrafi 73-106
auctum id parte dimidia est incensis, ut ferunt, silvis ira barbarorum

id acciderit ob iniquitatem praepotentium an forte, non satis constat

austros ibi tam ardentes flare, ut aestatibus silvas accendant, invenimus apud auctores

[94]coronas ex cinnamo interrasili auro inclusas primus omnium in templis Capitolii atque Pacis dicavit Imperator Vespasianus Augustus

radicem eius magni ponderis vidimus in Palatii templo, quod fecerat Divo Augusto coniunx Augusta, aureae paterae inpositam, ex qua guttae editae annis omnibus in grana durabantur, donec id delubrum incendio consumptum est

[95]Frutex et casia est iuxtaque cinnami campos nascitur, sed in montibus crassiore sarmento, tenui cute verius quam cortice, quem contra atque in cinnamo diximus labare et exinaniri pretium est
E' aumentato della metà, come dicono, per i boschi incendiati dalla furia dei barbari

Se ciò sia accaduto per la violenza dei prepotenti e per caso, non risulta sufficientemente

Presso gli autori troviamo che qui i venti soffiano tanto caldi, che bruciano i boschi d'estate

[94] Primo fra tutti l'imperatore Vespasiano Augusto consacrò nei templi del Campidoglio e della Pace corone di cinnamomo lavorate con intarsi d'oro

Abbiamo visto una sua radice di grande peso nel tempio del Palatino, che la moglie Augusta aveva fatto per il Divino Augusto, posta su un piatto d'oro, da cui le gocce scese ogni anno s'indurivano in granelli, finché questo tempio fu distrutto da un incendio

[95] Anche la casia è un arbusto e nasce vicino ai campi di cinnamo, ma sui monti con un ramo più doppio, con una pellicola sottile più che con una corteccia, che al contrario abbiamo detto è un pregio cadere al cinnamo e sparire
amplitudo frutici trium cubitorum, colos triplex: cum primum emicat, candidus pedali mensura, dein rufescit addito semipede, ultra nigricans

[96]haec pars maxime laudatur ac deinde proxima, damnatur vero candida

consecant surculos longitudine binum digitorum, mox praesuunt recentibus coriis quadripedum ob id interemptarum, ut putrescentibus vermiculi lignum erodant et excavent corticem, tutum amaritudine

[97]probatur recens maxime et quae sit odoris longissimi gustuque quam minime fervens potiusque lento tepore leniter mordens, colore purpurae, quaeque plurima minimum ponderis faciat, brevi tunicarum fistula atque non fragili

ladam vocant talem barbaro nomine

alia est balsamodes, ab odore simili appellata, sed amara ideoque utilior medicis, sicut nigra unguentis
Di tre cubiti la grandezza dell'arbusto, triplice il colore: dapprima quando brilla, chiaro della misura di un piede, poi rosseggia cresciuto di mezzo piede, più oltre scurendosi

[96] Questa parte è apprezzata soprattutto e poi la più vicina, invece è rifiutata la bianca

Staccano i germogli della lunghezza di due dita, poi li coprono con pelli fresche di quadrupedi uccisi per questo, affinché a quelli che marciscono i vermi corrodano il legno e scavino la corteccia, al sicuro dal sapore amaro

[97] E' apprezzata soprattutto quella fresca e quella che è di odore molto forte e col sapore frizzante al minimo e che punge piuttosto leggermente con un tepore lieve, di colore purpureo, ciascuna che con massima quantità renda il minimo peso, con un foro corto delle bucce e non fragile

Chiamano tale elemento lada con un nome barbaro

Un'altra è chiamata balsamode, per l'odore simile, ma amara e perciò più utile ai medici, come la nera per i profumi
pretia nulli diversiora, optimae in libras Ж L, ceteris Ж V

[98]His adiecere mangones quam Daphnidis vocant, cognominatam isocinnamon, pretiumque ei faciunt Ж CCC

adulteratur styrace et propter similitudinem corticum laurus tenuissimis surculis

quin et in nostro orbe seritur, extremoque in margine imperii, qua Rhenus adluit, vidi in alvariis apium satam

color abest ille torridus sole et ob id simul idem odor

Ex confinio casiae cinnamique et cancamum ac tarum invehitur, sed per Nabataeos Trogodytas, qui consedere ex Nabataeis

[99]Eo comportatur et serichatum et gabalium, quae intra se consumunt Arabes, nostro orbi tantum nominibus cognita, sed cum cinnamo casiaque nascentia

pervenit tamen aliquando serichatum et in unguenta additur ab aliquis

permutatur in libras Ж VI
Per nessuna prezzi più diversi, per la migliore 50 denari a libbra, per le altre 5 denari

[98] I sofisticatori hanno aggiunto a queste quella che chiamano Dafnide, soprannominata isocinnamo, e le attribuiscono il prezzo di 300 denari

E' adulterata con lo stirace e per la somiglianza delle cortecce con sottilissimi germogli di lauro

Del resto è coltivata anche nel nostro paese, e l'ho vista nell'estremo confine dell'impero, dove scorre il Reno piantata fra gli alveari delle api

Manca quel colore torrido per il sole e per questo anche l'odore stesso

Dal territorio di confine della casia e del cinnamo si trova anche l'elemi e l'aloe, ma attraverso i Nabatei Trogloditi, che si stanziarono dai Nabatei

[99] Là è trasportato sia il sericato sia il gabalio, che gli Arabi consumano fra loro, conosciuti solo per i nomi nel nostro paese, ma che spuntano con il cinnamo e la casia

Tuttavia il sericato talvolta arriva ed è aggiunto ai profumi da qualcuno

Si scambia a 6 denari la libbra

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 51-60
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 14, Paragrafi 51-60

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 14, Paragrafi 51-60

[100]Myrobalanum Trogodytis et Thebaidi et Arabiae, quae Iudaeam ab Aegypto disterminat, commune est, nascens id unguento, ut ipso nomine apparet, quo item indicatur et glandem esse

arbor est heliotropio, quam dicemus inter herbas, simili folio, fructus magnitudine abellanae nucis

[101]ex his in Arabia nascens Syriaca appellatur et est candida, contra in Thebaide nigra

praefertur illa bonitate olei quod exprimitur, sed copia Thebaica

inter haec Trogodytica vilissima est

sunt qui Aethiopicam his praeferant, glandem nigram nec pinguem, nucleoque gracili, sed liquore qui exprimitur odoratiore, nascentem in campestribus
[100] Il mirobalano è comune ai Trogloditi e ai Tebaidi e all'Arabia, che divide la Giudea dall'Egitto, nascendo questo per il profumo, come appare dallo stesso nome, da cui è anche indicato che è una ghianda

L'albero con foglia simile all'elitropio, che citeremo fra le erbacee, il frutto della grandezza di una nocciola

[101] Fra questi quello che nasce in Arabia è chiamato Siriano ed è bianco, al contrario in Tebaide nero

Quello è preferito per la bontà dell'olio che viene spremuto, ma per abbondanza (migliore) il Tebaico

Fra questi il più scadente è il Trogloditico

Ci sono quelli che preferiscono a questi l'Etiopico, ghianda nera e non grassa, e con un nocciolo fragile, ma più odorosa l'essenza che viene spremuta, che nasce nei campi
[102]Aegyptiam pinguiorem esse et crassiore cortice rubentem et, quamvis in palustribus nascatur, breviorem siccioremque; e diverso Arabicam viridem ac tenuiorem et, quoniam sit montuosa, spissiorem; longe autem optimam Petraeam ex quo diximus oppido, nigro cortice, nucleo candido

unguentarii autem tantum cortices premunt, medici et nucleos, tundentes adfusa paulatim calida aqua

[103]Myrobalano in unguentis similem proximumque usum habet palma in Aegypto quae vocatur adipsos, viridis, odore mali cotonei, nullo intus ligno

colligitur autumno paulo ante quam incipiat maturescere

quod si relinquatur, phoenicobalanus vocatur et nigrescit vescentesque inebriat

myrobalano pretium in libras Ж II

institores et faecem unguenti hoc nomine appellant

[104]Calamus quoque odoratus in Arabia nascens communis Indis atque Syriae est, in qua vincit omnes
[102] (Dicono che) l'egiziano è più grasso e rosso con una corteccia più spessa e, sebbene nasca nelle paludi, più basso e più secco; al contrario l'arabo verde e più sottile e, poiché montano, più compatto; di gran lunga poi il migliore il Petreo dalla città di cui abbiamo parlato, con la corteccia nera, il nocciolo chiaro

I profumieri però spremono solo le cortecce, i medici anche i noccioli, pestando dopo che è stata aggiunta man mano acqua calda

[103] Un uso simile e vicino al mirolabano lo ha nei profumi la palma in Egitto che è chiamata adipso, verde, con l'odore della mela cotogna, con nessun legno all'interno

Viene raccolta in autunno poco prima che cominci a maturare

Poiché se viene lasciata, è chiamata fenico balano e s'annerisce e ubriaca chi ne mangia

Per il mirobalano il prezzo di 2 denari a libbra

I trafficanti chiamano con questo nome anche la feccia del profumo

[104] Anche la canna profumata che nasce in Arabia è comune agli Indi e alla Siria, in cui supera tutte

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 01-21
Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 12, Paragrafi 01-21

Latino: dall'autore Plinio il Vecchio, opera Naturalis Historia parte Libro 12, Paragrafi 01-21

a nostro mari CL stadiis inter Libanum montem aliumque ignobilem (non, ut quidam existimavere, Antilibanum) in convalle modica iuxta lacum, cuius palustria aestate siccantur, tricenis ab eo stadiis calamus et iuncus odorati gignuntur

sane enim dicamus et de iunco, quamvis alio herbis dicato volumine, quoniam tamen hic unguentorum materia tractatur

[105]nihil ergo a ceteris sui generis differunt aspectu, sed calamus praestanti odore statim e longinquo invitat, mollior tactu, meliorque qui minus fragilis et qui assulose potius quam qui raphani modo frangitur

[106]inest fistulae araneum quod vocant, flore praestantiore cui numerosius

reliqua probatio ut niger sit damnantur albi, melior, quo brevior crassiorque, et lentus in frangendo

calamo pretium in libras singulas Ж I, iunco Ж V
A 150 stadi dal nostro mare nascono la canna e il giunco profumati in una piccola valle vicino ad un lago le cui paludi d'estate si seccano, a trecento stadi da esso fra il monte Libano e un altro sconosciuto (non, come alcuni hanno ritenuto, l'Antilibano)

Infatti certo parliamo anche del giunco, sebbene un altro volume sia stato dedicato alle erbacee, poiché tuttavia qui è trattata la materia dei profumi

[105] Dunque non differiscono in nulla per l'aspetto dalle altre del loro genere, ma la canna con l'odore forte invita subito e da lontano, più morbida al tatto, e migliore quella meno fragile e quella a pezzetti piuttosto che quella che si spezza al modo del rafano

[106] Dentro c'è quella che chiamano la ragnatela della canna, con un fiore più notevole per quella (pianta) a cui sono più numerosi

La rimanente prova che sia nero-sono disprezzati i bianchi-, migliore, quanto più corta e grossa, e cedevole nel romperla

Per la canna il prezzo di 1 denaro per ogni libbra, per il giunco 5 denari
traduntque iuncum odoratum et in Campania inveniri

E tramandano che il giunco profumato si trova anche in Campania

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Plinio il Vecchio, Naturalis Historia: Libro 13, Paragrafi 72-80
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